Poesie personali


Scritta da: Francesca Zangrandi
in Poesie (Poesie personali)
Insegnami a vivere, insegnami ad amare, insegnami a parlare, insegnami a ridere, insegnami a camminare, insegnami il significato delle cose, la sincerità del mondo interiore, insegnami a portarla all'esterno,
insegnami a capire i movimenti, i respiri, i battiti del cuore.
Dammi la forza di imparare il coraggio, così che non abbia più paura, poi, alla fine, insegnami a morire.

Ti insegnerò a vedere con i miei occhi, a respirare con il mio respiro,
ti insegnerò ad amare ogni attimo, a vivere ogni giorno.
Ti insegnerò le meraviglie dei sogni, per poi portarle nella realtà.
Ti insegnerò a perdonare, ti insegnerò a volare senza ali.
Ti insegnerò l'incanto della Luna e il calore del Sole, sarò con te quando imparerai il dolore, quando vedrai lacrime e ti chiederai da dove vengono, ti insegnerò che non scorrono solo dagli occhi ma che vengono dall'anima.
Ti insegnerò a fidarti, anche se la gente ti tradirà.
Ti insegnerò che non si dimentica, anche se tenderai a nascondere il dolore.
Ti insegnerò tutte le cose che ho imparato, e alla fine sarai tu a insegnare a me tutte le cose che ho scordato,
perché... bimbo mio... l'adulto smette di sognare a volte.
Composta mercoledì 16 dicembre 2009
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    Scritta da: Giuseppe Bruno
    in Poesie (Poesie personali)
    Attimi che fuggono via
    attimi di ricordi che non torneranno.
    Tu, la causa del mio male,
    sei stata l'artefice di tanta felicità
    che ora vivo solo in questi attimi di ricordi.
    Mi faranno compagnia nei momenti di tristezza,
    quando il mio pensiero, tornando indietro nel tempo,
    rispolvererà le giornate
    dove regnava solo il nostro amore.
    La malinconia piano piano
    lascerà il posto a nuove emozioni,
    tutto diventerà più sfuocato ma in un angolo
    del mio cuore sarai sempre vicina a me.
    Composta mercoledì 16 dicembre 2009
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      Scritta da: Diego P.
      in Poesie (Poesie personali)

      L'amante

      Nel gelido cobalto della notte
      burrascosi velieri fantasmi
      navigano alla deriva dei venti.
      Su stuprata terra noi, anime insane,
      come demoni dalle ali spezzate, danziamo
      invasati dall'antico ritmo dell'ebbrezza.
      Umidi intrecci di lingue, sesso, sudore
      e stagnante olezzo di rosea carne eccitata
      attendono l'incendio all'orizzonte.

      In adolescente furore la morte vinsi
      bramando un ultimo tango di lame.
      Ed ora, vizioso Dio serpente,
      fiuto nella polvere tracce pulsanti
      di un amore che bruci le viscere.
      Elettrici assoli distorti di piacere
      e gocce di distillato dolore,
      nero inchiostro che anima versi
      su freddo acciaio opalescente.

      Deflagra l'anima immorale
      nel folle volo di farfalla
      battiti d'ali tra peccaminose fiamme
      verso l'agognato Eden.
      Composta lunedì 14 dicembre 2009
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        Scritta da: aleb
        in Poesie (Poesie personali)

        Visione

        Lasciati andare. Abbandona il respiro.
        Guardami.
        Ho paura.
        Sarai qui tra non molto.
        Sentimi, senti le mie mani calde.
        Senti le mie labbra sulle tue.
        Illusione.
        Occhi infuocati, eccitati;
        un capriccio dell'anima.
        Desiderio oscuro, incomprensibile.
        Ora guarda il mio corpo.
        Prendimi.
        Scaldami.
        Sento il tuo calore, sei vicino...
        Illusione.
        E intanto brucio.
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          Scritta da: fenice.55
          in Poesie (Poesie personali)
          È bello volersi bene,
          scoprire che il sole può splendere anche in una giornata di pioggia,
          guardarsi negli occhi e vedere bimbi felici,
          volti sorridenti
          e uomini diversi fra loro che si stringono la mano.
          Non importa se i bambini piangono per gli sbagli dei grandi,
          se le facce di chi ci circonda sono cattive,
          avide o preoccupate.
          Non importa se gli uomini si odiano,
          domani ci sarà una guerra e qualcuno morirà.
          È bello guardarsi negli occhi e vedere un mondo migliore.
          È bello volersi bene e pensare che domani
          ... forse tutto questo non accadrà più.
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            Scritta da: darioravenna
            in Poesie (Poesie personali)

            Profumo di A

            È una notte antracite, puoi vederle a queste latitudini.
            Così, equidistante dalla terra e dagli uomini,
            Sarai trafitta dalle coordinate cosmiche In questo stupore luccicante.
            Quello è Saturno, della malinconia ma tu, per distrazione forse,
            dormi e con quella cautela seducente ti sei inarcata come l'Argentina
            una terra oltremare. Sono crespate le labbra in un sorriso
            o sofferte in un sogno e si indovina un alito, un respiro
            d'acqua d'arancio di cedro e mandarino.
            È una notte antracite e mi avvicino ai tuoi colchici lilla, signorina
            Qui le spume rifrante hanno lasciato una fragranza salsa di marina;
            del sangue delle querce in sughereta sono trafitti i seni adolescenti
            San Sebastiano degli incantamenti.
            L'odore scuro della lontananza la sensucht ferroviaria i viaggi lenti
            Diresti tu se negli occhi tedeschi non ci fosse l'omino della sabbia.
            Voglio annusarti. Lo ha scritto Marinetti Il ritratto olfattivo di una donna
            Ebbene per finzione letteraria io son Cirano
            Che in vita sua fu tutto, ma non oso sfiorarti, e lo fu invano.
            Questa l'osmosi degli indifferenti. Riconosco l'odore del sambuco
            l'inchiostro dai riflessi rilucenti d'argento di conchiglie fenicie
            Di deserti. O narici di Cirano. Ma come siete inutili alle luci.
            Quando la pioggia devasta dalle nubi
            e un profumo di muschi e di radici
            Stordisce d'essenze e d'umori la tua pelle,
            Così alba e dolcissima. Davvero
            è quasi giorno, te ne andrai di nuovo
            Rimane il tuo profumo ed un pensiero
            Di vino d'acqua d'arancio
            Di cedro e mandarino.
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              Scritta da: Fausto
              in Poesie (Poesie personali)

              Risveglio

              Il volto di gesso adagiato sul candido cuscino
              è compagno di un rivolo ormai freddo
              Il sole tiepido entra senza invito
              Il telefono, due squilli poi il silenzio
              i pensieri fugaci mi appartengono per un attimo
              Sotto palpebre taciute da una notte insonne.
              Mercoledì 16 dicembre 2009, irripetibile e non desiderato,
              ancor di più, nell'attonito risveglio.
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