Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)
Vorrei tramutar
il tuo pianto
in felicità,
per non sentirti
triste,
ed io
fiero del
mio sacrificio
della gioia
donatati.
Lo percepisci
il mio amore?
Ne sei conscia?
Non senti
la mia anima
varcare
spazi
e venti
per
raggiungerti
nell'ombra della notte?
Questa sera
io verrò
a vegliare
la tua anima
vezzeggierò
il tuo corpo
dolce
con sussurri
d'amore!
Composta mercoledì 20 febbraio 2013
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    Scritta da: donatino24
    in Poesie (Poesie personali)

    Viaggio sull'onda

    Cavalco l'onda spumeggiante
    per ammirare gli abissi del mare
    una sirena mi segue, forse
    per proteggermi dalle insidie marine,
    mentre un delfino rincorre l'onda
    per farmi compagnia.
    La brezza mi rinfresca,
    i raggi del sole abbronzano la pelle.
    Il viaggio è terminato a riva,
    approdando sulla sabbia dorata,
    ove mi attente la mia fidanzata.
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      in Poesie (Poesie personali)

      l' utopia

      volevo intorno al mio "povero me"
      un mondo migliore.
      Così per prima cosa ho escluso i disonesti,
      ed ho ristretto il cerchio delle conoscenze,
      poi ho eliminato gli antipatici,
      ho denunciato i furbi,
      ho smascherato gli ipocriti.
      il cerchio si è ridotto così tanto
      da diventare stretto come una camicia di forza
      e stritolarmi,
      ed intorno a me,
      tutti a darmi del pazzo,
      ed avevano ragione.
      Composta mercoledì 20 febbraio 2013
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        Scritta da: Cristian Di Napoli
        in Poesie (Poesie personali)

        Angelo

        E ci saranno attimi in cui sentirai parlare di te.
        Sentirai il tuo nome sussurrato nel vento,
        Nelle sere fredde, tu... "Sarai".
        Sentiremo ancora il tuo respiro,
        E ci regalerai quel calore,
        Quella voglia di vivere,
        Quell'infinita dolcezza che ci ha saputo guidare.
        E capirai che nulla è invincibile,
        Nemmeno la morte,
        Perché la vita te la stiamo regalando noi.
        Composta domenica 7 ottobre 2012
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          in Poesie (Poesie personali)

          il dito snello senza anello

          Sfioro la sua mano nuda
          e ricordo.
          Perse l'anello
          quando eravamo in viaggio di nozze,
          venti anni fa.
          Non ne volle uno nuovo,
          voleva sentirsi libera,
          capii che non mi amava,
          e la lasciai libera.
          Ma mi sono tenuto la mano,
          chiusa in una teca,
          per ricordo,
          ogni tanto la guardo
          la sfioro.
          Una volta l'anno,
          nel giorno della ricorrenza
          la porto fuori,
          a pregare sulla tomba del resto del corpo.
          Composta mercoledì 20 febbraio 2013
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            Scritta da: circe
            in Poesie (Poesie personali)

            Mediterraneo diving center

            Scavato da ingordigia umana e acqua,
            saccheggiato ogni suo sogno
            Nadir è un pezzo di ferro corroso dalla salsedine
            con la speranza ancora in tasca, pagata a peso d'oro
            l'ago della bilancia ora punta immobile lo zero
            nemmeno ai pesci rimangono ossa da spolpare
            giace assieme a molti altri,
            memorie di uomini affondate in un miraggio
            ancorate a questo mare in grembo alla terra
            un cimitero senza croci dove non si celebrano funerali.
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              Scritta da: Mauro Albani
              in Poesie (Poesie personali)

              Luce

              Non posso dimenticare i tuoi occhi
              Non posso dimenticare la tua gioia
              Non posso dimenticare la tua voce
              Non posso dimenticare le tue mani
              Soltanto ora che il vento cancella la nebbia dai miei pensieri incontro la luce dei tuoi occhi
              Pensarti come tu mi hai pensato
              riempire l'anima dei tuoi colori e soffrire per non poterti sfiorare ancora una volta
              Troppo crudele è il tempo quando svuota la sua clessidra mi guardo e vedo un volto come tanti la luce è scomparsa insieme a te
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                in Poesie (Poesie personali)

                L'attesa della sera, l'attesa del mattino

                Paola crea castelli di carta,
                quando non ha di meglio da fare,
                glielo chiede la sua mente confusa.
                Paola indossa abiti bianchi
                per non essere vista di giorno.
                Io resto a casa
                e cerco di dormire,
                un po' perché la notte non dormo
                ed un po' per non vederla di giorno
                in giro col suo abito bianco.
                Paola ritorna la sera,
                la prima cosa che fa
                è vestirsi di scuro,
                per intonarsi all'atmosfera di casa.
                Cucina per me
                solo per dovere,
                non ci mette impegno,
                ma a me cosa importa come cucina,
                anch'io ho già mangiato,
                da solo.
                Lei lo fa
                perché lo ha promesso all'altare,
                del resto quando torna ha già cenato,
                col suo uomo di sempre,
                o quello "per caso".
                Oggi ha fatto l'amore,
                lo vedo dai cerchi degli occhi.
                Forse lo ha fatto a casa di lui,
                oppure ha scopato qualcuno
                in un albergo da poco
                o in un'auto in un bosco.
                Non so più niente di lei,
                e forse non voglio sapere.
                A letto la sfioro
                ma solo per sentirne il calore,
                anche da questo
                ho conferma che ha fatto l'amore.
                Si volta di schiena e dorme,
                oppure vuole scherzare,
                ma giusto il tempo necessario
                per farmi stare male.
                Io sto sveglio e penso,
                dormirò da domani mattina,
                quando la vedrò ripartire.
                Composta martedì 19 febbraio 2013
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  Un giorno da svitare

                  Il gufo in soggiorno
                  ha staccato la testa al cucù,
                  odia gli svizzeri di legno.
                  Per colpa sua
                  non so più che ore sono.
                  Forse
                  per non farsi odiare
                  più di quanto io già lo odi,
                  il gufo assassino
                  mi ha ricordato
                  che compirò gli anni alla fine del mese.
                  Ma ho deciso di annullare la data,
                  non mi sento pronto.
                  Quel giorno non mi farò trovare
                  né da amici
                  né da fiorai e pasticceri.
                  Starò chiuso in un luogo sicuro,
                  a farmi curare il mio male inventato
                  dalle infermiere del piacere,
                  con reggicalze e calze nere.
                  Passerò il tempo sdraiato,
                  insieme a false coccole
                  a pagamento
                  e bottiglie vere da vuotare.
                  Mi costerà sempre meno
                  che farmi derubare ancora un anno dal tempo,
                  che con precisione da cucù svizzero
                  ogni anno in quel giorno riappare
                  e mi impone di subire.
                  Composta martedì 19 febbraio 2013
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