Sophia Sophia Sophia da dove sei venuta e come ti chiamavi? Lo sguardo tuo smarrito invano ricercava aiuto tra la gente che invece t'ignorava
finche non chiesi a Sara di accoglierti tra noi e tu salisti a bordo e ti accucciasti al fianco scegliendomi tra tutti e dando un taglio netto a tutto il tuo passato.
Il nome di Sophia fu un immediato vanto, un riconoscimento spontaneo ed adeguato al fine portamento che univa alla noblesse un bel temperamento
facemmo il viaggio insieme diretti a villa Free dove t'impossessasti di molti spazi nuovi per ribadire ancora la tua vera missione che dedicasti a me.
Da quel momento in poi scegliesti senza sforzo di fare la mia ombra in tutte le vicende, il giorno e anche la notte e senza mai lasciarmi eri riconoscente
per l'ospitalità che ti veniva data, per la condivisione con gli altri della casa di quelli spazi verdi sicuramente nuovi e subito graditi.
Trascorsi i primi giorni si pose una questione fu crisi "esistenziale" la grande dedizione che tu mi riservavi metteva in discussione il ruolo mio col tuo.
Che inutile questione: "hai più diritti tu oppure ne ho più io" a noi poco c'importa se stiamo bene insieme: "di spazio a villa Free ce n'è per tutti quanti"
E se altri arriveranno saranno bene accetti nella comunità dove ogni componente, qualunque sia la razza, impone dignità vivendo nel rispetto di chi gli siede accanto.
Ho veduto il tuo viso senza guardarti. T'ho seguito in passi altrui, consapevole io, non il cuore, della tua assenza. Tua non era la schiena, che la terra ha curvato, né la nuca, che il sole ha frustato. Non erano tuoi i solchi, che la luna ha guarito. Ma sembrava tuo il braccio infelice, a mezz'aria, sospeso, perenne. Suo il muscolo teso, verso la vita, lottando.
Un asceta maledetto corre contro se stesso specchiandosi in un dolore riflesso nelle parole che sconvolgono il passato troppe volte riguardato...
La solitudine aiuta a comprender molte cose ed il silenzio ne è testimone... introspezione
La tenerezza che si cela sotto mentite spoglie circoncide l'anima come un albero senza foglie che nel ciclo della vita stagionalmente muore resuscitando sempre con maggior vigore
... rifiorire...
Il limbo in cui cadono tutti i miei pensieri tra il buio del domani e ciò che è stato ieri mi priva oramai di ogni emozione divento il mio stesso testimone in un mondo sconosciuto che come incubo nero rasenta tagliente tutto ciò che sia mistero
L'allegoria cinerea della mia confusione mi culla sbeffeggiandomi tra l'istinto e la ragione introspezione
Misantropia arroventata da sensibilità tradita o asperità troppe volte constatata.
Di certo la rosa non ama chi, sfiorando il petalo non s'accorge d'averle inferto un livido greve sul velluto. Quando l'uomo il gambo recide commette floricidio una goccia caduca fuoriesce dalla ferita e annuncia il declino. A capo chino muore la rosa.
Se fortemente speri avere ciò che non hai, se con mente vagando vai sinceramente, se desiderio ch'è in te è puro e vero, se il vagheggiar rivolto è a Dio, aspettativa, desiderio tutto s'avvererà; ché questo sogno Dio mai eluderà.
Quando il dispero l'alma avea invaso dell'ineluttabilità già persuaso un pensier fosco insinuò la mente e del cervello ne fu preminente per quel qualcosa che portommi via nella certezza ch'essere più non sia. Altro non era ragionar diverso ch'ogni pensier gentile era disperso.
Prostato, un giorno, mi apprestai al Divino e grazia domandai pel mio destino, lo feci con fiducia mai avuta a Colui che sollievo dona, ama ed aiuta. Di naufrago che a tavol'aggrappato da fort'ondate a lungo sballottato che già fiducia tutta avea perduto e in quel relitto ebbe un fort'aiuto.
Io aggrappommi all'Essere Supremo che della barca tiene timone e remo, pace Gli domandai con la mia prece e nella prece riedemi la perduta pace.
Amore per chi odia e che non ama, amore per il debole e negletto, amore a chi ha sete di giustizia e amore per lo sciocco beffeggiato e ancora per lo storpio e per il cieco. Amore per il sano e l'ammalato, amore per il forte e per il debole e pure pel potente e pel meschino. Amore per il sole e per la luna e amore per la luce e per le tenebre, amore per la notte e per il giorno e pur'anco per ognuna le stagioni. Amore per le fonti e per i fiumi, amore per i laghi e per i mari, amore per i monti e per i piani e amore per i rettili e gl'uccelli. Amore per la fauna e per la flora, amore per il cielo e il firmamento e amore pel creato e Creatore, amor per tutto quanto ci circonda e amore del donare senz'avere. Quest'è la carità, la vera carità.