Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
I buchi
Metto le mani nelle tasche
e
vivo sensazioni belle
perché
fantastica memoria
mi fa trovare
ancora i buchi
da cui perdevo
biglie... e caramelle.
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Metto le mani nelle tasche
e
vivo sensazioni belle
perché
fantastica memoria
mi fa trovare
ancora i buchi
da cui perdevo
biglie... e caramelle.
Sboccia una grande gioia tra il giorno e la notte...
sboccia un amore forte tra la terra e il sole...
sboccia il primo fiore.
Gocce d'amore nutrono lo sguardo sognante
bagnano le pareti dell'anima piccoli sospiri
si riavvolgono i ricordi in una pellicola di semplici tenerezze che sanno di noi
i tuoi passi nella mente...
impertinente malinconia scende in ticchettii come pioggia sul cuore...
fai rumore... ancora.
Tenue, tenero dono
... un sorriso...
dondolante come foglie al vento
impertinente delle ore trascorse
dal colore intenso
spiccano su rami rinati
di brezza fresca nutriti
come panorama aperto a mille cangianti sfumature
stagione dopo stagione... sete di tenera bellezza intrisa di spontaneità.
Infiniti orizzonti ancora da far risplendere del nostro esserci...
una luce di speranza guida il cammino
mentre con il soffice inchiostro di una nuvola
lascio scrivere gli estremi per un nuovo delinearsi...
nella luce del mattino come dolce carezza
dall'ingenuità bambina...
Raggi di luce a riflettersi su persiane abbassate
la penombra della notte svanisce
insieme a quell'aria frizzante
che accarezza le estremità del letto
in cui mi sveglio
assaporando
il dolce trascinarsi
della mente
rapita dal pensiero di te...
come non capitava da un po'...
Le foglie cadono
sfiorandoci nell'andare
come i pensieri
sull'asfalto bagnato
sul far della sera
compari
dolce malinconia
sull'uscio dell'anima.
Uno a uno sciolgo i nodi della mia vita,
vado oltre alla realtà,
scavalco la stupidità dell'uomo terreno,
galoppo l'aria
respirando la mia libertà!
Imbriglio ciò che è mio,
divento scudo,
scudo del mio cuore,
del mio pensiero,
del mio sorriso!
Allontanetevi, Voi!
Voi che togliete il fiato!
Voi ceppi, catene, lacci, sbarre... Affanni!
Aborro il vostro operato!
Vincolate con un sigillo
ciò che non v'appartiene,
con parole melliflue
celate l'inganno...
Ho scoperto il vostro disegno:
la tela del ragno...
Non si lega uno spirito
né lo si annoda come l'aquilone...
Occhi pieni di rabbia, osservate
la mia fuga...
vana è la vostra strategia...
Ecco! Vi faccio un inchino, scappo via...
A fin di pali scorse la tua vita,
tra polvere nebbia e grida strazianti di paura,
non nascondi l'espessione modificata dal vento
perché tu sei il vento ed il vento e tempo.
Ricordi la prima volta che hai fatto l'amore...
beh! Moltiplica per cento.
Tu come una stella che guarda l'immenso,
trasformi domande in tanto sgomento...
Adesso a senso quello che hai fatto?
Prova a risponder e tutto stonato!
Raccogli i tuoi sacchi di sassi parlati
e legali forte con lacci bagnati.
A fin di palo scorre la tua vita,
e in questo momento ami la vita
racconti una storia che per molti non ha senso
ora rincorri il vento, per riprenderti il tempo.
Dimenticasti la prima volta che facesti l'amore,...
adesso ricordi con tanto dolore;
tu eri bella illuminata dal sole,
ma hai fatto la fine del acqua diventata vapore.
Quanti ricordi avevo di te!
Trasformata in chi eri!
Ed adesso in perché?
Ricordo un sorriso tra mille paure,
e un bacio negato per mille sventure.
Mi regalo una rosa,
la dedico ai miei sogni,
ai miei desideri muti,
alle mie emozioni
coltivate di parole...
Una rosa
che nessun soffio di vento
può far tremare,
petali che sfiorerò di baci
di carezze...
non mi tradirà
e, anche se sbiadita,
ancora la guarderò
teneramente vibrante
quando la malinconia
non coglierà
nemmeno colori
dell'arcobaleno.