Poesie generazionali


Scritta da: Marta Emme
in Poesie (Poesie generazionali)

Fuorviante

Con un megafono potente (televisione)
si istruisce da lì (spot wind all inclusive)
tutta la gente che per il Natale siano i
regali da comprare, siccome il
consumismo in fondo sol si vuol
comunicare, quel che tanto si vede
circolare. Mentre altro è il messaggio
autentico del Natale, se proprio ci si
vuole cimentare. È la famiglia e non altro,
che si deve considerare e pazienza se il
regalo è miserino, se in quel giorno è
poco, ma quello che conta, l'averti a me
vicino. Un mezzo pubblico come la
televisione questo tanto deve avere in
visione. Ma voi (dellaTV) siete bravoni
(giusti), pur se ci scopriamo anche oggi
un po' più coglioni nel pagare quelle non
proprio simpatiche costrizioni (canone).
Composta domenica 25 novembre 2018
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    Scritta da: Aurora Cantini
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Fiabe

    Voci leggiadre
    e tintinnii di campanule
    nei prati fioriti e lucenti di sole.

    Lo stuolo di gnomi
    avanza cantando
    e il loro ballo
    è gioioso.

    Fiabe, mondi d'infanzia.
    Fiabe, magie incantate.

    E invecchiando una donna
    racconta fiabe
    ad una culla vuota.
    Composta venerdì 31 agosto 1990
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      in Poesie (Poesie generazionali)
      Ci sono situazioni,
      in cui dobbiamo
      celare il malessere
      che abbiamo nell'anima
      contrapponendolo
      ad un finto riso
      ad un apparente
      benessere.
      Lo facciamo
      non perché vogliamo
      nascondere ciò che siamo,
      ma semplicemente
      perché vogliamo
      nascondere ciò
      che in quel giorno
      proviamo.
      Perché ci arrendiamo all'idea
      che confessare il propio
      malessere a coloro
      che non sanno riconoscere
      nemmeno i loro,
      è semplicemente inutile.
      Perché gli animi
      nobili non sfoderano
      i propri dolori,
      ma li affrontano con coraggio
      nella propia solitudine!
      Composta lunedì 19 novembre 2018
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        Scritta da: Stefano Medel
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Se vincesse la speranza

        Vorrei che ci fosse la speranza,
        che vincesse l'amicizia,
        e le pulsioni migliori dell'uomo,
        vorrei andasse via la tristezza,
        fuori da casa mia,
        e ci fosse più allegria, come una volta,
        quando il mondo era più semplice e meno sofisticato;
        vorrei vincesse un mondo fatto di buonsenso e di criterio,
        di parole buone e positive,
        al posto di espressioni di odio,
        di divisione, di disprezzo;
        vorrei abbattere i muri di solitudine
        e alienazione tra le persone,
        che ci fosse amicizia solidarietà,
        che ci fossero visi più ridenti,
        meno malinconia,
        meno patimento e sconforto,
        vorrei un mondo diverso,
        fatto non solo di consumismo,
        di corsa al potere, al possesso,
        all'arrivismo,
        un mondo basato sull'amore,
        dove ci sia posto per tutti,
        e ognuno fosse accettato,
        per quello che è,
        non in base ai conformismi;
        vorrei tante cose,
        ma come è difficile trovare la bontà,
        in questo mondo,
        quanta strada bisogna fare,
        per trovare un po' di amicizia,
        e di buoni sentimenti,
        ognuno è indifferente,
        chiuso,
        indaffarato,
        appartato nel proprio io quotidiano,
        e spesso, non si pensa,
        non si riflette,
        non c'è mai tempo per niente,
        una parola,
        un sorriso.
        Composta martedì 20 novembre 2018
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          Scritta da: Marta Emme
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Una freccia al tuo arco

          Creder nelle proprie idee è ciò
          che manda avanti l'uomo e
          sostiene. Ma per realizzarle e
          fare davvero centro occorre
          acuir bene la vista e da vero
          artista alla freccia imprimere
          quel che le dà il via e il senso
          per arrivar nel punto giusto
          col massimo del consenso
          (ottimo risultato). Così
          aggiustar sull'arco il tiro dà
          risultati da capogiro se non si
          prendono abbagli nel seguir
          pericolosi intagli (un solco
          erroneo) come quando dentro
          a un riflesso (a una parvenza
          di verità) ti confondi e sbagli.
          A veder chiaro (a capir bene),
          come al lume di un
          rassicurante faro (a un principio
          di verità), si distingue meglio
          quel che è buono da quel che
          è inutile o vano. Allor
          scoccherai la freccia, che ben
          dritta arriverà nel centro, con
          un secco ed eloquente cento
          per cento. E siccome sei stato
          un'abile guida per la tua mano,
          quel breve volo ti porterà
          lontano.
          Composta martedì 20 novembre 2018
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