Poesie personali


Scritta da: Renzo Mazzetti
in Poesie (Poesie personali)

Paradiso mugellano

L'aurora colora
Le colline addobba
Col velo color fucsia
Invita l'alba
Festeggia il sole.
Gli alberi si spogliano
Le foglie cadute aprono
Viste di nuovi paesaggi
Sconosciuti conosciuti
Scordati ritrovati familiari.
Il freddo-tiepido inverno
Rivitalizza il secco alveo
Dove Ensa scorre bassa
E quasi tutto par meditare
Viva pace e musica e sogno.
Natura s'ammira vive e rivive
La donna e l'uomo accolgono
Non disperano curano amano.
E consola e attrae attenzione
Guida il richiamo intermittente
Intimo dal brunastro di merla.
Da questo bel nido armonici
Arridono angeli e cherubini.
Felici voliamo in alti pensieri.
Avanti su Gattaia con il Sole.
Composta mercoledì 2 gennaio 2019
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    in Poesie (Poesie personali)
    I vostri cuori si rischiareranno,
    le vostre menti libere si alzeranno nel vento
    perché non avete colpe da scontare
    ma anni da vivere.
    Rivolgo a voi la mia preghiera
    e il mio coraggio,
    riprendetevi quanto vi appartiene,
    su questa Terra,
    nel cielo.
    Composta mercoledì 9 gennaio 2019
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      in Poesie (Poesie personali)

      Semantica (tra la notte e il giorno)

      Ho visto i vasi della notte pieni di bugie sconfitte
      mentre l'ora aspra s'accorda
      al cambio di vento,
      ove uno sguardo rugge
      come di cor d'agghiaccio fonde
      e di sentimento tende,
      sì tal di mano s'apre
      al fiore di giorno,
      ancor in canto...
      nuovo germoglio d'onor
      e amor profuso
      di luce e in manto
      in quanto a rugiada
      di grigio il color cancella
      ad allevar momento
      ov'anche ad ingannar lamento riuscii;
      eppur mi costa subir
      d'altrui risposta
      per aver al fianco
      in controluce e al tempo
      solo e bizzarro
      il mio costume
      e in grembo
      ad or di noia
      un raggio d'aurora,
      e dentro ormai fiducioso
      a darmi il buongiorno avvistai
      il regno del sole!
      Composta mercoledì 11 aprile 2018
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        Scritta da: mimpoet
        in Poesie (Poesie personali)

        Sarebbe bello

        Sarebbe bello
        sprofondare nelle pieghe e nelle rughe
        di una memoria traballante
        per ripescarne frammenti
        di una vita non vissuta fino in fondo
        per paura
        o per pigrizia.
        E andare e venire, venire e andare...
        Sarebbe bello
        ripercorrere sentieri del tempo
        e dello spazio
        non battuti fino in fondo
        per timore di avvicinarsi troppo
        ai precipizi del dolore.
        E andare e venire, venire e andare...
        Sarebbe bello
        tuffarsi nel fondo del cuore,
        dove dicono che abiti, chiuso a chiave nella sua stanza,
        il Bene,
        mai coltivato con la dovuta attenzione
        per la paura di assottigliare
        il meschino capitale
        dell'amore di sé.
        E andare e venire, venire e andare...
        e infine ritornare in sé.
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          Scritta da: Rossella Di Venti
          in Poesie (Poesie personali)

          Sorridi

          Sorridi...
          fai un regalo al tuo cuore e a chi ti vuole bene.
          Un sorriso che riscaldi l'anima
          facendo rifiorire il tuo giardino.
          Sorridi e sarai il rifugio
          di chi ha fatto della tristezza uno stile di vita.
          Fallo anche quando non ne hai voglia...
          è tutto ciò che hai... è l'unica arma
          che puoi usare per ferire chi ha provato
          a derubarti la vita.
          È il solo modo per illuminare di immenso le pieghe di un viso
          che ha dimenticato cosa sia un sorriso.
          Composta martedì 3 gennaio 2017
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            Scritta da: dantino
            in Poesie (Poesie personali)

            Per te Patrizia Spano

            Un attimo e mi fermo ancora a pensarti, come tutti i giorni da quando hai imparato a mancarmi,
            Sei partita senza un saluto, senza una carezza di conforto, lasciandomi,
            e la tua anima a danzarmi intorno, come una farfalla solitaria e forte.
            Sono le tue parole, la tua unica voce che mi accompagna.
            Vedi amica mia, io penso vecchio, ho la malattia dentro, l'umana malattia dentro
            conosco il tempo che manca e troppo spesso ascolto il silenzio, tormentarmi,
            io... possiedo lacrime antiche di pazienza, e conto ancora i giorni con le dita
            vedi amica mia, siamo come barche in secca al cuocere del sale, rassegnati
            senza una speranza, che il mare ci possa svegliare
            viviamo la malinconia di una tempesta e di un vento che ci portava lontano
            un tempo che ci gonfiava le vele e ci faceva sognare
            non avremmo mai potuto immaginare la prigione
            che solenne, attendeva di fermarci, di incatenarci ai ricordi
            tanto che i sospiri si sono fatti pesanti
            vorrei ancora sentirti, vorrei che ti lamentassi per i tuoi giorni mancanti
            per un'agognata pensione, dopo la malattia e la dura fatica
            non ti hanno concesso tempo, e chi ci governa te ne ha chiesto troppo
            non hai atteso oltre
            hai ripreso il mare, per fuggire da questo freddo inverno
            da questo ingrato posto di dolore
            ed io ti immagino
            voglio immaginarti varcare il cancello
            e sopra il ponte
            girarti per l'ultima volta
            e salutarmi.
            Composta giovedì 3 gennaio 2019
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              Scritta da: Antonio Belsito
              in Poesie (Poesie personali)
              Ogni anno ti ripeto filastrocche
              ché il tempo non dona scampo
              e l'esistenza è in un lampo
              e allora incolliamoci l'istante
              così anche il cuore ci sente
              ché, in fondo, siamo qui
              a coesistere, resistere,
              stare pure negli occhi.
              E lo senti il temporale,
              e lo vedi questo mare,
              e lo senti questo sale
              che, poi, arriva pure il sole.
              Questo arcobaleno è a metà
              né un po' più in qua
              né un po' più in là.
              E la pelle si accappona.
              Terra piatta, tonda, sferica o ovale
              nera o bianca
              povera o ricca
              in pace o in guerra.
              E non c'è voce per raccontare
              ciò che si può provare.
              Fiocchi di neve o raggi di sole.
              Àncora o Ancóra.

              Un altro anno. Già.
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                Scritta da: Giuan Malemand
                in Poesie (Poesie personali)

                Trentundodici

                C'è quest'anno cui cala la sera
                e quello nuovo che pare attraente,
                son tutti eccitati per l'atmosfera
                tranne me, solo in mezzo alla gente.
                Bianchi e muti sono certi sorrisi,
                come picchi innevati d'inverno,
                ricordano sogni passati e derisi,
                destinati a svanire in eterno.
                Ferite invisibili mi straziano,
                il vuoto mi stringe il guinzaglio
                e mentre i miei pensieri annegano,
                cerco il mio "io" ma trovo uno sbaglio.
                Guardo il mostro dentro di me,
                vorrei dirgli che ha vinto e di farla finita
                ma il demone ribatte ghignando tra sé:
                "Hai ancora la faccia pulita..."
                Composta domenica 31 dicembre 2017
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