Scritta da: Cristina Metta
in Poesie (Poesie personali)
Young Zero
Ho smesso di fare lo shakespeariano
il mio cuore ha una sentenza di morte partita alla nascita col conto alla rovescia
e sono incapace di costruire dopo il Ground 0 della poetica lasciata da Keats e gli altri
la femminilità della Luna traumatizzata dalla mia noia
mi chiamo 0 come il principio fondamentale di qualcosa
che piace agli spettri in letargo sotto sta pelle di lupo
ciò mi rende rognoso ai diavoli abbelliti a biscotti con spezie
ma dentro più del putrido stagno _ amari
io sono il Re della mia storia
il guerriero
l'uragano
il ciclone
l'incipit
l'infetto di malinconia
l'infermo d'amore
l'incurabile
il malato di tutto ciò che l'emozione potrà mai trasmettere
io sono il bastoncino di lussuria intinto nel miele di donna
pagliaccio per le emergenze
abbaio
ringhio e mordo
fotto
corro e friggo guardando alle stelle
chiamatemi Male
chiamatemi Demone o Uomo
queste mani sentono più di quanto l'occhio possa vedere
sentono i morti
i poemi rimasti non scritti
sentono le leggende ancora da tramandare
e allora
l'infermo lascia impronta
mentre al suo orecchio
il sensibile sussurro d'astri
quello di Dei lontani
gli canta
lo imbriglia
lo ubriaca di eterno
tanto da sentire come la carne urla in quel buio
dentro il petto
o vedere l'orco della rima divincolarsi alla catena di sangue
è un vecchio rito d'assenza dal presente
con un pugnale più vigoroso dell'acciaio chiamato ode
che infligge il più acuto dolore quello da sogni
oh Follia
di cui di son guardiano
in sta nebbia notturna fatta di specchi con legioni
di Byron e di Cesari
io ho sto bulbo in battito che ancora non fa fiore
e per cui scrivo
per cui amo
per cui rovescio mari
per cui resto in viaggio
senza una mappa
senza una strada
senza una meta
"Young Zero".
Composta lunedì 7 ottobre 2019