Poesie personali


Scritta da: Germano Marcia
in Poesie (Poesie personali)

La fede dopo lo stupro

Non sono incline
come altra gente
a chiederti materiali,
nemmeno inginocchiato
a supplicare una
illusa promessa.

Rinnego tè come Dio
perché immobile sagoma,
menefreghista menzognere.

Vieni qui ora,
a distruggere il mio
diventato impuro corpo,
vieni e mostrarti,
finto salvatore.

Vano sarà il pregare,
vano sarà l'attuale,
ora che porto dentro di me il bastardo,
accoppiata come un cane
al cospetto della cenere.

Ti abbandonerò inutile Dio,
darò il mio corpo alla violenza
perche lo possa strappare dal suo corpo
struprandogli il cuore
a colpi di bastone.
Composta martedì 20 luglio 2010
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    Scritta da: Vincenza Molvetti
    in Poesie (Poesie personali)

    Sanguino di te

    Non so ferirti senza farmi del male
    non riesco a fingere di non amarti
    il mio cuore sanguina di te
    macchiando sogni, speranze e promesse fatte.
    Parlami di te mentre scrivo poesie che fanno bene al cuore,
    parlami di me mentre rifletto sul nostro passato dolore,
    parlami di noi e dimmi che è grande questo nostro amore.
    Composta martedì 20 luglio 2010
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      Scritta da: Vincenza Molvetti
      in Poesie (Poesie personali)

      Hai calpestato le mie rose

      Hai calpestato le mie rose
      una mattina di primavera...

      le hai calpestate appena sbocciate
      e nel mio cuore tante ferite sono nate
      tante quanti i petali caduti
      lasciati lì, sul ciglio di una strada e dal vento sperduti.

      Abbiamo seminato insieme le rose nel giardino dell'amicizia
      ma non ti credevo presa dall'avarizia...
      avara di sentimenti o ingorda di invidia ma perché ti credi senza letizia?

      Troppe domande, poche risposte dentro me
      so solo che hai lasciato una ferita profonda,
      ammetterlo mi costa ma mi sbagliavo di te.

      La fiducia coltivata non ha dato i frutti sperati
      perché insieme non li abbiamo raccolti e mangiati.

      Hai calpestato le rose appena sbocciate
      prima che cominciassero a respirare le hai soffocate
      senza pensare all'impegno speso
      lasciando in me e in te un punto in sospeso.

      Perdonarti adesso non so,
      un giorno magari potrò
      per ora leggi queste righe
      nella speranza che riuscirai a toglierti le spine.
      Composta martedì 20 luglio 2010
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        Scritta da: Vincenza Molvetti
        in Poesie (Poesie personali)

        Il più bel gesto d'amore

        Rigano il mio viso queste lacrime,
        lacrime salate che baciano dolcezza mista a candore sulle mie labbra.

        dolcezza che inebria i miei pensieri e candore traccia questo mio amore per te.

        quale sia il gesto d'amore più bello?
        non ci sono parole per commentarlo, non ci sono foto o stralci di canzoni per suscitarlo, lo devi vivere, devi sentirti avvolto, devi sentirti vivo, si vivo.

        c'è chi dice che il gesto d'amore più bello sia il bacio, l'incontro di due cuori in gusto fruttato e che profuma di ciliegio;
        c'è chi dice che sia una bella parola magari sussurrata all'orecchio dolcemente e accompagnata da un fascio di rose;
        c'è chi dice che non esiste forse perché è troppo sordo ai richiami dell'amore...
        c'è dice troppo e c'è chi niente...

        il gesto d'amore più bello per me è quello che sembra tagliarti il fiato ma invece di fa vivere dei respiri dell'altro;
        è quello che ti avvolge di calore, di affetto,
        è quello che ti consola, quello che ti protegge...

        se potessi disegnare l'amore...
        disegnerei un grande cuore abbracciato da due innamorati.
        è l'abbraccio il gesto d'amore più bello,
        quello che ti fa sentire donna ma bambina allo stesso tempo
        perché è in quell'istante che muoiono paure, che nascono passioni, che perpetuano sentimenti, che prendi coraggio o ti accorgi di essere vuoto dentro.

        abbracciami, abbracciami ancora una volta,
        sentire il calore della tua pelle su di me così leggero, profumato
        di girasoli appena raccolti, inebriato di estasi e speziato da frammenti di sogno...

        abbracciami... abbracciami ancora una volta... stretta stretta a te...
        Composta martedì 20 luglio 2010
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          Scritta da: Luigi Civolani
          in Poesie (Poesie personali)

          La prova del nove

          Molti dicono di aver capito...
          Però non sanno di non sapere.
          Altri sanno ma non capiscono.
          Tanti credono di aver capito,
          mentrie altri fingono di non capire.:

          Cliniche aperte o chiuse dell'essere
          o dell'aver, dell'apparir o dell'esserci
          senza esser nulla, tutti esistenti che
          credeono di essere vivi.

          Parecchi uomini dicono di non saper
          nulla, ma nulla fanno per apprendere.
          Molti apprendono ma ne forniscono
          la loro interpretazione.

          Pochi i propensi a comprendere
          una moltitudine di uomini che
          non vogliono ascoltare, perché
          mirati solo a parlare.
          Allora! Siano fatte le volontà
          delle opinioni, ovvero le illusioni,
          siano concretizzate le presunzioni.

          Molti uomini nelle bugie nascondono
          tante verità. Molte persone credono
          di essere al di sopra del bene e del male,
          e pure non hanno ancora imparato
          nemmeno a distinguerli.

          Taluni credono che il male stia sempre
          dalla stessa parte, e che il bene
          stia sempre dall'altra, ed invece non sanno
          che essi sono sempre insieme, sia pur distinti,
          ma non distanti: "iil segreto è non condurli
          al delirio... Altrimenti sia fatta la volontà
          della lucida follia!".

          Io, però una certezza c'è l'ho, ed è proprio
          quella che "il carrozzone" ignora,
          e mai su ciò, alcuna domanda si pone:
          "io sto ancora cercando di capire
          cosa sono le nuvole"...

          ovvero le illusioni, delle opinioni.
          Composta lunedì 31 maggio 2004
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            Scritta da: Donatella
            in Poesie (Poesie personali)

            Con il cuore e con la mente

            Chiudo gli occhi
            e le mie dita iniziano a guardarti,
            senza tralasciare
            ogni piccolo particolare.

            Chiudo gli occhi
            ed inizio ad ascoltarti,
            attentamente sentire il tuo respiro
            che aumenta ogni volta che ti sfioro.

            Chiudo gli occhi
            ed il tuo odore
            mi sconvolge e mi dimena
            come travolta da un fiume in piena.

            Chiudo gli occhi
            ed il tuo sapore
            che sulle labbra resta
            con un bacio si manifesta.

            Chiudo gli occhi
            per goderti follemente
            perché ti amo
            con il cuore e con la mente.
            Composta martedì 20 luglio 2010
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              Scritta da: Vincenza Molvetti
              in Poesie (Poesie personali)

              Gabbiano

              Ricordo di stare seduta su un davanzale
              e da lontano vidi un gabbiano volare sul mare...
              Improvvisamente pensai di voler essere anch'io un gabbiano
              ma incominciai a ridere piano, piano...

              Che idea strana pensai!
              E viaggiando con la fantasia, nell'alto cielo blu anch'io mi ritrovai...
              Tra le piccole nuvolette che sembravano caprette,
              mi divertivo a volar
              guardando in basso lo splendido e azzurro mar;
              mi sembrava di sognare e ad un tratto mi risvegliai sul davanzal!

              Pensai: Che sogno birichino però molto carino!
              nel frattempo,
              quel gabbiano non lo vidi più:
              volava contento nell'infinito cielo blu!
              Composta martedì 20 luglio 2010
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                Scritta da: Vincenza Molvetti
                in Poesie (Poesie personali)

                A te bambino...

                Una guerra,
                è sempre stupida e inutile.
                Un bambino,
                anche con un fucile in mano,
                è sempre e solo un bambino.

                Un bambino che piange,
                un bambino che soffre,
                un bambino che muore,
                un bambino che grida: io amo la vita!.

                Questa "poesia" è dedicata:
                a chi non può leggerla;
                a chi non può sentirla;
                a chi non può copiarla;
                a chi non può stracciarla;
                a chi non può amarla;
                a chi non può odiarla;
                a chi non può raccontarla:
                forse è dedicata a chi non esiste!

                Non lo so nemmeno io!

                È dedicata a chi non ha una mamma;
                a chi pensa che ogni giorno sia finita!

                È dedicata
                a chi non può giocare;
                a chi non può cantare;
                a chi non può permettersi di sognare, forse perché non lo sa fare o l'ha dimenticato!

                Questa poesia è dedicata
                a chi non può parlare;
                a chi si sente solo;
                a chi non ha un amico;
                a chi si crede tutto;
                a chi si crede nulla;
                a chi non ha un diritto;
                a chi non sa che esiste!

                La dedico a te, bambino,
                la mia poesia!
                A te solo, che ti ritrovi vittima di guerra.
                Composta martedì 20 luglio 2010
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                  Scritta da: Vincenza Molvetti
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Angelo Disperso

                  Eccoti, accovacciato alla fermata dell'autobus,
                  aspettando chi ti rivolga un sorriso,
                  chi dia da bere alla tua sete di giustizia e da mangiare alla tua fame di libertà.

                  Ho guardato i tuoi occhi, riflessi in un vetro d'auto,
                  li ho visti spenti e bui come la notte
                  mentre dalla pioggia imitavi il suo saper piangere senza farsi notare.

                  Ti ritrovo, poi, lungo i marciapiedi delle grandi città abbandonato,
                  ti senti solo in un mondo troppo popolato.

                  Sfogliando il giornale, in foto mi riappari e, mi angoscia il saperci così lontani,
                  ti vedo malato e malnutrito,
                  la tua Africa ti culla
                  mentre c'è chi non ne vuol saper nulla.

                  Una strana sensazione mi rode forte dentro,
                  maledetta quanto un tormento!

                  Angelo Disperso,
                  ho visto le tue ali spezzarsi,
                  e il mancato volo verso un rigenerarsi...

                  Ti ho visto... Angelo Disperso...
                  ... impotente ad aiutarti...
                  ... consapevole ad amarti...
                  Composta martedì 20 luglio 2010
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