Poesie personali


Scritta da: Nello Maruca
in Poesie (Poesie personali)

Il gentiluomo

Disquisire di te, del tuo sembiante
arduo perviene a me vate cadente
che altre sublimi Menti aviano vanto
con diligenza dire di tanto manto.
La testa ch'è vagante e pertinace
non tiene pace a essere incapace

e allora s'inoltra nell'oscura selva,
tenacemente, ad affrontar la belva.
L'arma con cui combatte è una penna
che patisce dir del cervel ch'affanna,
che s'arrovella e non trova forma
l'enunciar che vorrebbe in piena norma.

Mò pare che irta poco meno è l'erta,
indi, la scritta scorre un po' più certa.
Entra nel mezzo di folta foresta
e, caparbiamente, a belva tien testa.
Vede la bontà dell'esser tuo, descrive
la dolcezza del tuo cuore, rivive

quanto grande per l'altrui hai amore
e della carità lo gran spessore.
Ma nell'andare incespica, cade, s'alza,
si rincammina, ricade, sobbalza
ma intricato di cespugli è il loco
indi la penna più non regge il gioco.

Si sfiducia, s'abbatte, indi, soggiace.
ma sol per poco, essa, però, si tace.
Chè una penna pur debole e flemma
si scalda e brucia più d'immensa fiamma,
e ancora maggior  di fiamma rossa diviene
se a bontà s'affaccia e non a pene.

Qui la dolcezza, in breve, vuol narrare
d'uomo gentile che sa soltanto amare.
Di te vuol dire, Cavaliere illustre,
della schiettezza limpida, campestre
ch'altra maggior, giammai, rilevi altrove
e puranco la scorza zotica rimuove.

Cuore gentile, colmo d'ogn'affetto
che per il ben'altrui non tien difetto,
proclive e lesto a propinar man forte
e al bisognoso schiudere le chiuse porte.
Se di un essere eretto già hai scritto
e anche in verbo ripetuto e detto

della dolcezza e umanità infinita
ch'altro vuoi dire che porta in sé tal vita?
Ch'altro un uomo può aver che spinge
oltre la carità e che dolcezza aggiunge
a stile, bontà, fede e grand'amore?
Se cotante virtù racchiude in cuore

cosa vorresti, penna, dire più ancora?
Qui, diletto amore, la mente si scolora
perciò t'implora a gentil riflessione
alfin che t'ammanti di comprensione
e per la mente che troppo vacilla
quanto pel cuore che in pett'oscilla.
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    L'opportunità della vita

    L'Onnipossente, immenso Creatore,
    l'Iddio che dell'Universo è fondatore,
    che dal nulla formò cielo, terra e mare
    che se odiato sa soltanto amare
    onde lo sacrificio del Figliol non fosse vano
    all'uomo crudele volle stendere la mano.
    Decise, quindi, di donare due calle;
    l'una che scende liscia verso valle
    l'altra di rovi cosparsa, macigni e sassi
    che difficoltoso è muovere i passi.
    La prima mena dritta al fuoco eterno
    Perché percorsa dal male dell'inferno;
    la seconda stretta, cosparsa di pece
    porta alla carità, la luce e pace.

    L'una a misura di cattivi e stolti
    l'altra pei buoni, di carità avvolti.
    Queste le opportunità che Dio ha dato;
    a noi andare a destra o a manco lato.
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      Luce

      Raggio di sole apparso è in firmamento
      ch'illumina ogni ambiente circostante
      mentre calore inietta ogni momento
      in cuore di chi resta suo amante.

      Il raggio ch'è apparso è imponente
      poiché coronamento d'amor grande
      in gesti e in movenza aitante,
      intorno armonia, qual capinera spande.

      Sì, qual persona il nome è grande
      che in Pietro da Gesù fu trasmutato,
      dall'une a benedire fu, all'altre sponde
      canco di guarigione decision fu dato.

      Indi, Simone pescatore è Pietro
      ch'assecondar divino deve disegno
      e della Chiesa è sesquipedale Pietra
      Perciò esser Simone per tutti è sogno.
      Composta martedì 5 giugno 2001
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        L'assenza

        Se il peso non s'avesse dell'affetto
        la lontananza non avrebbe effetto.
        Se, poi, negl'anni il bene s'è ampliato
        il peso dell'assenza e più marcato.

        Capire ciò lo può ch'in petto ha cuore
        e se vi custodisce grand'amore.
        Da stamane manca l'Angelo custode
        e la tignola già dentro mi rode.

        Se manca la feconda ape regina
        nell'arnia resta spenta la fucina;
        spenti i fornelli son della cucina.
        Nessuno li cura: Manca la regina.

        Tutto si ferma, tutto muore e tace
        e io tormentato, stracco, senza pace.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          Il Natale

          Suono giunge indistinto in lontananza
          e poco a poco parmi che s'avanza.
          M'accosto lentamente alla finestra,
          le flebil note annunciano un'orchestra.
          Dal cielo a fiocchi lenta cade la neve
          e su ogni cosa posa piano, lieve
          Mentre l'orchestra sempre più vicina
          Di Cristo ci ricorda e di Maria Regina.
          Le dolci note sono della zampogna
          Che a valle scende giù dalla montagna,
          accompagnata dal suon della chitarra
          ci dice che Gesù è sceso in terra.
          Il manto bianco a vista si disperde
          e tutt'intorno ha ricoperto il verde.
          Il vento porta il mugolio del cane,
          il tocco festoso delle bronzee campane.
          La mamma ruota in casa indaffarata
          a preparare frittate e pignoccata,
          a friggere baccalà nella padella
          e lenticchie a condire nella scodella.
          Per la famiglia questa è la gran festa;
          tutti siam dentro: Il nonno in testa.
          Nella modesta casa a due stanzette
          Siam tutti intorno al fuoco: i diciassette.
          Ora si sente il sibilo del vento
          Quasi fosse dell'orchestra altro strumento;
          la zampogna prosegue il suo cammino
          e noi contenti intorno al tavolino.
          Quel che di questa festa è più importante
          è la serenità che intorno spande.
          Nel cuore d'ognuno cessa ogni doglianza
          Poiché pervaso di dolce speranza.
          Di tutte le ricorrenze è la più grande
          Ed è per l'Universo la più imponente
          Giacché di quest'oggi è la lieta novella
          Del Redentore nato in una stalla.
          Richiamati dai delicati canti,
          Degli Angeli dal cielo scesi gaudenti,
          Lo venerano i pastori trepidanti
          e i re magi del lontano oriente.
          Composta martedì 30 novembre 2004
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            L'insegnamento

            Sono allo scorcio, ormai, del mio sentiero
            ma più che mai vivere vorrei tanto
            per ricordare a tutti del tuo pianto
            e mantenere a lungo il tuo pensiero.

            Io a rimuginare lo tengo in testa
            quell'eufemismo che mi desti in pasto
            quando aggiungesti, col tuo fare mesto,
            tace chi tiene perspicacia lesta.

            Pure affermasti che giudizio tiene
            colui che in petto sempre l'ira contiene;
            lo dicesti con fermezza e certezza
            tanto che l'acquisii senza dubbiezza.

            Nel bagaglio d'esperienza l'ho aggiunto
            e, in toto, ha già domato la mia grinta.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              La fede

              Se il guardo porti in cielo
              e vedi Dio,
              se lo riporti in terra
              e ancor l'incontri,
              se spazi sopra al mare
              e lì galleggia,
              se sul lago lo trovi
              e pur sui monti,
              se pensi al bruco fuoruscir
              dall'uovo, al cambiar
              di pelle e divenire
              crisalide e poi farfalla,
              se il pensier ti ritorna
              dalla farfalla all'uovo
              e in questa metamorfosi
              l'opera Sua immensa
              vedi e credi,
              se riconosci Egli nel tuo corpo,
              se tua fiducia in Egli tu riponi,
              se i bisogni tuoi ad Egli esponi
              e se confidi in Lui ogni certezza,
              se credi che in Egli sol'è salvezza,
              se ovunque il guardo giri
              e lì lo vedi,
              se nel morire credi andargli incontro,
              se credi ch'ha poter sui tuoi peccati,
              che per essi il Suo Figliolo in croce
              ha dato
              e che soltanto Lui tutt'ha creato,
              se tutto quest'è in te:
              Questa è la vera fede, la fede in Dio.
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                Scritta da: CINELLA MICCIANI
                in Poesie (Poesie personali)

                Come fosse eterno

                Prigioniera
                di me stessa,
                sono un essere fragile
                senza più ali
                per volare.
                Racchiusa
                nel mio mondo ovattato,
                osservo distaccata
                la vita scorrere
                senza più fremiti.
                Solo il silenzio
                mi circonda
                e il buio avvolgente.
                Mi manca la luce
                ogni anelito di vita
                la speranza.
                Vivo questo momento
                come fosse l'ultimo
                come fosse eterno.
                Composta sabato 20 novembre 2010
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                  Scritta da: Carlo Peparello
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Revolutiòn

                  Era un anno lontano senza più protagonisti
                  Mi ricordo di donne ansimanti e fancazzisti
                  C'era chi non poteva più sperare in niente
                  Chi per non soffrire spegneva la mente
                  Era l'anno della rinuncia e della resa
                  Non c'erano lacrime per piangere né soldi per fare la spesa
                  Le tinte erano opache e sbiadite, senza contorno
                  Costava al cuore pompare fiducia e guardarsi attorno
                  C'era chi osava avanzare urla e pugni al vento
                  chi con le giacche strappate era vigile e attento
                  Bastava una scintilla e le pecore avrebbero lasciato il posto
                  a giovani leoni dal viso scolpito che stringevano un testo
                  Parole di riscatto vergate da mani morenti
                  Scardinavano coscienze e aprivano menti
                  Ne fui protagonista di quel nuovo vigore
                  di come mandammo a fanculo la legge e il rigore.
                  Composta sabato 20 novembre 2010
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                    Scritta da: Gaetano Toffali
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Mi guardano leggeri i tuoi occhi

                    Mi guardano
                    Leggeri i tuoi occhi
                    Ricordano
                    La calma del mare
                    Si scioglie
                    Lieve il mistero
                    nella tua profondità

                    Il riserbo di te
                    Il tremore del dono
                    Sono piccole pietre
                    Che sciabordano a riva
                    Hanno il lieve sentore
                    Di tempesta passata
                    Scialuppa indomita
                    Di vita sei tu.
                    Composta lunedì 30 novembre 2009
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