Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Cercasi vittima per la notizia di domani

Qualcuno
non ricorda nessuno dei fatti,
perché accaduti tanti anni fa.
Altri
dicono di non conoscerli
quei fatti
perché avvenuti troppo lontano
dal loro punto di vista.
Tutti però sono concordi nel giudicare,
se stimolati,
ma senza impegno,
pareri non vincolanti.
C'è chi parla
ma riporta per sentito dire,
non si assume responsabilità.
Nessuno scioglie il dubbio,
risponde alle domande.
Ognuno dice le sue ovvietà
o inventa viaggi mai effettuati,
nel giorno in cui successe,
questo
per non dover scendere in particolari.
Ed ognuno spara le sue cazzate,
l'unico invece che ha visto tutto
lo ha fatto con gli occhi di un altro,
ma non li vede da anni
non sa dove ritrovarli.
Uno che di certo sa tutto di tutti,
e le loro rispettive versioni dei fatti
non si è ancora autorizzato a parlare.
Ha in testa la verità,
tenuta ben chiusa in un posto segreto.
La tiene pronta per un giornale straniero,
non chiede soldi
solo il diritto di asilo
in un paese diverso,
unica condizione posta,
che non si chiami italia.
Da tutto questo
la stampa ha costruito la verità per i propri lettori,
anche per oggi la prima pagina è fatta,
per chi ha voglia di credere.
Composta venerdì 22 febbraio 2013
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    in Poesie (Poesie personali)

    Ci desideriamo

    È quando si muovono le mani
    che opponi quel po' di resistenza,
    (obbligo storico di donna)
    e metti le tue mani sulle mie,
    per fermarmi,
    e tiri indietro il corpo,
    ma non troppo.
    È un attimo però,
    ne tu ne io
    ragioniamo più di tanto.
    In quel momento
    e da quel momento in poi
    lasciamo che ogni parte dei nostri corpi faccia cio che sa,
    e che ciò che è iniziato con la voglia finisca col piacere.
    Composta venerdì 22 febbraio 2013
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      La sera in casa

      Il profumo della pasta rimasta da ieri,
      che salti svogliata
      nella padella pesante,
      con qualcosa aggiunto
      un po' a caso
      per dare sapore di fresco.
      Sullo schermo fatato
      i due che si baciano
      alla quarta puntata
      della solita storia.
      Pagati per godere
      e farti sognare,
      invece ti fanno
      soltanto incazzare.
      A te non accade
      di baciare un attore,
      forse
      non hai gli abiti adatti,
      e le rughe cominciano
      a farsi vedere.
      Pasta e veleno
      gli vorresti cucinare,
      invece continui
      a fare il dovere,
      dovere di moglie
      dovere di donna.
      A volte
      vorresti il diritto di amante,
      ma al corso serale
      ti hanno bocciata.
      Sei solo una donna,
      per giunta
      invecchiata.
      Ma se ci rifletti,
      capisci che è meglio
      non averlo ottenuto
      quel pezzo di carta
      "patente d'amante".
      Così se ogni tanto,
      sempre per caso,
      magari
      con in testa un bicchiere di troppo,
      trovandovi a letto,
      ti chiede qualcosa
      che ricordi un po' il sesso,
      gli puoi sempre dire,
      -non lo posso fare,
      non ho la patente
      per fare l'amante,
      raffreddati caro,
      io scendo in cucina
      a scaldarti l'acqua
      per una buona tisana-.
      Composta venerdì 22 febbraio 2013
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        in Poesie (Poesie personali)

        Coppia di fatto

        Il mio primo amore
        fu la piccola bambola bionda
        di mia sorella.
        Quando mi accorsi
        che si era innamorata dell'orso di peluche,
        pazzo di gelosia,
        la murai viva
        in una stanza presa in affitto,
        contratto infinito,
        e la sera
        andavo a prendere il caffè
        al bar lì vicino,
        giusto per sentirla urlare.
        Dopo un po' smise.
        L'esperienza mi fu utile,
        compresi che la gelosia faceva troppo male.
        Le statue dei giardini
        erano più fedeli,
        sempre ferme,
        ad aspettare,
        ma mi accorsi
        attraverso il contatto fisico
        che erano molto sciupate
        fredde,
        invecchiate per lo stare all'aperto
        e le scarse cure.
        E poi tutte quelle piccole crepe,
        quei disegni
        quelle scritte oscene,
        non amavo i tatuaggi.
        Passai ad amori fugaci
        incontrati soprattutto ai mercati
        vasta scelta di ogni genere ed anno.
        Ma restava il bisogno d'affetto,
        di un rapporto più solido
        serio
        che non fosse soltanto di sesso.
        Fino a che
        in una chiesa sconsacrata,
        per caso,
        non conobbi un confessionale
        bello,
        antico,
        era fine 600,
        di noce
        vissuto,
        legno morbido al tatto.
        Esperienze ne aveva avute di certo,
        ma erano quelle di altri.
        Stanco,
        desiderava metter su casa
        ed avere una vita tranquilla.
        Fu amore a prima vista
        Potevo peccare
        nascosto dalla tenda
        nel posto del prete
        ed uscire
        e in un attimo
        essere in ginocchio
        a confessare il peccato
        appena commesso.
        Confessarmi
        ed assolvermi
        per tornare a peccare di nuovo.
        Tutto senza uscire di chiesa,
        di casa.
        Ancora viviamo
        felici e peccanti.
        Composta venerdì 22 febbraio 2013
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          Scritta da: Sandra Piogia
          in Poesie (Poesie personali)
          IO, io
          vorrei tanto che gli Uomini si capissero
          che guardassero indietro
          che cercassero di ricordare sonore risate
          che lasciassero un po' da parte la ragione
          che ascoltassero il loro Cuore
          vorrei tanto
          che l'Anima si fermasse ad ascoltare un alito di Vita
          vorrei tanto che un'Anima sia serena per come merita
          e che non urlasse nel silenzio il dolore
          e che non sentisse
          la mancanza di un'Essenza che ancora vive in se...
          IO, io vorrei
          che la Tua Anima non urtasse
          col tuo Pensiero
          e che nel mio Cuore Tu trovassi
          Me sincero.
          Composta venerdì 22 febbraio 2013
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            Scritta da: Ciro Orsi
            in Poesie (Poesie personali)

            Segnali deboli

            Dietro l'aspetto mite e malinconico
            dell'intellettuale distaccato
            era un solido uomo di potere.
            Le sue parole erano di antica scuola
            raffinate, avvolgenti, calibrate
            e forgiate in codici sofisti
            da piegare amici ed avversari
            nel duttile gioco del potere.
            Tra gli amici era il migliore
            nel proteggere la casa,
            a far quadrato agli avversari
            e leggere i deboli segnali
            del confuso contesto locale.
            Per questo immaginò per sé
            e per gli amici
            nuove ed ardite alleanze
            con gli avversari di ieri
            e formulò ardite geometrie politiche
            per una più lucrosa
            spartizione del potere.
            Lo fermò il fuoco dei brigatisti rossi:
            cinque agenti della scorta annientati
            sotto i suoi occhi,
            e lui, rapito, incappucciato
            trasportato nella "prigione del popolo"
            processato e condannato a morte.
            L'uomo lasciato al proprio destino
            anche in quella estrema afflizione
            chiese agli amici
            con lucido pensiero
            un segnale seppure debole
            e problematico,
            per costruire una fragile
            intesa con i nemici,
            al fine di ottenerne la libertà.
            Un lessico piano e familiare
            appariva agli amici
            come scandalo, cedimento,
            segno della costrizione
            dell'uomo ridotto prigioniero,
            chiudendo alla speranza
            ogni ragione umanitaria.
            E finì come doveva.
            Umanissima si levò l'invettiva
            contro gli amici di un tempo,
            diffidati dall'essere presenti
            ai suoi funerali
            e maledetti per sempre
            per la propria inerzia impotente
            celata dietro un'ipocrita fermezza.
            Composta mercoledì 10 maggio 1989
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              Scritta da: Cagliostro
              in Poesie (Poesie personali)

              Amore eterno

              Sei tu Giulietta mia,
              il mio eterno amore.
              Il mio presente e il futuro che desidero.
              Nulla potrà mai staccarmi da te,
              nemmeno l'invidia degli amici ci separerà.
              Scendi dalla torre dei tuoi problemi
              o lascia che io la scali
              per essere il tuo unico pensiero,
              come tu lo sei nei miei sogni.
              Vestita di stelle sei ai miei occhi,
              a rischiarare le notti,
              quando solo con i miei incubi,
              ti sento vicino.
              Ti vedo affacciata a quel balcone fiorito,
              mentre osservi all'orizzonte un pallido sole serale,
              felice che un altro giorno sia finito,
              mentre io triste nel cuore,
              me ne rammarico,
              perché ne è finito un altro senza averti vicino.
              Presto gli incubi torneranno,
              e io mi aggrappo alla luce dell'ultima stella
              che brilla nel mio cielo.
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                Scritta da: Patrizia
                in Poesie (Poesie personali)

                Il senso della vita

                La vita non ha un senso se...
                non si parla, non si discute, non si sogna, non ci si innamora;
                La vita non ha un senso se
                Non si fanno sbagli, non si perde tempo a parlare di cose superflue;
                La vita non ha un senso se,
                non si capiscono i problemi degli altri, se poi non si aiutano
                La vita non ha un senso,
                se non si soffre se non si gode, se non fa gridare il cuore e la mente.
                Questa è la vita.
                Composta giovedì 21 febbraio 2013
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