Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

L'escursionista a vuoto

Io sono stanco del mio tempo perso
e sono stanco del mio tempo preso,
a non so chi.
Forse rubato a chi ne ha sempre troppo,
io non sopporto questa mia stanchezza,
che mi sta addosso come una mantella,
porto i miei dubbi nella sacca a spalla,
ma sono stanco di portarla.
Composta domenica 17 febbraio 2013
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    Scritta da: Ciro Orsi
    in Poesie (Poesie personali)

    Notturno

    Quando il pensiero fugge
    nella lunga notte del poeta
    tutto si ferma,
    tace il tic tac dell'orologio
    rombi d'auto non rompono
    il silenzio delle strade deserte.
    E nel silenzio dell'universo
    tra i cosmi rotanti
    trova rifugio il pensiero
    nella dolce carezza dell'essere
    come limpida fonte
    che dà acqua alla vita.
    Composta domenica 8 aprile 2012
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      Scritta da: Sir Jo Black
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      Muoio volentieri, a volte

      Muoio volentieri, a volte:
      quando vomita dolore il cuore,
      schiacciate bruciano speranze
      sotto strade infami,
      catrame che mangia sogni.

      Muoio volentieri, a volte:
      quando il tempo urla nel vuoto,
      schiacciate nell'anima parole
      dietro persiane amare
      chiuse verso il sentire.
      Composta sabato 16 febbraio 2013
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        Scritta da: donatino24
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        Incontrarsi all'arrivo

        Vorrei che mi parlassi di te
        sapere la tua provenienza
        e le tue origini.
        Ecco, vengo da lontano
        e mi porto sulle spalle
        un carico di speranze.
        Per giungere da te,
        sono stato oltraggiato,
        perché straniero e di colore.
        Ci guardiamo negli occhi
        mi accorgo che le nostre gote
        sono bagnate dalle lacrime.
        È un momento di felicità,
        tu mi rincorri con lo sguardo,
        accarezzando, seppur
        idealmente il mio cuore.
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          Scritta da: quasimodo
          in Poesie (Poesie personali)
          Mi prende una strana sensazione, mi prende che ultimamente invadi i miei pensieri, anche se ti conosco come un uccellino guarda il mondo la prima volta, ho paura a camminare sui rami del tuo cuore, non sono mai riuscito a volare, ho provato a camminare su molti rami, ma mi hanno sempre fatto cadere, mi sono sempre fidato e dicevo, ora posso volare tranquillo, perché ero convinto che avrei potuto reggermi a quei rami e che non mi avrebbero mai fatto cadere, invece eccomi qui, spaventato e deluso, ora che guardo te negli occhi mi sento terrorizzato, vorrei conoscere il tuo mondo per entrarci dentro, perché il mio ora mi fa schifo, vedere i tuoi occhi che brillano alla luce del sole, e scoprire, giorno per giorno, la tua anima, bella, pulita e profumata, vorrei riuscire a camminare ancora su un bellissimo ramo, ma ho paura che la storia si ripeta ancora, dammi il coraggio, la forza di far tornare le mie ali e aprirle senza il terrore di cadere giù, fai di me quell'uccellino che finalmente impara a volare, e che non ha più paura di ritornare sul ramo del cuore che più lo affascina!
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            in Poesie (Poesie personali)

            Il servo di milano

            Il tavolo lungo
            quello del refettorio,
            stasera è prenotato.
            Sono già pronti
            al fresco in cantina
            gli avanzi di quell'altra cena.
            Il prezzo è,
            vino incluso,
            trenta denari a testa.
            Ci saranno onorevoli
            a farsi onorare
            e ruffiani a farsi notare.
            Ma solo dodici
            i più fidati,
            saranno al tavolo lungo
            insieme a lui.
            Lui
            che dopo l'ultimo tradimento
            e la brutta fine fatta dal sosia
            gira sempre armato,
            sta con le spalle al muro
            e vuole veder bene tutti.
            È già qui da un po'
            il ritrattista ufficiale
            della serata,
            è un tipo un po' strano
            dai lunghi capelli,
            ha un pennello in mano,
            lo punta ai muri,
            lo batte di punta sui tavoli,
            ci prende la mira.
            Gira intorno ed osserva,
            si siede e beve vino.
            Dice che
            dalle sue parti,
            in toscana,
            il vino è il migliore.
            Sembra che sia molto bravo
            ed è un pozzo di scienza.
            Ha già dato il nome
            al suo dipinto di stasera.
            L'ha chiamata ultima cena.
            Lo scriveva l'altro giorno il corriere,
            sempre ben informato,
            sulla pagina arte ed eventi.
            Un critico ha spiegato
            che il titolo sta a significare
            che poi passerà
            a fare soltanto paesaggi
            e sculture.
            Chi conosce bene il genio toscano
            sa che è anche un veggente.
            Dopo avere saputo del titolo
            ha fatto gli scongiuri,
            preparato le valigie
            e prenotato il primo volo
            verso il non so dove ma so quando,
            subito.
            Altri sono stati visti in fila,
            a bussare ad altre porte.
            Io aspetto stasera,
            per fare il mio lavoro,
            servire tutti al meglio,
            fare il mio mestiere,
            guadagnarmi il pane,
            il resto non m'importa.
            Composta venerdì 15 febbraio 2013
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              in Poesie (Poesie personali)

              Ai genitori di

              Scusatemi
              ho ucciso,
              l'ho fatto per dovere,
              scusatemi l'ho ucciso,
              l'ho fatto con dolore,
              lo so che mi odierete,
              ma porto una divisa,
              non posso dire no,
              devo ubbidire.
              La legge appurerà
              se ho colpa oppure no
              c'è chi vi farà sapere,
              intanto io ritorno a fare il mio mestiere.
              Composta venerdì 15 febbraio 2013
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