Poesie personali


Scritta da: Nadia Consani
in Poesie (Poesie personali)

Voci dimenticate

Dall'albero solitario
tra muri di cemento
e rumori della città,
arriva quasi scomparso
il frinire di una cicala,
suono stridente e spensierato
che un tempo accompagnava
dei mietitori fatica e sudore,
mentre cantavano sotto il sole
di estati ormai dimenticate.
Sfiorano la mente ricordi,
con riflessi sfocati di allegria
quando sul fico nel giardino
rincorrevo sogni di bimba
e il grano intorno era maturo.
Oggi quel suono si diffonde
in campi di anonimi girasoli.
Composta mercoledì 1 agosto 2012
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    Scritta da: Lidia Filippi
    in Poesie (Poesie personali)

    Pulcino smarrito

    S'è sfatto quel morbido nido
    in cui ti sentivi al sicuro,
    e lanci il tuo grido d'aiuto
    pulcino smarrito.
    Chi l'ode non può fare nulla
    e tu?
    Tu cerchi, tu speri e t'illudi
    che tornino i giorni del sole
    e soffri
    mio piccolo amore
    e lotti con tutta la forza
    usando le armi che hai
    ma senti il dolore,
    sapere non puoi
    che ciò che la mente comprende
    il cuore talvolta non vuole,
    così si ribella
    e tu piangi, rigetti il tuo cibo,
    vorresti tornare in quel nido
    lo cerchi,
    ma ormai non c'è più.
    Composta giovedì 26 luglio 2012
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      Il vento e la quercia

      Ulula il vento, non si cheta, incalza,
      ora alberelli piega ora altri innalza,
      ora a dritta soffia e ora mena a manca
      e donde passa d’ogni cosa ammanca.

      Le foglie da su gli alberi divella
      in ciel le innalza e, poi, le mulinella
      indi le abbassa fino a fondo terra
      tante ne innalza ancora, altre sotterra.

      Ingagliardito di sì tal possanza
      verso l’annosa quercia, forte, avanza
      ma per quanto soffia, urla e si lamenta,
      per quante volte l’assalto ritenta

      della sua forza sente il fallimento.
      La quercia resta là, non ha spavento
      e del rabbioso vento par che rida
      mentre immobile accetta quella sfida.

      Rùgge, ora, il vento, freme, si tormenta,
      s’innalza, s’allontana, indi, ritenta,
      con furiosa lena, di poi, si scaglia
      ma a contatto di quercia si frastaglia.

      Son radicata qui da trecent’anni
      immagina se temo te e i tuoi danni;
      così la quercia sussurra  all’udito
      mentr’esso di tal possa inorridito

      sen corre via sbuffando, indebolito.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        La fede del pecoraro

        E, siede, infine, stanco al focolare
        mentre il rosario nonna sta a sgranare
        e, mamma, triste, intenta a cucinare
        che la famiglia tutta è da sfamare.

        Il fumo sale dagl'ardenti ceppi
        che di sovente danno i loro scoppi,
        del dì racconta dei suoi tanti intoppi
        e dei due agnelli, dice, nati zoppi.

        Pioggia cadeva turbinosamente
        col freddo nelle carni penetrante
        e il gregge di sgomento fu belante
        pel vento che ululava orribilmente.

        Se chetata non fosse la tormenta
        sarei con le mie pecore allo sbando
        e di mie forze avrei toccato il fondo
        e fin sarebbe stata triste e lenta.

        Ma il buon Dio che pare percuota e annienta
        alfin di Suo potere a tutti ammanta
        e quando già convinti di lor fine
        eccoli a casa coi suoi cari, infine.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          Inno ai genitori

          È tempo dell'Avvento e in nostri
          cuor qualcosa di nuovo ora germiglia,
          lo sentiam Gianni e Lida amabil figlia
          stasera che pensosi miriam gli Astri

          che di brillanza son men di Voi lustri.
          D'antica quercia porta seco foglia
          lieve venticel che spinge e invoglia
          trarre dai cuori e tingere d'inchiostro

          fogli, per dire a Voi, nostri pilastri,
          un grazie per il Vostro grand'affetto,
          per le attenzioni e i sacrifici tanti

          che, da quando noi ancora maldestri,
          elargito ci avete a tutto effetto
          venerandoci qual fossimo santi.

          Grazie per tutto, nostra diletta mamma,
          e a te, padre, per lo core che infiamma.
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            Dal dentista

            Tanta la gentilezza che m'avvolse
            che assai confuso mi rimasi alquanto
            e non capii perché così m'accolse
            chi non degnava altri più di tanto.

            Allorquando mi fui, poi, all'altro accanto
            che già saldato avea da tempo il conto,
            la mente mi s'aprì presto, qual lampo,
            udendo: esser pur io seme del campo.

            Questo non è l'ambiente che tu pensi
            ma, di contro, è una fabbrica di soldi
            che pure fuor di tempo trovi i saldi
            e patteggiare puoi pure i compensi.

            Il suo mestiere bene egli conosce
            ma meglio ancor lo fa se lo compensi
            che senza soldi, sai, perde li sensi
            ma al solo puzzo più nulla capisce.

            Non esser, quindi, pigro di tua mente,
            nell'elargire mostrati eccedente
            che assai maggiore avrà di dente cura
            ed ancor più s' esente di fattura.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              Amore di donna

              Della sua infedeltà, donna, sapesti
              e muta il patimento in cuor tenesti
              e proseguisti a seminare amore
              e a lungo celasti il tuo amore.

              Dell’altrui duolo pur ti caricasti,
              mai affaticata o stanca ti mostrasti
              e grande donna sempre fosti in tutto
              e nel lavor trovasti tuo costrutto..

              Se stato anco solo quest’atto fosse
              e nessun altro mai fatto n’avessi
              sol per l’amore tuo che mai si cesse
              e per bontate ch’altri ebbero eccessi

              meriteresti posto in una icona
              a simboleggiar madre e moglie buona
              ed affermare che non è circostanza
              mostrare che l’amore sia abbastanza.

              Enumerar tue qualità non posso
              che assai  furo, che parrebbero eccesso;
              una sol cosa, voglio, però, dire:
              da chi fu mai capito il tuo patire?
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                Scritta da: Nello Maruca
                in Poesie (Poesie personali)

                Il Ciliegio di Buddha

                Sin dagli albori del mio cambiamento
                quasi volendo suggellar l'evento
                in terra ricca a dimorar ti posi
                ed altezzoso là cresci e riposi.

                Scelsi quel posto donde il mar t'è a fronte
                che levante mirar puoi e pur ponente
                e dove in mare il ciel si perde tondo
                quasi a volere ch'abbracciassi il mondo.

                Non hai di che lagnarti per la casa
                ché te lo sol di mane a sera veglia
                poi, di notte, pur se di nubi ascosa
                qualche suo raggio luna a te convoglia.

                Seme innestato t'ho del Risvegliato *
                e dei canestri tutto t'ho imbrigliato
                ché di esso sono l'illuminato re
                e, puranco, in esso ho rispecchiato te.

                Nol sai che il gruppo s'è cresciuto alquanto
                che ne contiamo più, ormai, di cento?
                Siam tutti rigogliosi e ben pasciuti
                ché di sapere Buddha ci ha imbevuti.

                Sol di una cosa siam desiderosi:
                gustare appieno i frutti tuoi succosi,
                non essere di essi ancora geloso,
                donali solo a me che son goloso.

                *Buddha.
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  La maschera trasparente

                  È il tuo corpo che parla per te,
                  quei capelli arruffati,
                  le rughe,
                  le battaglie perse,
                  il tempo passato,
                  le macchie,
                  i segni e le cancellature,
                  il graffi di rabbia
                  e quelli d'amore.
                  È inutile che lo copra con abiti adatti,
                  è il tuo corpo che parla per te,
                  anche senza di te.
                  Composta mercoledì 1 agosto 2012
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                    in Poesie (Poesie personali)

                    1 giugno 2010

                    Si è intriso del mio sangue da adulto,
                    del mio sangue da ferite,
                    del mio sangue d'anima
                    l'abito che porto.
                    Si è intrisa della mia bava di vecchio,
                    bava che non è segno di desideri
                    o appetiti,
                    ma di perdita,
                    la corda che ho in tasca.
                    E si è intrisa di me,
                    delle mie lacrime immense
                    delle mie paure
                    questa povera terra
                    chi giace e sopporta.
                    Mi sono macchiato col vino al veleno
                    caduto per terra ad una cena,
                    l'ultima cena,
                    con dodici traditori
                    e col latte uscito dal seno di madre.
                    Ma tutto è ieri,
                    finito.
                    Composta mercoledì 1 agosto 2012
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