Poesie personali


Scritta da: ametista
in Poesie (Poesie personali)

Il cassetto

Vagando per casa,
cercavo un qualcosa,
che ora ho scordato.
Ho aperto un cassetto,
dimenticato da tempo.
Era incastrato, era pieno,
era bloccato, imprigionato,
da oggetti e fogli,
scordati e abbandonati,
che confusi, arruffati,
disordinati e agitati,
mi guardavano muti.
Quel cassetto,
era la mia vita.
Fotografie di un tempo andato,
mi mostravano un sorriso,
che ora ho perduto.
Biglietti di viaggi scaduti,
mi mostravano una vita,
che ora ho lasciato.
Lettere d'amore inutili,
mi mostravano un amore,
che avevo provato.
Ma che poi qualcuno,
ha gettato,
come roba vecchia,
che anche se sai d'avere,
che anche se sai che è tua,
che anche se sai dov'è,
senza rimpianti butti via,
anche se mai l'hai usata,
anche se vedi che è nuova,
anche se mai l'hai scartata,
anche se mai hai voluto provarla.
Oggetti che un tempo,
mi parlavano di un qualcosa,
mi guardano in silenzio,
tacciono su ogni cosa.
Chiudo il cassetto,
non voglio guardare,
questa vita spettinata,
da un vento che l'ha piegata,
questa vita smarrita,
alla ricerca di un amore,
che non è mai arrivato,
questa vita aggrovigliata,
dai perché che mi sono chiesta,
a cui nessuno ha dato mai risposta.
Una vita in un cassetto,
aperto quando cercavo,
un qualcosa che ora ricordo,
che ho intravisto,
in quel ciarpame,
di cui salvo poco o niente.
Tolgo il cassetto,
butto via tutto,
bastano solo i ricordi,
non occorrono oggetti,
devo far posto alla sola cosa,
che ora mi serve.
È una penna,
quello che cercavo...
per riscrivere la mia vita.
Chiudo il cassetto vuoto,
che libero ora scorre,
solo la penna al suo interno si muove,
è sola... come me.
Ma camminando e spostandosi,
quando lo apro e lo chiudo,
mi sembra che canti.
E forse lo fa davvero.
È lei che da voce al mio cuore,
che ancora cerca,
che ancora vive,
che non si è arreso.
Che da oggi riscrive,
un nuovo libro.
La mia nuova vita.
Che stavolta non chiuderò,
in nessun cassetto.
Composta sabato 1 maggio 2010
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    Scritta da: Ada Roggio
    in Poesie (Poesie personali)

    Senza amore

    Senza amore
    è un fiume senza acqua, senza vita
    Senza amore
    è la terra senza germoglio
    Senza amore
    è una notte senza stelle
    Senza amore
    è una notte senza luna
    Senza amore
    è un giorno senza sole
    Senza amore
    è una madre senza figlio
    Senza amore
    è un figlio senza madre
    Senza amore
    è una stazione senza treno
    Senza amore
    Una vita senza senso
    Senza amore
    è un grido di dolore
    non avere più respiro,
    non avere più battiti
    Senza amore
    Senza te.
    Composta sabato 1 maggio 2010
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      Scritta da: Ada Roggio
      in Poesie (Poesie personali)

      Voglio

      Voglio
      Voglio la pace
      La pace tra i popoli
      Voglio la pace
      La pace vera
      La pace fatta di verità, sorrisi
      Voglio la pace
      La pace
      Acqua trasparente cielo sereno, mare calmo, sapore antico della terra,
      manto lussureggiante delle stelle della notte
      Voglio la pace
      La pace con i sorrisi dei bambini, fatti di carezze della mamma, di sorrisi inebriati di donna
      Voglio la pace
      La pace senza dolore, senza inquietudine, senza combattere, senza brutalità
      Voglio la pace
      La pace che tutti rincorriamo da tempo
      Pace.
      Composta sabato 1 maggio 2010
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        in Poesie (Poesie personali)

        Tu

        D'improvviso la luce!
        Come germoglio che fa capolino
        dalla nuda terra.
        Per troppo tempo mi sono nascosto
        come seme sepolto sotto la coltre
        di umida terra, ed ora rinasce finalmente.
        Poteva non rinascere,
        poteva non rivedere la luce,
        beccato da uccello affamato,
        inaridito in assenza di pioggia,
        marcito per assenza del sole,
        ed invece è nato.
        Un nuovo germoglio è spuntato,
        un nuovo anelito di vita.
        Sta a noi farlo diventare una nuova pianta
        far crescere nuovi e saporiti frutti.
        D'improvviso è sorto
        come farfalla da bruco.
        Vivrà solo un giorno?
        Vorrei durasse in eterno,
        servirà almeno
        ad alleviare le mie pene,
        a farmi ritornare a volare,
        a vivere, ad amare,
        a sentirmi importante,
        corrisposto, valutato, cercato
        tentato, desiderato.
        Fa ricordare i sospiri di gioventù,
        anche se altro non è
        che il fuggire dalle odierne angosce,
        dalle quotidiane sofferenze.
        Non sarà ripicca,
        non sarà la squallida vendetta
        per torti ricevuti.
        E non finirò mai di ringraziarti
        per aver lenito le mie ferite,
        per aver alleviato le mie pene,
        per aver fatto ricrescere in me il desiderio di amore,
        per avermi fatto ritornare a vivere,
        a risentirmi uomo.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Noi

          Quanto amore scambiato.
          Non può essere solo un ricordo.
          Non può prevalere l'oblio recente,
          pur spietato e crudele.
          Non riuscirà quell'oblio a farti odiare,
          a cancellarti dai miei pensieri.
          Pur se in un attimo la fede è svanita,
          la fiducia scomparsa, il rispetto vacilla.
          Eppure è stato vero amore.
          Tutto di te mi ha appassionato:
          la tua prorompente vitalità,
          la tua gioia di vivere, la tua femminilità,
          il tuo eros, il tuo cuore, la tua mente gaia,
          la tua positività, il tuo ottimismo,
          il tuo modo di farmi sentire uomo, realizzato.
          Pur se per un infinito attimo,
          si è assopito.
          Pur se per un eterno momento,
          non è più stato intenso.
          In quell'attimo tutto è svanito,
          si è sciolto come neve al sole.
          La nostra vita si è interrotta.
          Tutta la tua adrenalina è riesplosa a nuovo cuore,
          a nuova vita, a nuova mente ricevendone nuova linfa.
          Quanti incontri, programmati e casuali, ricercati e voluti.
          E il filo, e l'aere, e le onde.
          E il tempo insaputo trascorso,
          e la continua ricerca di nuova comprensione
          e di nuova pace interiore.
          Ed io tornavo e tu non c'eri,
          e i non t'amo più, ripetuti e falsi.
          E tutto quanto appariva necessario,
          importante, da non poter rinunciare.
          Non ti curavi delle mie preoccupazioni,
          del mio intuire.
          E le rassicurazioni, e le bugie,
          e i giuramenti, e la disperazione
          che impregnava l'anima mia,
          instaurata nel profondo del cuore,
          e che non riuscirai più a estirpare.
          E tu che riappari e scompari nei miei pensieri,
          ed ora non so fare a meno di te,
          ed ora... vedi non t'amo più.
          Eppure il tuo volto, la tua mente,
          il tuo cuore erano a me noti,
          aperti come libro,
          chiari come acqua limpida.
          Eppure tu sai leggermi dentro,
          eppure non ti sei curata del dramma
          che pian piano cominciava a minare,
          il mio ego, la mente, il corpo, l'anima, la psiche.
          La mia fine interiore, di minuto in minuto,
          di ora in ora, di giorno in giorno sopravanzava.
          In uno slancio di altruismo incompreso e genuino,
          oltremodo carpito, offeso e deriso,
          ho visto il tuo cuore posseduto,
          pronta a donare:
          la generosità innata, la comprensione
          forse anche quella vita ricercata ed agognata
          al punto da infangare amicizia, sentimenti.
          Si perché altro non eri che un nome
          in un'urna di nomi.
          Quanto è durato quest'attimo eterno?
          Tutta una vita.
          Quanto ci vorrà per dimenticarlo?
          Tante altre vite
          Ed intanto mi inaridisco,
          mi distruggo,
          per maschio umiliato, offeso, iracondo e diverso,
          finanche ad occhi amici,
          permalosamente geloso,
          insicuro, come cucciolo indifeso.
          Nudo come bambino derubato d'aquilone.
          Nulla ha più senso, vita, opera.
          Finanche l'impegno verso altrui viene meno.
          Il cuore rattoppato troppo in fretta, crudemente,
          sanguina ancora, il dolore lancina,
          la ferita mai rimarginata,
          si riapre ad ogni rigurgito di crisi solo sopita.
          Di nulla m'importa più,
          il buio non spaventa più,
          la fine diventa sperata.
          È mancato il coraggio di lasciarti vivere,
          di ricominciare, di passare ad altri amori,
          a nuova o a miglior vita.
          È mancato il coraggio di dimenticarti,
          per vigliaccheria di uomo,
          o per averti amata troppo,
          per averti amata male.
          Per me, per te,
          per quanto di buono mi hai saputo dare,
          per le cose che pure mi hai dedicato,
          per la fedeltà che pure confermi
          e rinnovi, per i figli, per lei,
          eterno cruccio e pensiero.
          E scorre in un attimo la mia vita con te.
          E sembrano vane le promesse scambiate,
          inutili l'intesa raggiunta,
          senza alcun valore capirsi con uno sguardo,
          l'essere diventati due corpi e un'anima.
          Saprò mai perdonare?
          Saprò mai capire il confine
          tra la fine dei tuoi errori e l'inizio dei miei?
          Vi è solo la certezza di non riuscire più a sorridere,
          di non riuscire a sradicare lo sguardo
          triste, vuoto, assente, sperduto,
          l'animo cupo, la paura che stabilmente alberga nel cuore.
          La malinconia mi sarà compagna nel viaggio che resta.
          Non so perché, non so come, non so per quanto,
          ma... sono ancora qui!
          Dovunque dovrò andarmene,
          ti porterò sempre con me!
          Nel mio cuore avrai sempre il tuo posto!
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            Scritta da: Eric Gentili
            in Poesie (Poesie personali)

            Svendita

            Svendo la mia carne
            datela ai vostri cani

            svendo le mie ossa
            riservate loro lo stesso scopo

            svendo il mio cervello
            ammirate la sua follia

            svendo il mio cuore
            divertitevi a riunirne i pezzi

            svendo il mio sangue
            tingeteci le vostre bandiere

            svendo la mia bile
            tingeteci le vostre camicie

            svendo le mia lacrime
            dissetateci la vostra malignità

            svendo i miei nervi
            fateci cavi elettrici

            svendo i miei muscoli
            fateci corde elastiche

            svendo i miei denti e le mie unghie
            fateci collane e ornamenti

            la mia anima lasciatela qui
            a vagare
            nell'eterno e doloroso rimorso
            di essersi lasciata sfuggire il corpo
            attendendo invano la morte
            dimenticandosi di essere stata condannata
            alla pena d'immortalità.
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              Scritta da: Antonio Prencipe
              in Poesie (Poesie personali)

              Dannato diluvio

              Fuoco e realtà,
              non ho più nulla
              pioggia e argento cadono su di me
              oro e sangue sulla mia pelle
              niente mi resta e niente mi perseguita
              ora cosa si fa
              si va in cerca del tuo odore
              in questo diluvio d'anime cerco una lacrima
              in questo paradiso senza cieli cerco una speranza
              in questo inferno dannatamente bello cerco la tua anima,
              la luce tornerà
              il buio si fermerà
              nemmeno quel dannato silenzio ingordo mi fermerà
              sarà un altra poesia
              sarà un'altra storia
              ora resto immobile
              resto immerso nei tuoi incubi,
              Dio mi hai portato via la mia anima
              Dio, mi hai portato via dalla mia follia,
              Dio, mi hai tolto l'adolescenza,
              Dio, mi hai tolto la stella più bella,
              Dio, hai mandato quell'angelo maledetto da me,
              Dio, mi hai tolto quel piccolo pezzo di me,
              Dio, mi hai donato l'oscurità,
              Vivo nello sconforto di una vita senza età,
              Voglio questo dannato amore che mi hai portato via,
              Cielo grande, cielo mio portami li,
              li dove la neve si trasforma in amore,
              li dove tutto muore e tutto rinasce,
              Mare mio, mare sacro regalami la tua ira.
              Composta venerdì 30 aprile 2010
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                Scritta da: Carlo Peparello
                in Poesie (Poesie personali)

                A mezz'aria

                Ci si sveglia consapevoli che esiste
                Si chiudono gli occhi col rimpianto
                Un altro giorno speso a cercarla
                Un nuovo domani di buoni propositi
                Eppure esiste quell'anima lontana
                Da qualche parte fa la fortuna di chi incrocia
                Senza saperlo impollina di grazia il mondo intero
                Battezza col sorriso più vergine ogni angolo di buio
                Poi eccola venirti incontro, dapprima un'ombra o un'aura
                Riesci a focalizzarla con l'anima e non credi esista davvero
                Poi ti parla, ne percepisci il valore e la spontaneità
                i preziosismi naturali di chi non ostenta
                e ti chiedi se in fondo meriti il suo tempo
                Avido e incosciente divori la sua luce e femminilità
                e poco importa il perché o il per come
                Benedici l'attimo che ti ha congiunto a lei
                ... pregando che non sia l'ultimo.
                Composta venerdì 30 aprile 2010
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                  Scritta da: Teresa Libroia
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Nel silenzio

                  Quando giunge all'improvviso il silenzio
                  mi ubriaco nei miei pensieri,
                  comincio a scrivere non termino più...
                  a volte scorre rapidamente sul viso
                  qualche timida lacrima che funge da inchiostro,
                  e permea di dolore lo sterile prato ove vivo.
                  Il cuore accelera,
                  la mano trema.
                  Io ferma, medito...
                  a lungo andar del tempo,
                  in un lampo comprendo che mai troverò pace.
                  Composta venerdì 30 aprile 2010
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