Poesie personali


Scritta da: Costantino Sanna
in Poesie (Poesie personali)

La mia donna

E venne mattino d'una estate radiosa
la luce soffusa annunciava l'aurora
le illuminò il viso di giovane sposa
spossata, felice ed ebbra d'amore.

Danzava col vento e splendeva col sole
fluttuava leggera in un mondo incantato
spandendo nell'aria effluvio di viole
parlava al mio cuore senza parole.

Poi venne l'autunno che spense i colori
del sole velato di cenere spenta
pianse anche il cielo sul prato e sui fiori
ricurvi e avviliti, sfioriti e recisi.

Il calore gioioso e l'estate svaniti
col vento infuriato sui rami contorti
e un pallido sole le illuminò il viso
segnato dai solchi dei giorni vissuti.

Poi venne l'inverno e il gelo l'avvolse
col candido manto che cela i colori
il tempo sospeso dal bianco silente
nel cuore le spense gli antichi ardori.

Ma il tempo passato non tutto cancella
l'inverno ha segnato soltanto il suo viso
non danza col vento e non splende col sole
ma sorride e m'appare ancora più bella.
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    Scritta da: Costantino Sanna
    in Poesie (Poesie personali)

    Il cielo è vicino

    Sento la mano calda
    che sfiora il mio viso,
    asciuga le lacrime
    e invita al sorriso.
    È morta, lo sai,
    da anni oramai.
    La mamma non muore
    sta sempre al mio fianco
    la sento nel cuore
    ne odo la voce
    lenisce il dolore
    d'un figlio ormai stanco
    d'un mondo sbagliato
    d'un amore sfiorito
    col tempo appassito.
    Guardo nel cielo
    e cerco il suo volto
    nascosto da un velo
    di cenere smossa
    ma un vento mi sfiora
    e sussurra il mio nome.
    La sento vicina discesa dal cielo
    mi sfiora e mi bacia
    e ritorno bambino quando
    lei mi stringeva fra le sua braccia.
    Composta venerdì 31 maggio 2019
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      Scritta da: iomemestesso
      in Poesie (Poesie personali)

      La routine è una cosa strana

      La routine è una cosa strana,
      ti avvicina alla vita e poi te ne allontana.

      La routine è una cosa strana,
      ogni giorno ti lascia una speranza vana,
      dedicarsi pienamente a una cosa pur sentendola così lontana
      è come vedere il sole ma non la luce che emana.
      Composta mercoledì 29 maggio 2019
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie personali)
        Non meritavo nemmeno la cenere –
        sembrava dirmi la Notte – il carbone
        del mio castigo, l’insonnia infrangente
        muri di inconsistenza d’aria – dai
        luce col tuo passaggio a quest’asfalto –
        se griderai si innalzerà la fiamma
        di una richiesta disperata al nulla –
        ché il cielo, tetto buio ti richiude,
        smascherato l’inganno del suo azzurro.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie personali)
          Ricordati del bacio che mi infranse
          solo su un altro corpo, deludendomi,
          fu quella la mia fine meritevole –
          meglio restare vigili da statue
          ritti di fronte all'incombente morte –
          falchi sulla vetta della montagna –
          tuffarvisi in eroico sacrificio.
          Quando ci chiama il cielo, è perché ha sete
          l'abisso, il suo bicchiere che si innalza,
          che fu a lungo posato, immemorabile.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie personali)
            Trafugano, domandano, rimangono
            indietro, cadono lenzuola, vesti
            troppo sottili di vento, promesse
            di ritrovare dentro il freddo il caldo,
            eppure so che nella notte c'è
            la vastità di un'unica pupilla,
            sono smarrito in una passeggiata
            lontano dall'orizzontalità,
            volterò faccia a questi occhi, dove
            spira l'incendio nero in cui arderanno
            i rosei legni delle inermi palpebre.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie personali)
              Danze di smaterializzazioni
              distinguere nei venti più presenze
              trapassate solo per chi è nel sonno,
              si risvegliano senza avere carne,
              smuovono lenzuola interiori, cercano
              tra chi si offre in sacrificio, ostia
              senza una bocca di destinazione,
              nella navata della strada il loro
              più caro che non hanno ancora scelto,
              eppur si muove tra soli carboni
              quell'incendio indomabile del corpo,
              la legna del suo letto a cui esso aspira.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie personali)
                Tutto è ferita, anche il mio passaggio:
                la luce accende nostalgie lontane
                le finestre, fantasmi imbalsamati,
                la porta cede alla penetrazione
                ci si masturba dentro ad un segreto,
                il cielo azzurro finge la salvezza,
                il cielo nero svela il lutto assente,
                le stelle, pianto di una moltitudine
                attenta a non cadere sulla salma
                di un sogno prima che si decomponga,
                il biondo affiora e respirando soffoca
                sepolto nella pelle di un'altra alba
                e prima di lasciare un uniforme
                capisce quale che sia la sua sorte.
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                  Scritta da: Andrea De Candia
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Sento che chiama a che io testimoni.
                  Ma il tribunale è vuoto indietreggiantemi
                  davanti, come un dito che lo accusa.
                  Forse si illude di vedere un sogno.
                  Dal carbone di una ombra che si è arresa
                  sorge la fiamma della mia persona
                  che si consuma andando alla ricerca
                  di un qualcuno nel vento che spalanca
                  senza bussare ogni volta la porta
                  e la casa è una casa che non c'è.
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