Poesie personali


Scritta da: Andrew Ricooked
in Poesie (Poesie personali)

Fate piano per favore

In mezzo ad un campo di grano
un grano piccolo, verde, appena nato
fiorellini gialli a chiazze qua e là
e la città
laggiù, lontana, distante
molto distante
e una vecchia casa abbandonata
e un traliccio della luce arrugginito
e il cielo coperto, il sole non picchia
e il vento non soffia;
un piccolo volatile plana leggermente sul terreno
cerca solo un po' da mangiare
poche macchine passano lentamente, lungo quella strada di campagna
poco o niente tutto intorno,
silenzio
solo un po' di silenzio
ci voleva
silenzio
va tutto bene adesso,
grazie
non c'è niente qui, che disturbi la tua quiete
niente
solo silenzio;
presto finirà
ma va bene
ok
è giusto così
come potrei apprezzare una cosa che dura per sempre...?
Silenzio.
Composta mercoledì 5 maggio 2010
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    Scritta da: Alessia Auriemma
    in Poesie (Poesie personali)

    Il mondo ci respira

    Sarei venuta a cercarti in ogni trincea,
    in ogni parte di un campo minato,
    accanto ad ogni filo spinato,
    con il cuore impaurito di trovarti ferito.
    Sarei venuta a cercarti sotto le bombe,
    sotto la pioggia, sotto i ponti,
    in ogni buia caverna,
    né il giorno né la notte avrebbero potuto fermarmi.
    In ogni spiaggia avrei domandato di te al mare e ai gabbiani,
    avrei percorso ogni strada fino ai margini del mondo,
    nelle crepe più oscure della terra.
    Ti avrei cercato in ogni luogo con il cuore gonfio del timore
    di non trovarti più.
    E così è stato, amore.
    Per te ho girato quel mondo che avremmo dovuto scoprire insieme,
    ho fotografato con gli occhi e impresso a fuoco sull'anima
    ogni passo, ogni colore, ogni profumo, ogni respiro.
    Mi sono liberata lungo la strada di ogni mio peso
    e ho fatto spazio per prendermi cura dei tuoi e poggiarli sulle mie spalle.
    In ogni posto in cui ti ho cercato,
    ho trovato un po' di te e lasciato un po' di me.
    Adesso ogni posto del mondo ha vissuto un po' di noi.
    Questo è stato il mio modo per dirti quanto ti ho amato
    e quanto ancora avrò da amarti, amore mio.
    Composta mercoledì 5 maggio 2010
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      Scritta da: duska
      in Poesie (Poesie personali)

      Mentre la pioggia copre il loro pianto

      Mentre la pioggia copre il loro pianto,
      oltre lo sguardo innocente e il grido
      muto, che del dolore chiedono i perché,
      essi stanno in un angolo dispersi.

      A rubare ogni giorno l'alba al giorno.
      A seminare palline di carta per le strade
      di nessun luogo, cercando, in un sorriso,
      di rincorrere il sapore dell'amore.
      Di una vita appena percepita.

      Con le piccole mani nude, screpolate.
      Ignorate. Verso muri alti, sfuggenti.
      Di giardini immensi e finti.

      In un mondo di valzer, stonato,
      arenato sul lembo inamovibile
      d'inquietanti vanità falsate.
      Senza più tempo. All'ingiù!

      Bambini nati in piedi. Prigionieri.
      Spettinati da un'infanzia d'artificio.
      Che inquieti si arrabattano
      tra le acque infette dell'Indifferenza.
      Liberi, solo, di essere fantasmi
      in città annebbiate da splendori.

      Disperatamente io grido.

      Grido sulle piccole mani vuote,
      i passi barcollanti nel fango.
      La mia voce si rompe:

      Possa il vento disperdere la pioggia
      che copre il loro pianto.
      Sbriciolare angeli per nutrire avvoltoi.

      Purificare i duri cuori.
      Uscire dall'Assenza.
      Liberare l'Amore con sentimento.
      Senza travestimenti.

      In armonia con ogni stagione.

      Mettere il mattone caldo nei loro letti di gelo:

      Per accendere bianchi sorrisi;
      dare respiro alla luce per nuovi mattini sicuri
      dove candidi e sensuali bucaneve
      sminuzzano, ancora, dolci sonetti.
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        Scritta da: duska
        in Poesie (Poesie personali)

        In questa trasparenza mattutina

        In questa trasparenza mattutina,
        t'inchini al colle come allora, tu,
        terra di sole e di speranze, coronata
        dal vigile profilo della forte
        Maiella.
        Sì, fammi essere felice.
        Ritorna a respirami nel tuo cielo
        azzurro. Sciogli i miei capelli, le
        mie non comprese ali. Che io possa
        dimenticare fra le trame dei
        vigneti il gelo triste dell'inganno.

        Con te ho condiviso l'infinito,
        il canto astuto dell'arcobaleno,
        mentre, vestita di luce, rincorrevo
        lungo i campi la luna,
        senza dolermi delle tue stoppie.

        Io non cercavo mari da varcare.
        Né cieli immaginifici e lontani.

        Mi bastava la musica di una fisarmonica
        che ci univa la sera ed il profumo
        di gelsomino che lusinga il tempo
        avaro dell'attesa. E ci lusinga.

        Ora che sono qui. Col mio sorriso
        bambino, tu risplendi come bianca
        sorgente nell'essenza che mi emani;
        mentre da lontano tornano la casa antica,
        le dolci acacie, le lucciole, le coccinelle,
        il miracolo di due farfalle dentro lo stesso fiore.
        I campi rosseggianti di papaveri.
        La tenerezza della sua voce.

        Tu sei la nostalgia. Il sogno perso.
        Ora che ho conosciuto un'altra vita.

        Un'altra vita fatta di giardini
        chiusi, di erbe incoerenti.
        Di fiori tristi. Campi disseccati.
        Strade d'acciaio rovente. Di abbandoni.

        E un buio fitto, che dentro me dorme
        e si risveglia,
        lasciando tracce umide
        di solitudini ed inferni dove l'anima affannata
        a volte fugge e si nasconde.

        Muta e nuda tu mi guardi.
        Senza lasciarmi un segno.

        Vuota, dei giorni che non osiamo più sperare,
        fra case sconosciute e alberi secchi.
        E passi che s'incrociano ciechi.
        Con la lucida pazienza di un amore disilluso dalle parole.

        Ed io a te m'inchino. Al tuo ricordo.

        E bacio la tua terra. E con te piango.
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          Scritta da: duska
          in Poesie (Poesie personali)

          Con le nostre mani d'anime

          Declina il sole all'orizzonte e avvolge
          con sé, nel suo mistero
          le ore i colori, le parole dissipate.

          Laggiù il mare si perde con la sua onda.
          I muri, le cose, le case nella loro ombra.

          Ed ogni cosa ha un suo sapore di sfuggito
          d'amaro, d'incerto, d'impotenza
          a non saper rivivere quel tempo
          di quando si rideva con un niente.

          Gli occhi erano vicini alle parole
          e la sera, a gruppi, ci si scaldava il cuore.

          Ed io che inciampo sempre nei ricordi,
          la grande nostalgia delle tue mani...

          Si raccontava allora: le coccinelle a sciami,
          le fragole nel bosco, le viole,
          le nonne al camino, le favole, i bambini.
          Il pane nella zuppa e nel cuore.

          Eppure ci vuole poco ad alzare lo sguardo,
          schiudere gli occhi al cielo, l'arcobaleno,
          lo scambio di un sorriso, di un saluto
          che illumini con calore un altro viso.

          Tutto è nella ruggine da scrostare
          che copre il sole, i fiori certi, i nomi.

          E lavorare con le nostre mani d'anime
          per liberare le stelle,
          rammendare ali alla speranza.

          Poter lasciare così questo Silenzio.
          Gridare l'amore forte, sempre più forte:

          Amore seme primo della Vita,
          scava la roccia ed offre la sorgente.

          Noi beviamola insieme, lentamente.
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            Scritta da: duska
            in Poesie (Poesie personali)

            Perché resti muta nel buio

            Lascia aperto il giardino dei nostri sogni:
            in questo giorno di prime viole.
            Il mio cuore potrà volare di fiore in fiore
            in cerca di un colore
            o un'essenza leggera che mi parli di te.

            È passato un secolo da ieri
            la tua anima sa che non ti ho mai scordato.

            Perché resti muta nel buio?

            Tu non puoi, non vuoi rispondere.
            Nell'aria s'odono solo le mie parole.
            Che sfiorano i ricordi
            dei nostri sogni persi
            sopra lontani giacigli di paglia.

            I tuoi occhi spenti raccolgono invano
            il tempo fermo in quella notte troppo buia.

            Lascia aperto il giardino dei nostri sogni
            in questo giorno di prime viole.
            Guarda: due bimbe felici sui prati
            raccolgono allegre teneri fiori di camomilla.

            I cuori liberi senza ali
            oltre l'azzurro del cielo

            Afferra la mia mano.
            Ti condurrò lì dove soffia il vento e il sole,
            il sole chiarisce ogni ombra.

            E come farfalle ci poseremo leggere
            sui petali di rosa
            ad ascoltare ancora il canto della vita
            di quando si rideva,
            si parlava.
            Si sognava.
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              Scritta da: duska
              in Poesie (Poesie personali)

              Tu che dormi tranquillo distante

              Tu che dormi tranquillo distante
              e mi sventoli in faccia il tuo sonno,
              la mia insonnia irritante,
              il giusto incedere del tempo.

              Io che inciampo vigile indifesa
              nell'ansia che avanza
              il suo passo indolente che insidia
              l'anima, gli occhi, la veglia.

              Che viene che va
              mi prende mi lascia
              rovista nello scompiglio.

              Che ne sai dei miei forse, delle attese.
              Le maschere, i sospiri, gli sgomenti
              che mi straziano, mi schiacciano.
              Mi strappano il respiro.

              Dalla finestra affondata nella nebbia
              la notte dorme sopra il sonno.
              E il silenzio nella stanza
              è l'unica traccia
              del tuo vivere distratto.

              Qui solo la luce dei lampioni
              riesce a quietare i battiti
              porgendo ai miei occhi
              una lieve promessa di vita.
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