Scritta da: Manuele Urru
in Poesie (Poesie personali)
È un carosello infinito
questa vita misera
uno disprezza
quel che l'altro desidera.
Composta martedì 28 maggio 2019
È un carosello infinito
questa vita misera
uno disprezza
quel che l'altro desidera.
E ho pianto
Sulla tua spalla.
E ho vissuto
Anelando a Dio.
E sono morta
Fra le tue braccia.
Una verità amara
che vien ricordata,
esseri umani massacrati
perché ebrei...
Il potere prende sempre più piede,
in questa realtà senza pietà.
Il cielo azzurro ci ha tradito
La bellezza ci abbandona,
Con una risata di gelido scherno
Risale nel vento screziato di rosso.
Il cielo azzurro ci ha divorato,
Frastagliata pelle oleosa che cola
Nelle fosse aperte nel cranio
Dai minatori in cerca di emozioni.
Il cielo azzurro ci ha cacciato,
Esiliati per un peccato incompiuto
Satollo di carne, non pago l'orgoglio
Ci ha inferto sorrisi che squarciano il volto.
Il cielo azzurro ci ha dimenticato
E noi stiamo obliando noi stessi,
Immersi nella luce deforme
Di questa alba storpiata.
Ricorda che sei bella.
Sì.
Tu sai essere luce
energia
forza
felicità.
Tu sei, e nessuno deve cambiarti mai.
Sei bella.
Sì.
E del cielo farete la vostra dimora,
delle nuvole il vostro giaciglio,
delle stelle il vostro giuramento.
C'era una piccola stanzetta,
buia e senza la luce elettrica,
una stufa sempre accesa
riscaldava il freddo inverno,
sopra il tetto senza soffitto
la pioggia batteva il ritmo.
Ora in sogno me la ricordo
piena di vita e non mi vergogno,
era la stanza più bella al mondo
dove il mio cuore trovava posto,
non cera bisogno di tanto spazio
per far sentire il suo battito.
Fuori da questo contesto
il mondo ha un volto diverso,
gli sguardi persi nei sogni
di chi sogna ad occhi aperti,
quanta ricchezza vestita fuori
quanta povertà nei loro cuori.
Hai mai udito il rumore di un pino mosso dal vento?
Suona e si dispera nel dolore con un grido di aiuto.
Quel cigolio è forse il rumore di una stanca vecchiaia?
Risulta inerme a quei gemiti; nulla può fare se non subire passivo i perpetui movimenti.
Si abituerà mai al suo destino?
Il vento passa e il rumore lascia spazio al silenzio.
Con quale stato d'animo aspetta il prossimo tumulto d'aria?
Vive l'angoscia dell'attesa?
Come si contano i giorni che ti separano dalla sofferenza, senza conoscere la ripetizione casuale degli eventi?
O forse in quel silenzio si sente la mancanza di quel dolore che accompagna la tua vecchiaia?
Si può sentire la mancanza di un sentimento che ormai conosci quanto la tua stessa esistenza?
In silenzio rispettiamo il suo dolore.
Beh, c'è poco da dire. Ricordate
che il pastore ha indicato la strada;
le pecore nere vanno cacciate,
solo così salveremo la nostra lana.
Due alberi spogli, ruvidi
intrico di rami senza capo
alla ricerca di raggi tra l'uomo
impassibile, irraggiungibile, intellegibile.
Creano, quasi per gioco, un ovale
apparentemente perfetto.
Senza rendersene conto, senza interpellare nessuno.