Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

A Margrith

Tu sei passata come la tempesta.
Piange l'ulivo coi suoi rami rotti
il dolore del vento,
il tempo si riposa nel silenzio,
e, sopraffatto,
tra l'umide ferite della terra
giace il corpo di un vecchio.
Inutilmente
la misera pietà d'un bianco telo
lancia grida di sfida all'universo.
Sordo è lo spazio e Dio
guarda da un'altra parte.
Intanto verso Nord, passati i monti,
dove il cielo è più cupo,
l'uragano,
mai sazio di flagelli,
lacerando
procede la contesa
d'altre vite alla Vita.
Composta martedì 31 agosto 1965
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    Oh potenza suprema.

    Oh potenza suprema
    che mi ponesti davanti uno specchio
    perché scegliessi me stesso!
    Fu così che privo di te,
    nudo, affamato e assetato,
    annebbiato dai veli del mistero,
    pensando di trovarti in un luogo,
    presi anelante a cercarti,
    ininterrottamente,
    per valli e deserti,
    lungo le sponde dei fiumi,
    nei ciechi anfratti dei boschi,
    in luoghi abitati
    dove ripetono invano
    e senza passione, un tuo nome.
    Ho scalato e disceso montagne
    guidato da scrosci cantanti
    di fresche sorgenti di vita,
    da forti richiami d'amore,
    e tutto
    per tutta
    un'intera lunghissima notte,
    fino a quest'alba radiosa,
    a questa morbida sponda
    che m'offre l'abbraccio allo sguardo
    sul mare sconfinato
    dell'esistenza.
    Ora è caduto ogni velo.
    Ora so che non m'insidiasti:
    ora so che m'amasti
    al punto di farmi cosciente
    così che finché fossi in vita
    potessi bagnarmi
    nuotare e flottare felice
    su questa tua onda infinita.
    Composta giovedì 15 gennaio 1998
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      Il dono dell'aquila.

      Uno spirito libero, fratello,
      ha sette qualità che qui raduno:
      - l'ala possente
      - e come un grande uccello
      un nido molto in alto che nessuno
      raggiunge facilmente,
      - sul mantello
      ha in equlibrio il bianco, il rosso e il bruno,
      - se parla è un canto melodioso e bello,
      - raramente s'accoppia con qualcuno,
      - ha sguardo fermo e fiero e braccio forte,
      - l'ultima qualità è che bene o male
      vada la sorte, resta indifferente,
      fa sempre del suo meglio, alacremente,
      rispettando l'assunto suo speciale
      d'amar tanto la vita che la morte.
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        Addio alla salma

        Come pietra scolpita mi raggeli.

        In fondo a due crateri
        le palpebre serrate sull'abisso
        del tuo caldo mistero
        sono sipari chiusi su voragini
        d'una vicenda spenta
        in cui specchiavo e riscaldavo l'anima,
        e questo incontro non ci dà più storia.

        Come impronte di cera consumata
        da fiammelle che furono sorrisi,
        le cavità del volto tuo riflettono
        il silenzio dei ghiacci, e la ferita
        tra le tue labbra stinte
        ha il pallore azzurrino dei crepacci.

        Dove è finito il fuoco tuo? Perché
        ti sopravvivo? Perché mai l'unito
        viene ora disgiunto; e perché mai
        il divino concede il frantumarsi
        dei cristalli dell'ere dell'amore?

        È sordo il tempio; mute le parole;
        lo spirito non ha più batter d'ale;
        ed atto di dolore è la carezza.

        Ora, tempo scaduto, i nostri baci
        son gusci alla deriva, fluttuanti
        sul cosmo dei ricordi:
        come luci ribelli di memorie
        si estinguono in vapori di comete
        in lotta con l'oblio,
        divorate dal nero della notte.
        Composta mercoledì 29 dicembre 2004
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          PREGHIERA

          Creta è il mio cuore
          ed il mio corpo è fango.
          Ma quando
          l'oscurità placidamente a sera
          sulla terra discende
          e, soffice, s'adagia,
          ed il tremulo raggio
          d'una remota stella
          e silenziosa
          al mio sentire apporta
          di vite esterne il tenero messaggio;
          e quando
          il mare a lungo mirando
          con la sua eterna soave melodia
          dolcemente m'invita all'oblio;
          e quando
          l'alta vetta del monte
          e maestosa
          e giorno e notte immobile
          sul quadrante immenso del cielo
          arresta il tempo,
          sento, o Signore,
          perché al mio cuore Tu donasti il palpito
          e, giubilando in seno,
          ti ringrazio.
          Composta lunedì 31 marzo 1947
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            in Poesie (Poesie personali)

            Terra e cielo

            È casa mia quest’atomo sospeso
            sull’abisso dei vortici del tempo,
            e m’è caro indirizzo
            la sua presenza viva
            nell’incerto vagare delle stelle.

            Mi culla il suo rotare silenzioso
            negli spazi siderei
            là, dove gelo e buio,
            prima che giunga il giorno,
            sono entrambi trafitti
            dai raggi luminosi dell’attesa.

            C’è una luce riflessa nel mio cuore
            donatami dall’alto
            messa lì con l’intento
            di riscaldare il mondo.
            S’agita questa luce nel mio corpo
            come albina straniera
            ansiosa di ricerca.

            Vorrebbe motivarsi
            disperdendo il grigiore delle nebbie
            che s’addensano cupe
            sulle vette amorose della storia,
            ma annaspa soffocata
            dall’altro me, in sé stessa,
            resa cieca ed in ceppi
            dallo stato animale.

            A malapena emerge e trova forza
            di nutrirmi un po’ l’anima
            e, talvolta, in silenzio,
            s’impegna generosa a intiepidire
            la carceriera frigida spirale
            dei miei pensieri.
            Composta giovedì 6 marzo 2003
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              in Poesie (Poesie personali)

              Tu sola, come luna

              Sull'occhio della mente
              Mi calerà come nebbia
              Un velo leggero;
              s'addenseranno grevi nel profondo
              le larve della memoria;
              l'azzurro ingrigito
              scolorirà le attese e i sospiri del giorno;
              la freschezza d'un fiore
              non basterà più a compensare
              la stasi del presente;
              il buio,
              il buio incipiente,
              m'imbrunirà l'anima
              nelle rughe del tramonto.

              Tu sola, come Luna,
              resterai lassù, piena, nel cielo,
              a conservare la luce,
              a consolarmi
              nella notte del mio svanire.
              Composta sabato 25 settembre 1999
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                in Poesie (Poesie personali)

                Risveglio

                Dal lieve torpore
                di un sogno di luce,
                da un folto intrecciarsi
                di mille colori
                in forme cangianti
                mi giunge il risveglio.

                Ed ecco mi trovo
                vagante sul mare;
                su un guscio di noce
                stracolmo di reti
                di fitta speranza
                consunte dal tempo.
                Mi sveglio a settanta.

                Riflette lo specchio
                il noto compagno
                scomposto e assonnato.
                Le rughe ordinate
                del volto d'un vecchio
                contornano l'occhio.
                S'affacciano in esso
                le tante memorie...
                Riaffiorano in lacrime
                tutte le storie
                giacenti nel pozzo.

                M'ha dato la Vita
                felice un traguardo:
                mi sveglio a settanta!

                E mentre rifletto
                mi canta nel cuore
                la voce di bimbo
                che calda mi dice:
                ti cullo da sempre,
                torniamo nel letto,
                ritorna a sognare.
                Composta domenica 30 novembre 1997
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  L'Amore

                  L’amore è come il flusso del mare alla sabbia
                  viene e va senza ragione concreta
                  se non il cieco premere dei venti
                  che il vortice creato
                  da chi scagliò nel cielo i mondi
                  alimenta con antico vigore
                  di un impeto irresistibile, sovrumano
                  perché eterno, divino.
                  La sabbia non sa
                  da quali segreti abissi
                  le giunga quella fresca carezza,
                  né il mare conosce
                  da quali vette
                  elevate nei silenzi della luce
                  quella polvere arsa ad esso venga;
                  essi non sanno né possono sapere,
                  lunghi cammini
                  da tempi remoti tracciati
                  impongono il loro incontro,
                  ma lì, ove essi s’incontrano
                  anche se per un attimo
                  ed una volta sola
                  miracolosamente comparve la vita.
                  Composta martedì 30 giugno 1953
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                    in Poesie (Poesie personali)

                    La giustizia

                    La giustizia ha perduto il proprio aspetto.
                    Non è più un divenire
                    ha assunto mille volti e mille toni
                    nel vociare assordante
                    di mille sedicenti giustizieri.
                    L'uomo ha perduto il gusto dell'incontro,
                    l'ha ridotto in frantumi, in mille scontri
                    dove le convenienze
                    si traducono in trame e strategie,
                    nel gioco delle parti
                    siamo in milioni a fare i giocolieri
                    a mentire ed uccidere.
                    Ogni nostra menzogna è un assassinio
                    un altro tarlo infame
                    che polverizza l'ossa ai nostri morti
                    un'altra pietra eretta e cementata
                    sulla novella torre
                    di babele.
                    Composta domenica 30 novembre 1975
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