A te che cammini senza meta per le strade solitarie, che ti aggiri silenzioso per i sentieri di un parco. A te che hai sposato l'oscurità dell'anima che ti cibi di perversione di urla e di occhi atterriti. Tu non hai colore, ne nazione, non più un nome, ne storia. Tu non hai coraggio, ne lacrime, non conosci gioia, ne tristezza. Tu che spegni la luce di occhi innocenti sei un essere senza memoria nelle cui vene scorre il disprezzo. Ti chiami pedofilo dici di essere malato... Un uomo? No, un assassino.
Solo do dopo aver battuto la testa, caduto nello sterrato fondo del dolore, mi ritrovai disteso e inerme; fino a quando, trovata la stentata forza di riaprire gli occhi, capii dove trovare la gioia.
Ho bisogno di tempo, per rimanere solo con me stesso, e ritrovare quella pace che sembra perduta, o forse mai scoperta; il lento susseguirsi dei giorni, frastornato dagli eventi, ci distrae, ma lui scorre, inesorabile... incorruttibile... e non si cura di me, né del mio bisogno di fermarmi ad osservare una pioggia mite.
Nello zampettare di un merlo oggi ho acellerato la mia fantasia nel volo alto di una chiacchierona cornacchia ho spezzato tristi pensieri, un piccolo pezzo di cioccolato nero da condividere con una coppia di piccioni dal collo viola, una sigaretta lenta per osservare rami tratteggiati di verde appena nato, le punte dei miei stivali come frecce segnaletiche ad indicare un ciuffo di viole dove l'indaco prende potere, e pensieri rossi a circondarmi la mente di domande e risposte senza fatica, e le mani per dirmi che sentono e toccano chiavi già mie, di una porta già aperta dove l'atrio che si intravede è di un pavimento lucido e scale da salire bianche da scrivere... e io mentre rientro per la mia via osservo tram di poche persone, un altra sigaretta più veloce, un tappeto amaranto sente i miei tacchi prima di fare rumore nella mia porta, apro sono a casa, è domenica, è nuvolo, forse pioverà... e ripenso all'atrio alle scale bianche... e i rossi pensieri sono veri!
Dal profondo del mio cuore e della mia anima intravedo una luce farsi spazio dall'oblio. Una luce nuova composta da mille colori forte di virtù ataviche una luce che mi acceca e mi incanta. Questa luce prende forma e vedo Te finalmente... Ho atteso tanto questo momento e sognato quest'incontro. Non è la fine ma solo l'inizio. In un istante sei arrivata e non basterebbe una vita per dimenticarti. Riesci a leggere in me come in un libro aperto vorrei essere un libro e tu saresti la mia prima pagina. Siamo prigionieri del passato ma padroni del nostro futuro. Sento rinascere in me emozioni nuove da tempo dimenticate ed emozioni mai provate una guerra di sentimenti. La tua voce mi fà sospirare le tue carezze mi fanno sognare i tuoi baci mi ridanno la vita. Pensavo non potessi esistere e invece sbagliavo. Troppo per essere vera. Una Dea un sogno ora realtà. La mia mente vaga come in un sogno. Saprò meritarmi un dono così prezioso? Forse non ho mai amato veramente ma sento in me un sentimento senza eguali. Forse non sono mai nato veramente o forse sono già morto. La mia vita comincia ora... con Te.
Ora che dormo da solo mi accorgo che dorme anche il mio cuore. Ora che parlo con me sento le parole e i pensieri più vicini e più profondi. Ora che guardo il tramonto andare via mi sembra in un attimo di scorgere il sole, quel sole ballerino che poco ha speso per scaldarci. Ora che siamo lontani tutto si scompone e tutto si rianima. Ora che non penso più a te come ad un amore vorrei portarti con me come un piccolo gioiellino e poterti gratificare con lo sguardo per tutto ciò che mi hai regalato. Ora passa il sapore delle cose, ma tu non passerai, ora.
Buchi profondissimi che scavano nei miei occhi danno sensazione di bollore al loro interno, milioni di minuscoli aghetti si mantengono su ogni poro delle mie ciglia, tanto dolore, tanti sospiri, tanta sofferenza, immenso sconforto. Ecco il manifestarsi di tutto questo dolore, il fragile che possiede l'animo tortura, sollievo, pazzia... l'animo umano.
Cerca la pace nella sua testa come nuvole fuggenti che si uniscono spietate di luce di festa la serenità quel che visse un tempo e che il conoscere troppa gente è andata via volando col vento continua ricerca in un continuo benessere fermandosi impazzito di fronte ad un infinita speranza queste le parole che gli brillavano dal corpo quando viveva i giorni nutrendosi di questa spietata speranza smarrimento di un destino, smarrimento di un quieto vivere, smarrimento di un delicato animo, ritrovamento di una infinita speranza, la sua infinita speranza, il suo piccolino, il suo chiamato amore.
La pioggia Guardo dalla finestra La pioggia, le vie sono vuote, sento emozione e solitudine. La pioggia piange Fa piangere anche un cuore solitario. Quando guardo la pioggia anelo il vero amore Ma... ho paura di soffrire, Così, chiudo il mio cuore per non piangere. Ma, questa pioggia, scende forte fuori, la guardo, la sento, mi fa sognare. Nella mia mente vive un pensiero lontano, un sogno impossibile. Nel mio cuore si nasconde un piccolo segreto. Che porta dolore... è solo... una illusione Questo mi fa sentire la pioggia che vive dentro me.