L'ultima foglia
Si distacca spinta dal vento,
mentre guarda il suo cielo
Lentamente cade,
nella terra bagnata d'ottobre
cercando riposo nel suo grembo.
come un ultimo bacio d'amore.
Composta martedì 9 luglio 2013
Si distacca spinta dal vento,
mentre guarda il suo cielo
Lentamente cade,
nella terra bagnata d'ottobre
cercando riposo nel suo grembo.
come un ultimo bacio d'amore.
Busso al tuo cuore sopito e sorrido con sguardi di lame lucenti!
Non conosco il tuo volto ma il tuo odio che
cola fino in basso dove è cieco il tuo sapere.
Brilla l'opera pia maledetta!
Vuoto è il calice sbattuto a terra.
Perché urli dove è sordo il mio sentire?
Voltati ed eremo vai, senza virtù e senza gloria!
Ragazzo: Che tu dici o padre a chi ti rivolgi?
Non parlo a te degli empi, ma saggia beato
l'arguzia mia perché tu possa, un giorno, ascoltare
canto di vergini e menestrelli.
Che il tuo orecchio non oda mai ciò
che a me è dato udire
e guardar ciò che io rinnego e copro con la mia nobile mano.
Coperti sono gli occhi miei ma altro non oso fare.
Ogn'or maledico l'istante che conobbi le mie catene.
Ragazzo: A che brami allor, perdona il mio voler sapere!
Scellerato taci, non siamo soli ma sprovveduti.
Ragazzo a bassa voce con la mano arcuata intorno alla bocca:
Avvicino l'orecchio e ti ascolto.
Padre a bassa voce: Libertà figliol, libertà!
Ragazzo con voce più alta: Un dono!
Già così io sogno e in grande viaggio.
Libero ero prima di cotal passaggio.
Amavo giovin fanciulla e frutta matura gustavo beato.
Ragazzo: Ora son stenti o padre e sacrifici che pesano in cuor.
Vorrei conoscer anch'io il tuo bramar desio.
Solerte e fiducioso mi alzerò di nuovo.
Un tempo figliol, vedevo negli occhi miei le stelle di un grande
firmamento. Il viso mio, di rosse gote era vestito e di alamari e
specchi addobbavo il mio nido.
Gioiosi giorni conobbi e a te sorrisi, figlio.
Ragazzo: Padre di me racconta che sono ora?
Dov'è mia madre e la sua storia?
Dov'è quel volto di madonna che mi guardò la prima volta.
Figlio mio, è qui il difetto, non oso risponder per non turbar
Il tuo giovane intelletto.
Ragazzo: Parlami allora di libertà ogni ora
finché io possa imparar cosa è un sogno
e una gioia.
Commuover mi fai o figlio e oserei dir...
Chi è là! Hai visto?
Rischiar mi fai di me la vita!
Ragazzo: Perdona padre la mia vocale.
Il tono alzai dimentico di tutto.
Troppa è la foga di saper di questo dono che celi in cuor.
Basta voi due o son sferzate!
Ragazzo: padre, un tremito io sento sulla pelle con goccia di sudor che dalla schiena discende!
È paura figlio, su calmati e taci.
Domani è di nuovo l'alba chissà se potrò insegnarti cos'è
(in un orecchio a bassa voce) la fuga.
Vorrei dirtelo, dare voce a ciò che sento
a lacrime che verso mentre penso alla tua lapide,
un dolore immenso blocca ogni mio intento d'espressione,
dire come scacciare il male da dentro
e attraverso il mare dei ricordi perdo me stesso
senza porti dove approdare, mentre la luce lascia i tuoi occhi
è tutto normale, riflussi di sogni e di ciò che rimane,
di ciò che vale scrivere.
O babbo mio
ti voglio raccontare,
che questa vita scorre
come un grande fiume,
è lento lento il suo cammino verso il mare.
Ma adesso, anche io so,
che indietro non potrò mai più tornare,
rimane un sogno il mio
di poter tornar bambino,
ma non sono i sogni
che ci tracciano il destino.
O babbo mio,
dove sei arrivato tu
ora ci sono io.
Ma i miei giorni ora sembrano più corti,
veloci scorrono i minuti e i secondi,
ed io mi perdo
in un attimo solo,
anche un secondo
ora vale un tesoro.
O babbo mio,
c'eri tu
e c'ero anche io,
il giorno in cuoi sono nato,
questo ricordo molto lontano,
mi lascia in bocca il gusto un po' amaro.
O babbo mio
a questo mondo non ci sono solo io,
siamo milioni o forse siamo miliardi,
che preghiamo Dio
e senza soldi andiamo avanti.
Ma poi si sa che i soldi non faranno la felicità,
allora è meglio forse fare un bel sogno,
tornare indietro anche fosse per un giorno.
O babbo mio,
adesso che sono nel mio sogno,
mi sento un Re
e faccio ciò che voglio,
potrei fermare anche il mondo con un dito,
o volarci intorno
e poi crearci il paradiso.
O babbo mio
adesso sono sveglio,
è finito il sogno e inizia la realtà,
mentre il mondo gira e fermo non ci sta,
e gira il mondo
gira sempre intorno a se,
con mille dubbi
e tutti i suoi perché.
E tu allora prenditi la mia bocca
addentrati
esplorami
assaggiami lentamente
scavami impetuosamente
tratteggia vortici con la mia lingua
baciami come se fosse la prima volta
l'ultima e quella che ti mancherà
quando sarai lontano.
Caldo, caldo
come l'acqua bollente,
nell'ombra della notte,
dove non si vede niente,
oh cuore perduto
oh cuore infranto,
lo sai io ti amo tanto.
Che l'una, che caldo
la tristezza umida del paesaggio,
gli occhi, pensierosi si addormentano,
anche se fa caldo.
Vorrei tenerti prigioniera
in un mondo privo di dolore,
essere l'unico a sentire la tua voce,
respirare con te, guardarti per ore.
Ci facciamo male, moriamo e ripartiamo,
insieme ma senza sostenerci,
in un viaggio su sentieri diversi.
Il mio cuore smarrito
sul quale hai puntato il dito,
rimbalza dal canto all'odio.
Hai fatto di me un ombra
che segue ogni tua mossa,
ma scende il sole e tutto passa.
Passano i ricordi nella mente,
il rumore della gente
che infesta il nostro giardino.
Muore il nostro cammino.
Vorrei dirti ancora ti amo.
Ora mi tiene lontano
l'odio, più reale di un muro.
Voglio scendere dalla vitta, tornare
indietro per dirti che non è finita.
Lunedì,
giorno tetro e un po' triste,
dove non hai voglia di fare,
non avresti voglia di andare;
si stà bene in casa,
mentre fuori c'è l'autunno,
col cielo bianco,
il fogliame,
e le castagne rotte per terra,
qualche parola delle vicine.
Freddo e la pioggia,
sembra venire,
da un momento all'altro.
Quando sono nato, probabilmente,
lassù, in alto, qualcuno si e sbagliato.
Io volevo essere un eroe,
sognavo Ulisse, Ercole ed Achille
e di massacrar nemici e ogni ribelle.
Invece mi ritrovo a scrivere parole
e nemmeno tanto belle.
La beffa, poi, e che non so
se riuscirò ad interessar qualcuno.
Al mondo d'oggi, purtroppo,
non legge più nessuno.
Tih, tach,
il mattino è arrivato,
l'orologio ha suonato,
l'ora di ogni mattino,
mi alzo io anche il vicino,
tutti a lavoro inizia la giornata.
il giorno di riposo è passato in fretta,
oggi è lunedì haimè, quanto è dura,
inizia la settimana, mi fa un po' paura.
Passano le ore, passano i minuti,
finalmente sei terminata,
oh mia giornata,
questa sera vado a letto prima,
perché la sveglia, suona domani mattina.