Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Poeta

Poco importa che tu abbia provato,
veramente quello che hai scritto,
quello che importa che tu abbia fatto vibrare,
quella corda, e che quella corda, faccia
vibrare la mente e l'animo di chi legge.
Comunque forse io non dico il vero,
sto semplicemente fingendo.
Quello che ho scritto ieri,
domani mi sembrerà solo un altro giorno,
e l'infinita malinconia svanirà con il
sorgere del sole.
E dalla copiosa sorgente di un altro inganno,
nascerà una nuova elegia.
Comunque tutto ciò non dovrà cancellare
La realtà.
Il mio compito è di credere in ciò che sento,
e di far credere agli altri, ciò che vivo,
o ciò che nella realtà non vivo?
O forse si?
Composta mercoledì 24 novembre 2010
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    Scritta da: Francesca Zangrandi
    in Poesie (Poesie personali)
    Non siamo mai stati così vicini.
    Non siamo mai stati così sinceri.
    Sei bloccato dalla rabbia e io ho atteso.
    Ho atteso...
    Atteso...
    Non capivi e non so se hai capito.
    Ma so che mi sono ritrovata sul tuo balcone e che per la prima volta in vita mia ero così incazzata che non riuscivo nemmeno a piangere.
    Sono tornata da te... ti ho aperto il mio cuore... ma sembrava che ancora una volta la tua rabbia ti bloccasse.
    È stato quel momento il mio più grande cambiamento...
    Il momento in cui tu mi hai detto che non cambi e io tra le lacrime... ho risposto...
    "MI DISPIACE MA IO DEVO DIFENDERMI"
    Me ne stavo andando...
    Mi hai seguita...
    Mi hai abbracciata...
    Lo so che vuoi cambiare.
    Composta mercoledì 24 novembre 2010
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      Scritta da: Giada Caserta
      in Poesie (Poesie personali)

      Luna

      Il tramonto è giunto
      e la Luna prende il posto di suo fratello Sole.
      Ancora una volta mi guarda interrogativa
      mentre me ne sto qui,
      alla finestra ad osservarla.
      Sembra mi stia quasi parlando,
      ma io non la capisco.
      Vorrei, ma non ci riesco.
      Riesco solo a fare domande
      e sono così abituata a non avere risposte
      che non riesco a sentire le sue dolci parole alate
      che cercano di confortarmi.

      Lascio che la notte mi entri nell'anima
      e lascio che si trascini dietro anche il suo compagno oblio.
      Lascio la mia mente vagare,
      forse sperando che trovi un'altra vana illusione
      da cui lasciarsi ingannare.
      E intanto la Luna percorre il suo stellato sentiero nel cielo
      e le tenebre si congedano dando il benvenuto alla luce.
      La mia anima però non ha trovato la pace che cercava.
      Il mio cuore non ha trovato il rifugio che sognava.
      Ed io mi sento più sola di prima in questo mondo senza primavera.
      Composta mercoledì 24 novembre 2010
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        Scritta da: Salvatore Coppola
        in Poesie (Poesie personali)

        Domani un'altro giorno

        Una bianca colomba
        svolazza fra tetti spioventi
        di case e torrioni
        di antichi manieri.
        Volteggia nell'aria
        aggraziata e superba
        per poi riposarsi
        a cercare sull'erba.
        Granelli di terra
        molliche di pane
        formiche ed insetti
        il suo umile pasto.
        Riprende il suo volo
        spiegando le ali
        la bianca colomba
        messaggera di pace.
        Dall'alto dei tetti
        accompagna il tramonto
        aspettando il domani
        per lei un altro giorno.
        Composta lunedì 22 novembre 2010
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          Invito

          Io intuisco, amore, quant'è doglioso
          l'affetto aver perduto dei più cari,
          quant'attristato s'è il cuor voglioso
          per quegl'amori fattisi assai rari.

          L'animo nobile tuo avea creduto
          ch'avrebbe sempre avuti e mai perduto.
          L'illusione è grande, assai penosa
          e accresce lo pensare chi in ciel riposa.

          Colei che vesti d'Angelo ha indossato
          stretta tienti la mano in ogni ora.
          Guarda, ti dice: Il capo com'è ornato
          dei più bei fiori e come giglio odora.

          Di me non t'attristare: Sono beata,
          vivo il riposo eterno: Dissetata;
          Un posto accanto a me t'ho riservato
          di luce luminosa tutt'ornato.

          Intanto resta lì, tra le tue perle
          alfin che la tua luce ancor le lustri,
          in ansia più di tanto non tenerle,
          a chi t'ha tolto affetto amor dimostra.

          Angoscia tanta e tanta n'hai provata;
          ascolta ora me, la tua adorata:
          Resta distesa ognor ch'io son felice,
          tale sarò ancora se tu stai in pace.
          Composta sabato 30 novembre 2002
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            L'abbondanza

            Quando in casa poco c'era
            Si giocava e si rideva,
            ora che zeppo è ogni loco
            né si ride né si gioca.
            Tutto quanto appare poco
            e sia il riso sia il giuoco
            tramutati sono in fuoco.
            Le bevande e vettovaglie
            Fan salire altre voglie
            e niuno è più contento
            Di benessere cotanto.
            C'è, perciò, solo lagnanza
            Per la scelta e l'abbondanza.
            Sol li nonni e li bisnonni
            Con gli zii già ottantenni
            Dirimpetto sono al fuoco
            Ben contenti di quel poco
            Chè rammentano che c'era
            Gran miseria da mane a sera.
            Ricordano il passato,
            sanno quanto ch'è costato,
            sanno quanti patimenti
            san le pene e i tormenti.
            E, perciò, quel caldo fuoco
            Per quanto appar poco
            Dona loro giovamento
            e al corpo e alla mente.
            Ogni tanto un guardo sbieco
            Come dir: dico e non dico.
            State attenti, o voi scontenti,
            Che potreste ai vostri denti
            Solo offrire un po' di pane,
            Senza pranzi e scarse cene
            Come quando per luce c'era
            La candela di scarna cera.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              La rosa

              Ha una rosa il mio giardino
              dall'arbusto senza spino;
              germogliata è in gennaio,
              primo fiore del mio vivaio.
              Dalla nascita che fu
              quarant'anni e poco più
              l'orticello è impreziosito
              di quel fiore assai pulito
              c'hà l'odore e lo splendore
              più di altro ogni bel fiore.
              Non è fiore nel mondo intero
              più verace e più sincero.
              Non è fiore in primavera
              tali odori da mane a sera.
              Dalle Ande agli Appennini
              degli Urali ai confini
              per quanti siano fiori
              non trovi quegl'odori.
              Scarso l'orto è d'averi
              ma tal* ricco è il suo vivaio * talmente
              che copre ogni divario.
              Composta giovedì 30 novembre 2006
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                Scritta da: Nello Maruca
                in Poesie (Poesie personali)

                Lo scalognato

                Per volere del destino ebbe intoppo
                nel cammino e da molti, tanti anni
                vive in speme, tormenti e affanni;
                come erbivoro destriero al galoppo
                uso e corsa rallentato in galoppare
                per malore d'ungula afflitto
                appar mesto, mogio appare e derelitto.
                Tal si è, desolato e moscio
                ché mai spiraglio s'aperse all'orizzonte
                che nel calore sciogliesse il moral floscio
                e da valle lo proiettasse al desiato monte.
                Come avviene non sa e forse mai saprà.

                Avendo un po' di fede, però, in Dio
                il cuore gli detta:: Fu sfortuna dell'io.
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                  Scritta da: Nello Maruca
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La partenza

                  Quel che raggiante pria ora uggioso
                  è viso ché corpo al veleggiante
                  legno è presso, pensiero altro loco
                  posato già sua passione vede
                  indi i begl'occhi a lacrimare cede
                  mentre a lento andar scompar naviglio.
                  Per dir dolor ch'opprime all'altrui è pari
                  dappresso al boccaporto invia segnale
                  chi straziato al molo posato ha cuore.
                  Strazio restato è su molo freddo,
                  strazio galleggia su schiumos'onda.
                  Composta sabato 30 novembre 1974
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