Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
I cavalli dell'Apocalisse
galoppano negli occhi neri
trafitti da ombre umane
e cavallette nere.

Si avvicina la bestia
occhi chiari e barba scura
mani lunghe e bocca chiusa
capelli imbrigliati dal vento
passo da guerriero antico
sguardo di falco ferito.

È il numero dell'uomo: 666.
Arriva con parole dolci
con profezie senza senso
miracoli da sbalordire
colui che lo sente.

I cavalli dell'Apocalisse
volano nel cielo rosso.
Le donne incinte gridano
per le doglie non finite.

Nasce un nuovo mondo
con ferite aperte
piaghe arrugginite
luna ferita e sole spento
dallo spavento.
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    Scritta da: Paul Mitchell
    in Poesie (Poesie personali)

    Vedo e vedi?

    Occhi differenti fissano qualcosa,
    la mente fa il resto ed interpreta ogni cosa,
    ma quel che resta è quel qualcosa,
    che viene diviso e giudicato in base a cosa?
    Io vedo ciò che tu non vedi,
    questo il punto, ci credi?
    Tu pure cogli quel ch'io non colgo,
    ti sei convinto che io qualcosa non ti tolgo?
    Siamo due per quattro occhi per due menti,
    due sguardi che attingono in sentimenti,
    momenti calcano l'animo e lo segnano,
    e noi siamo il risultato, ci credi ora o no?
    Composta venerdì 9 aprile 2010
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      Scritta da: Paul Mitchell
      in Poesie (Poesie personali)

      Il sonno

      Ora come tutti i giorni,
      attimo di pace,
      mi piace,
      mi rilasso mentre dormi,
      sto bene,
      un coro silenzioso di respiri,
      di sospiri,
      che nutre un sonno che ha fame.
      Io protagonista in quest'ora,
      dove la regia la cura la natura,
      il buio non fa paura,
      l'anima nella pace si sente sicura.
      Bello tutto questo,
      tutto il resto resta un contorno,
      ora è il riposo del giorno,
      ora per svegliarsi è presto.
      Composta domenica 11 aprile 2010
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        Scritta da: Paul Mitchell
        in Poesie (Poesie personali)

        L'oggi che non torna

        Come fosse vento,
        tutto sembra lento,
        ma sento che tutto è un soffio,
        si ricuce come un graffio,
        soffro,
        ci penso e non capisco,
        quel che ho offro,
        ma so che non sarò visto.
        Pessimista nel mio essere realista,
        la mia vista dista della fantasia,
        non vivo in un'utopia,
        quel che abbiamo è una conquista,
        ma c'è sempre un ma anche se non lo si vede,
        il mio animo cede alla lacrima se non crede,
        il mio corpo stanco si siede,
        il mio prossimo sarà il mio erede.
        Composta lunedì 12 aprile 2010
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Un cuore bianco nell'ululare del tempo
          si perde nella nebbia della grande città.
          Un uomo solo sotto il sole d'agosto
          rigetta l'ombra che trascina con pietà.
          Guardiamo gli altri passare nella sera
          da una finestra appesa nel vuoto umano.
          Non c'è colore che dipinge la speranza
          quando il cuore lo si nasconde nella mano.

          Camminiamo senza cristiana compassione
          su queste strade con poca umanità.
          Ci allontaniamo da un bel gatto nero
          o da un prete con sottana d'umiltà.
          Crediamo nel tarot, zingare e magia
          e partiti politici senza dignità.
          Non c'è più l'umana sapienza
          che colmava la mente con la verità.

          Dove andiamo per questo cammino cieco
          senza voci familiari nelle vene?
          Dove ci portano le ombre della sera
          quando la tv vive di violenze e di pena?
          Raminghi in una storia di spade e croci
          guardiamo al passato senza illusioni.
          La pietas, la caritas e la democrazia
          sono ormai parole piene di nostalgia.

          Costruiamo, fratelli, la nostra storia
          imbevuti di passato, presente e futuro:
          dove il bambino giochi con il leone
          e noi uomini forgiamo un cuore nuovo.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Sono sbocciati fiori gialli
            nel giardino sotto le scale:
            margherite baciano il vento,
            il profumo penetra in casa.

            Il mattino rompe il giorno
            aprendo svelto la persiana,
            volano le vecchie cicogne
            sul muro nuovo della strada.

            Le api si alternano sui fiori
            le formiche s'affannano in basso,
            una lucertola si riscalda al sole:
            io guardo senza dire parola.

            Sono sbocciati fiori gialli
            nel giardino piene di stelle,
            le mie mani cercano rifugio
            in qualcosa che ho dentro.

            Non so ancora se è un fiore
            o una voce perduta nel cuore.
            Sono certo che sono un uomo
            in cerca di un fiore senza nome.
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              Scritta da: Franco Mastroianni
              in Poesie (Poesie personali)

              Tra le tende

              Giocando a nascondino
              tra gli spigoli del muro
              e
              la ringhiera del ristretto
              terrazzino

              ingenuo incuriosito
              da sembrar quasi un bambino

              ma
              spavaldo prepotente
              ed
              allo stesso tempo
              invadente

              il vento continuava a giocare
              con le tende
              e
              ad ogni soffio faceva entrare luce
              nella stanza
              aggrovigliandole
              con cura
              della porta alla maniglia.

              Per
              ammirare
              te

              mia dolce meraviglia.
              Composta martedì 13 aprile 2010
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                Scritta da: Dora
                in Poesie (Poesie personali)

                Sensazioni notturne

                E della spettrale luna osservo la luce
                incastonate stelle a farle da cornice
                nel manto oscuro di inchiostro del cielo
                le nuvole a celar come di raso un velo
                suoni, aromi e fresca brezza mi inebria

                mi avvolgo addosso brividi di nebbia
                La notte è mia compagna di attese
                buia come una vita senza pretese
                e in questo mondo di anime perse
                di eterni vissuti e sensazioni terse
                mi immergo con lo sguardo nell'oblio
                nuda, vulnerabile, ascolto il brusio

                e penetro con la mente l'infinito
                in questo adesso dal vuoto interpretato
                e in cerca di me stessa e dell'incerto fato
                nei sentieri senza tempo errando vago.
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                  Scritta da: Dora
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Mondo irreale

                  Poserò sugli occhi petali di rosa
                  e mani stanche sopra le mie orecchie
                  e adagerò di piume una coperta
                  sopra questo mio corpo abbandonato
                  ascolterò solo il mio respiro
                  e il battito di un cuore accelerato
                  chiudendo tutto il mondo fuori
                  creerò un'esistenza di illusioni,
                  un luogo fatto solo di ideali
                  e in questa esistenza irreale
                  in questo mio virtuale paradiso
                  porterò con me il tuo sorriso
                  e il tocco delle labbra sul mio viso

                  e se mi desterò da questo sogno
                  trattenendo del mio mondo un po' di cielo

                  resterà il calore di un sole che non muore
                  a riscaldar la notte del mio cuore.
                  Composta giovedì 8 aprile 2010
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                    Scritta da: Patrizia Vinale
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Problemi

                    Perché mai dovremmo non pensarci?
                    Speranza vana, fuga dei deboli.

                    Familiari ti tengono d'occhio
                    come se stessero in cima
                    d'una montagna a tenere la corda.

                    A che scopo?

                    Un naso, due occhi, una bocca
                    due braccia e due gambe,
                    anche noi siamo così.

                    Un neonato che va a gattoni
                    ricorda tanto una scimmia,
                    ma non ragiona, conosce
                    solo quello che tocca si sa.

                    Un bambino alle elementari
                    impara a leggere ma capisce,
                    e al mc donald ritiene i clown stupidi.

                    Un ragazzo quasi universitario
                    osserva ogni cosa
                    ormai libero di movimento.
                    Ma... non tutti ne gioiscono
                    e allora ti ridomandi:

                    a che scopo?
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