Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Nelle favole che nessuno sa

Come quelle favole che nessuno sa,
prova ad immaginare un aquilone nel cielo.

I colori dell'arcobaleno su questo viso,
il tuo respiro soffia tutta la forza del mondo sulle mie ciglia.
Anche se difficile è sognare, ti tengo sul mio cuscino.
Racconto questa storia di felicità e di speranza,
la sussurro al cielo in una notte di sole.

Come nelle favole che nessuno sa,
prova a cercare un bosco silente.

La stradina già illuminata dove so che sei passata tu,
marcare le tue stesse orme e trovarti alla fine del sentiero
nella corteccia del mio cuore.
Anche se misterioso è vivere, ti sento sulla pelle come parte di me.
Racconto di questa donna che disegna le stelle nei miei capelli,
lo racconto dal libro delle favole d'infanzia.

Come in alcune favole che nessuno sa,
prova a vedere quello che nessuno ha.
Composta venerdì 13 novembre 2009
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    Scritta da: Barbara Brussa
    in Poesie (Poesie personali)

    No(t)te di Colore

    Vorrei acciuffare questa notte nera
    e dipingerla con i nostri colori

    Delicate tinte pastello
    e pennellate di rosso acceso
    che, maestosamente, sfileranno
    fra le unghie del tempo
    senza graffiarsi, senza sbiadirsi

    Colori tenui, ma tenaci
    sui quali nulla il tempo potrà

    Chiudo il libro del passato
    capitoli sgualciti dagli errori fatti

    Insieme saltiamo dalla vetta del sogno
    planando leggeri su pagine immacolate
    ancora da scrivere, ancora da vivere

    Sì! Acciuffo questa notte nera
    e la dipingo di Noi.
    Composta martedì 15 dicembre 2009
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      Scritta da: Calogero
      in Poesie (Poesie personali)

      A mia madre

      Lo so madre
      ora lo so
      che occorrono le ali
      per volare.

      L'ho scoperto
      seguendo le nuvole
      lungo il cammino del tramonto
      in un giorno d'estate
      fino al dirupo "La Guardia"
      laddove le rondini
      giunte sull'orlo del baratro
      planano con volute eleganti
      verso valle
      quasi irridendo
      ai salti a me proibiti.

      Forse sorridi
      là dove ora tu sei
      e forse ti vergogni un poco
      di questo tuo figlio
      che parlava con la luna
      e con le stelle
      e che voleva le ali per volare
      come le aquile come i gabbiani.

      Tu non lo sai ma a volte
      dalla finestra aperta nella notte
      sussurravo
      (o era già nel sogno?)
      -... se mi hai voluto e fatto
      come dici
      in un giorno d'autunno
      che sapeva d'inverno,
      che ti costava metterci le ali? -

      ... solo il silenzio
      rispondeva.
      Composta sabato 19 dicembre 2009
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        Scritta da: FEDERICO COSTANTINI
        in Poesie (Poesie personali)

        Canto del cielo

        Per le vie oscure di boschi bruni,
        per mari spumosi e profondi
        di tanto peregrinar vado.
        A causa dell'amor veggo innanzi a me cader il tedio
        e la angustia umana dissolversi.
        La natura mi abbraccia come rami di vischio
        e bacche aulenti in questa vita lieve.

        Tu mi osservi come estraniata ed io ti confido
        il mio abbandono a Dio.
        Disperso nel destino della vita, amaro come acerbi frutti di marzo
        ora sono, di vinta virtù audace e tu di pallido amor
        insieme andiamo pellegrini nella vita fuggiasca.

        Uniti da un vincolo d'oro, che sfuma nel blu
        dei monti perpetui, nel cielo dipinto da angeli, giunti erriamo
        per le vie del dolore, nei terreni ricordi.
        Smarriti nella moltitudine umana
        di tutti i tempi, giace
        un bimbo avvolto in fasce.

        La luce bianca di spazi immensi
        ci conduce al creato
        a vedere quel che dire non si può.
        Migliaia di persone, millesimi attimi
        di ogni vita, raccolti in una cesta.
        Ed io, stravolto nei sensi, in una spirale di vento
        vado a cercar riposo, fatto un dì di argilla,
        nella vita vetusta e breve.
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          Scritta da: FEDERICO COSTANTINI
          in Poesie (Poesie personali)

          Dolce settembre

          Nelle corte giornate di settembre
          a cercar riposo per le vie si va,
          nel paese mele ed uva al sapor
          che da sotto le campagne sale,
          i frutti maturi anticipano il sottile
          autunno, il vento da nord scuote
          delle abitazioni le persiane ed i
          robusti campanili.

          I camini accesi ai paesani dan conforto,
          mentre il vino si raccoglie ai piè dell'orto,
          un tempo a man, ora moderno è tutto.
          Non cessa la tradizionale messe, che contadini
          ancora con forconi per l'erba usano
          al nutrir dei buoi, le donne a casa portan
          i frutti dell'orto.

          Le rondini lasciano le case, al riveder esse
          dan saluto, il freddo giunge, con piogge irriga
          i campi, ed il cielo incerto, nubi minacciose
          di qua e là l'arcobaleno dai sette colori schiude.
          Un romantico pittore forse mi vede correre
          in bicicletta da Novilara fino al mare,
          al tepore salmastro delle onde spumose,
          mirando quieto sto, su di una barca rossa
          in riva ad attendere la sera, penso gli altri
          altre cose fare nelle case, pioggerella
          invisibile cade.
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            Scritta da: FEDERICO COSTANTINI
            in Poesie (Poesie personali)

            La multiforme speranza

            Io sto tra quattro mura di un antico palazzo,
            circondato da arte e civiltà. In primavera
            volteggiano stormi di uccelli e piccioni,
            che sui tetti si posano e vanno.

            Parto anch'io, lascio la terra,
            quando capisco che la vita è un volo.
            Perdo la materialità, vinco la storia
            con la mia radiosa personalità.

            Il volo torna a terra, nel cielo un limpido
            arcobaleno, l'emozione di aver volato
            mi rende nudo, vestito di colori inconsci.
            Oro e rosso sono le bandiere del sole,
            bianco e blu della candida notte lunare.

            Gente corre a raggiungere luoghi d'incontro,
            uomini e donne di oggi, deplorevoli, scaltri.
            Essi non comprendono la metà nascosta
            in ogni animo, che, dimenticato, esplode
            come un vulcano o un mare in tempesta.

            La natura acerba e di umano inganno si acquieta
            all'uomo padrone, mentre fiori e piante splendono.
            Docili lumi filtrano al mattino dalle finestre.
            In piazze vuote e allegre fonti d'acqua ristorano
            i passanti, di là del paesaggio una valle tortuosa
            di monti, serpeggianti racchiudono il silenzio
            della civiltà decadente.

            L'umanità logorata ed alienata dal tempo, derubata
            dal proprio agire, nell'intimo è percossa e
            dissoluta giace.
            La paura del mondo appartiene già all'infanzia,
            i piccoli sognano con braccia tese al cielo,
            fiocchi di neve si posano sulle loro membra,
            sul loro animo espanso, ed il brivido speranzoso
            della notte.

            La speranza mai decade,
            la volontà di rivivere ci rende consapevoli
            di rinascere, dopo che le illusioni della vita
            si sono arrese alla Verità.
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              Scritta da: Pier Luigi Lando
              in Poesie (Poesie personali)

              Denaro idolo esoterico

              A torto molti vedono
              la futura sicurezza,
              della vita la bellezza
              nel denaro accumulato.
              Ed è fiato già sprecato
              Se di altro a loro tu parli
              col denaro devi cibarli
              Nel denaro solo prendono.
              Io non metto in discussione
              che il denaro è la ragione
              di tante nostre dure azioni
              e che adesso è pur una fonte
              di tanti nostri piaceri;
              ma qui voglio precisare
              ch'è ormai una corsa pazza
              adesso solo accumulare:
              l'è una vita che ci ammazza!
              Composta nel 1962
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                Scritta da: Francesco Gatto
                in Poesie (Poesie personali)
                Molte cose non so fare. Molte cose vorrei saper fare. Molte cose non vorrei essere...
                una cosa però la so fare ed è pensare.
                Pensare come in un miraggio il mare.
                Pensare con nostalgia vederci limonare
                pensare che la nostra storia non può tramontare.
                Pensare che in realtà forse io non sappia amare.
                Pensare a qualcosa da poterti regalare.
                Pensare che in questo momento mi sono messo a divagare
                di cose che a nessuno può importare
                ma rileggendo queste parole
                penso che senza te passerò le giornate senza sole.
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                  Scritta da: David Kumada
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Preghiera di un naufrago

                  Il respiro profondo delle onde chiare
                  quell'abbraccio pesante che vorrei evitare
                  mi respinge forte se lo sto a assecondare
                  s'addolcisce beffardo se intendo lottare

                  Ho navigato su oceani di sentimenti e di genti
                  che mai una volta ho saputo domare
                  sotto cieli ed occhi
                  azzurri o in tempesta;
                  fra odori lontani di terre e nature diverse
                  salpavo,
                  sempre alla ricerca
                  di quei sorrisi al mio ritorno.

                  Ma ora è tempo
                  d'abbandonare a questi flutti le mie mani
                  sperando forse
                  d'essere ancora vivo - e in salvo - domani...
                  Composta domenica 20 dicembre 2009
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                    Scritta da: Paolo Bau'
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Cerca di ascoltare

                    Cerca di ascoltare
                    quel che non riesco a dire
                    cerca di capire
                    perché non lo riesco a fare

                    ma ogni parola che conosco
                    è troppo piccola nel significato
                    per racchiudere in sé
                    l'immenso di quel che provo

                    Ogni parola che dico
                    è troppo limitata nel suono
                    per dire in sé
                    tutto quel che sento

                    Ogni parola che leggo
                    è sempre troppo avara di colori
                    per mostrare in sé
                    ogni cosa che in te vedo

                    Non ho parole per dire
                    quel che vorrei farti ascoltare
                    non ho parole da scrivere
                    per quel che vorrei farti sapere

                    ma cerca di ascoltare
                    cerca di vedere
                    cerca di capire,
                    sarà così facile per te
                    vedere di me
                    tutto quel che già sai
                    anche se non te l'ho mai detto.
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