Poesie personali


Scritta da: Fausto Feltrinelli
in Poesie (Poesie personali)

La mia sera

Ormai innevate son le tempie mie
e pelato è il capo,
la viril gioventù m'ha ormai lasciato,
rughe copiose avvizziscono il mio viso.
Ma ci vuo altro per adombrare il mio sorriso.
Della dolce vita,
non è molto il tempo che mi resta.
Ma il pensier che mi sovvien
non mi rattrista,
nella consapevolezza che nel venir
del mio trasloco,
molta parte di me avrò lasciata in loco,
della quale, figli e nipoti
ne faran tesoro,
ed io sarò sempre con voi
tramite loro.
Composta sabato 10 aprile 2010
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    Scritta da: Ada Roggio
    in Poesie (Poesie personali)

    Ieri

    Ieri
    Ieri ti ho aspettato
    Ieri come allora, è tanto che aspetto ora
    Un tuo gesto, una parola
    Ho aspettato impazientemente
    Il telefono squillasse, il campanello suonasse
    Niente solo il vuoto, il silenzio assordante
    Per te non sono più niente!
    Il ricordo tuo stretto al cuore mio, mi fa morire
    Ho voglia di urlare, di correre verso il mare
    Di dire basta a questa agonia
    Voglio le tue braccia
    Mi stringano forte oggi come allora
    Per sentirmi mamma come allora.
    Composta lunedì 10 maggio 2010
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      Scritta da: Alessio Fabretti
      in Poesie (Poesie personali)

      La sera

      La sera
      All'orizzonte un barbaglio di fuoco
      s'immerge il sole, tra vapori fumanti,
      scende la sera
      e la notte avvolge nel suo scuro mantello
      tutte le cose.
      Nelle case,
      il tintinnio delle stoviglie,
      s'appresta il desco.
      Guardo il cielo e
      riprendo il cammino
      per raggiungerti
      la nella valle antica
      vengo a bussare alla Tua porta.
      Composta domenica 2 maggio 2010
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        Scritta da: Alessio Fabretti
        in Poesie (Poesie personali)

        A te

        A te...
        ... e il saluto a te non cheta la mia mente. Dolce dama, porgi a me il braccio si che io possa almeno stringere e sentire il lieve tepor d'un soffio. Ti prego dolce signora guarda i miei occhi stanchi che non trovano un luogo ove riposare se non nei tuoi. Un tenero bacio supplica il mio cuore dacché son giorni che il desio lo infiamma. Laggiù tra il clangore delle armi e le cavalcature il pensier di te mi ha sorretto. Solo una lieve ferita al fianco inferta da un saraceno, seppur cavaliere strenuo, tolsi la vita e nello spirar: "Forte il tuo braccio" mi disse. "Ciascun di noi vorrebbe battersi con te sii prode nel cuore come nell'arme". Un rivolo di sangue dalla bocca esalando l'ultimo respiro, e l'arma sanguinante scivolò dal mio braccio cadendo rovinosamente al suolo, cupo il suono, e cadde il mio volere con essa.
        Composta domenica 2 maggio 2010
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          Scritta da: Alessia Auriemma
          in Poesie (Poesie personali)
          E c'è lei quando ti sbucci le ginocchia,
          quando piangi c'è lei a consolarti,
          quando ridi c'è lei ad ascoltare il suono del tuo sorriso,
          quando hai bisogno di sostegno c'è lei,
          quando ti manca l'aria c'è lei a donarti la sua,
          quando sei sotto le macerie della vita c'è lei a tirarti fuori.
          C'è lei quando stai male,
          a vegliare su di te quando dormi,
          ad accompagnarti con i suoi consigli che spesso non si ascoltano,
          c'è lei ad ogni età del tuo cammino,
          c'è lei dietro ogni regalo,
          c'è lei dietro ogni sacrificio,
          c'è lei dietro ogni vittoria,
          c'è lei ad ogni incrocio della nostra vita.
          E poi ci siamo noi per lei
          quando ne avrà bisogno,
          quando due mani noccolose ti stringeranno,
          quando toccheremo delle rughe che non vorremmo mai sentire,
          quando ci renderemo conto che il tempo è passato troppo in fretta
          e vorremmo tornare indietro
          per rivivere ogni scena a rallentatore,
          quasi con la paura che i ricordi sfuggano,
          con la voglia di non perderli per nulla al mondo.
          E lei c'è sempre, con una forza incredibile,
          a ricordarti che resta sempre la tua mamma,
          che abbia venti, cinquanta o settant'anni.
          E ti stringe fino a farsi mancare il respiro,
          e ti sorride con la vergogna di mostrarsi fragile,
          e le brillano gli occhi quando è orgogliosa di te,
          e non fa nessuno sconto se si tratta della tua felicità.
          E ti rendi conto che vorresti sempre
          le ramanzine, i litigi, i consigli,
          la tua migliore amica,
          la donna e la bambina che hanno giocato una vita intera insieme a te,
          la mamma che piega la schiena,
          stringe i denti,
          si affanna,
          si commuove,
          si arrabbia e ti ama
          come nessuno al mondo ne sarebbe capace
          perché lei è la mamma
          e sei la gioia del suo cuore
          e non smetterà mai di amarti,
          perché amarti non le basta mai.
          Ti voglio bene.
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            Scritta da: Matteo Salomone
            in Poesie (Poesie personali)

            Violinista in frac

            Violinista in frac
            e una camera d'albergo,
            seduto sul letto, solo,
            riposa la tua anima di cartone.
            Quali dolori nella tua valigia?
            Riccioli neri coprono gli occhi
            e la tua musica riempie le pareti.
            Non c'è retorica nel movimento,
            solo lenti, lacerati, spasmi di vita.
            Sei aria, più leggero delle note;
            nemmeno esisti e lo sai
            non sarai ricordato
            ma le tue lacrime
            sporcano la tappezzeria di velluto.

            Poi dalla finestra spalancata
            il vento ruba un po' della tua arte,
            si accendono le luci dei lampioni
            e un ragazzino ti cerca
            alzando gli occhi al cielo

            Soltanto stelle.
            Dov'è finita la tua orchestra?
            E quanta storia in quelle mani
            ha il sapore dell'inverno.

            Si chiude la porta dietro di te,
            cessa ogni rumore
            e il mondo non è mai stato così solo.
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              Scritta da: Matteo Salomone
              in Poesie (Poesie personali)

              Qui vive Santiago Bastìa

              Qui vive Santiago Bastía,
              nelle parole e non più nella strada
              perché mai per scelta, o per natura,
              solo, seguì il carrozzone della vita
              fino alla morte.

              Era la Spagna ed erano gli anni '30,
              dopo l'istituto solo tanta sabbia
              e rocce e un cane marroncino,
              Aquiliño diceva la medaglietta,
              Pacho ripevi tu,
              e forse anche per quel nome,
              quella dolce concessione,
              non smise di seguirti.

              Lunghe occhiaie nere
              e un ombra sempre più spessa
              del tuo fianco.
              Quanto l hai invidiata Santiago?
              O forse quegli occhi non sanno provare
              emozioni o collera ma dipingere
              il grigio di festa, quello si.

              Poi l'ultimo inverno,
              e tu eri davvero troppo giovane
              perché la neve non tradisse l'esperienza;
              il freddo, la fame,
              prima Pacho e poi tu.

              Hanno pianto la tua età trovandoti,
              ma è tornato il sole
              e ha sciolto il ghiaccio,
              e in queste parole ora puoi riposare,
              Santiago Bastía,
              l'ultimo degli uomini mai nati.
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                Scritta da: Matteo Salomone
                in Poesie (Poesie personali)

                Emilè

                Mi chiamo Emilè
                e questa non è la mia storia
                ma forse il primo pensiero lucido
                in una vita così altrimenti oscura.
                Perché vi sembrerà pazzia
                ma sto per donare la mia anima
                alla donna che ho scavato nella roccia.

                Non sono suo amico,
                nemmeno credo che ne avesse.
                Non è mai stato
                che un semplice bottaio,
                un emarginato, forse
                anche un po' matto.
                Per questo ci hanno messo
                tanto a ritrovarlo,
                era completamente solo.

                Avevo così poco nella mia vita
                prima di quel giorno,
                prima di incontrarla.
                La gente ci vedeva solo
                un blocco di pietra ma
                io ci vedevo Lei,
                la donna imprigionata in quella forma.
                Davvero non potete capire?

                Dicono che nel buio
                la sua fosse l'unica luce accesa
                di tutta la vallata.
                Chissà poi cosa combinasse
                per tutta la notte?

                Bottaio di giorno, si,
                ma la notte ero Dio,
                un creatore innamorato
                che scava la roccia
                per dare sangue al niente.
                Perché io la vedevo e io dovevo.

                L'hanno ritrovato
                accanto a una statua.
                C'è chi dice sia il frutto di quelle notti.
                Altri sostengono che un bottaio
                non può essere stato capace di tanto.
                Non lui.

                Polvere eri e
                polvere sarò presto ma,
                in quest attimo solo,
                in questa lucida pazzia,
                posso vederti, come sempre,
                ora come tutti,
                eppure come nessuno potrà mai più.

                Hanno venduto la statua
                per pagare il funerale.
                Ora lei è da qualche parte in Europa,
                più lontano di quanto
                lui sia mai andato.

                E spero che Dio possa
                perdonare questo furto,
                l'anima e la vita che ti ho donato,
                perché non mi pento.
                Per questo soltanto ho vissuto.
                Solo per te ho amato.
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                  Scritta da: Franco Mastroianni
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Prato fiorito

                  Tu mi piaci
                  sei bella
                  con qualsiasi colore
                  con
                  qualsiasi vestito
                  sei il mio prato fiorito
                  che resiste al cemento delle grandi città

                  sei
                  ricerca stupore
                  il minuto che riempie la mia vita di ore
                  il mio sogno proibito
                  le
                  mie vite passate
                  quelle ancor da venire

                  sei
                  respiro costante
                  sei l'azione
                  l'agire

                  sei così dentro
                  me
                  che mi porgo alla gente
                  e
                  mi accorgo che uso

                  i tuoi modi di dire.

                  Socchiudo le labbra

                  bacio le tue parole.

                  Prima di farle uscire.
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