Lampione
M'esplode ne gli occhi
l'alone che vivido pulsa
roteando d'intorno al lampione.
Cieco, in gola muoiono
le lacrime; un grido
strozzato di selva
squarcia in croci di carta
il pensier mio e l'anima:
cupa s'abbandona.
E se le foglie muoiono
e arse di luce, distese
in strada si mescono
come folla in preda
al delirio, dimmi,
anch'io? Dimmi, m'uccide,
può quel lampione, appeso
d'un grigio e giallo di grano
bagliore? Può farlo?
Già l'odo.
Suon di Natura
m'afferra e sbalza
laddove tutto svanisce;
in un tiepido e fulgido
languore di volti e
luoghi e mondi e
sordidi fiumi che
scorrono in circolo,
d'un cerchio eterno,
che, paiono, al mio
cuore, in languida
ed effimera luce
sfociare, smembrando
la vista e l'intelletto.
E nulla vi è più;
sicuro nel buio avanzo
e guardo
quel traliccio di pensiero
che emana, d'intorno
l'ultimo mio stupido sogno.
Composta lunedì 21 maggio 2012