Vorrei conoscerlo Prima di tutto e insieme a te, potere scoprire l'amore
Senza timore Senza riserva Ora è tardi per me Il mio cuore ha cicatrici
ah! Se potessi Vorrei essere insieme a te Quando il mio cuore Ha scoperto che cosa era amare e quando il mio corpo Ha scoperto che cosa era il desiderio
Sarei sempre con te e impareremo insieme Le lezioni dell'amore Uniti scopriremo Il segreto della vita
Per un attimo ho permesso che il mio cuore sognasse Non lo concederò più Che il mio cuore si affidi non desidero più amare l'amore solo porta dolore.
Le prime farfalle di marzo oggi le ho viste. Ombre alla rinfusa sulle pagine di un libro aperto un libro che parla a chi vorrà parlare senza forse usare suoni, volavano a due, nere e rosse nelle ali, forse giocavano ad amarsi, forse giocavano con un sole che come loro è ancora fragile... il libro nelle mie mani e gli occhi in quel volo, le mie gambe nell'erba e marzo che porta note di vento trasparente...
Ancora dopo sette anni incredula ti osservo guardarmi con i miei occhi pronunciare "mami" con le mie labbra ... mi sembri ancora un miracolo lo sarai sempre per me.
C'è ancora quella strada ch'è sempre nuova all'occhio estraneo e al cuore che non percepisce quel monotono strazio. Quante e quante volte percorresti quattro volte al giorno quella strada consumata e là lasciavi di volta in volta la tua vita. Nel lavoro trovavi la battaglia perenne dell'operaio che si ribella per la conoscenza di una vita nuova migliore nella fatica. Ma la macchina ancora nemica dell'uomo aiutata dall'ambiente insano carpì la tua vita straziando il tuo corpo. A te fin dai giorni giovani rinnovai la mia lotta cercando la sicurezza la dignità, la fratellanza che tu volevi nel lavoro e nella vita che più non è.
Impregnato e lercio di nulla più non temo il domani potrò sì separarmi da una vita che non ho vissuto che a tratti. Più niente chiedo e sento lo so e lo so bene e lo voglio e ogni smentita è vana. Eloquente un ossimoro accarezza significo le mie ossa modella il viso dei miei giorni; dal promontorio delle attese tutto è una chiara foschia diffusa. Poche volte ci baciò amore poco forbito parlò la speranza si accasciarono reduci sogni troppo il sorriso di uno sguardo mancò allo spalancarsi dei giorni. All'occaso imbrunisce l'aria limine ultra si fa l'orizzonte e nessun altro porto si pensa. Ardire, ambire, lusingarsi ansimare ancora a che vale se oltre non un lido o un atollo tangibile si immagina ospitale. E così lo scroscio infinito del nulla cade mi penetra e mi trapassa all'aurora di questa quinta stagione, dalle scaturigini dell'abisso sgorga beffarda una luce e tutta di scialbo opaco mi contrassegna. Annaspo nel mulinare dei pensieri incalzato da ciò che accade; percorro il sottobosco sonorizzato dal vocio loquace del silenzio che effonde; oltre le alture o le fosse melmose dell'essere, fisso il tempo senza corpo che piè veloce passa come un vento. Non ho voglia di niente e di nulla nella mota sguazzo e resto e non ci bado. Senza scalpore o sorpresa placido a germi di mal di essere mi consegno; per dovere, ignaro, batte il cuore che non sa dirmi neppure per cosa.
Scandisce il tempo il battito del mio cuore si incrociano gli sguardi di due uomini legati da una fredda indifferenza che non potrà mai essere scaldata se non dalla forza della verde speranza che mi sfiori ancora una volta la giovane mano. Si nasconde il nostro saluto tra coloro che non sanno vedere il colore dei fiori. Congelati i miei ricordi in un lago di bugiarde verità e, non mi resta altro che guardarti nei riflessi di uno specchio che divide il cammino dei nostri destini. Inciso il tuo nome nel marmo dove mi trovo seduto aspettando i raggi di una nuova illusione.
La mia anima scivola verso il fondo, con lei anche i pensieri, si inseguono in una corsa del destino che non mi vedono protagonista, come lo ero. Se cerchi di guardare l'arrivo, non vedi che il buio, chissà perché si è spenta la luce di ogni mio pensiero. Provo ad attaccarmi a qualsiasi cosa, ho le unghia consumate, la pelle scorticata, i piedi indolenziti, la faccia un po' bagnata, ma la corsa non si frena, inarrestabile verso il tramonto di una vita sincera, che vivrei fino in fondo. Mi chiedo dove sia finita la musica dell'anima, quella che mi permetteva di scrivere la rima, potessi sporgere la tua mano e afferrare la mia, salveresti quel che resta e la mia poesia. Mi arrendo sconfitta, se si capovolgesse il mondo, non sarebbe una discesa, ma una salita che scalerei volentieri pur di non toccare il fondo. È stato bello e gratificante scrivere per la gente, per questo amore grande, per le soddisfazioni ricevute, avrò da ricordare alle generazioni future quanto è bello parlare col cuore... è terminato il momento di descrivere un rimpianto, di riempire di parole ciò ce vorrei tacere, di prendere sul serio un mio desiderio che è morto con il sole che ha accecato l'amore...
A volte siamo assorti in tanti pensieri in molte realtà e non ci rendiamo conto delle persone che girano intorno a noi. È come alzare gli occhi al cielo notturno e non intravedere una stella. Ma di una cosa sono sicuro qualunque cosa io stia facendo ed ovunque io sia ci sarà sempre un pensiero per tè. Per una stella che riesce a farti sorridere per una stella che sa donarti un pensiero gentile per una stella che con la sua umiltà e sincerità riuscirebbe a far fiorire il più arido dei deserti. Infinito astro della Trinacria continua ad illuminare con i tuoi sorrisi le nostre giornate. Ora finalmente ho trovato l'amore il tuo augurio è stato esaudito. Questo mio cuore vive...
Sotto la scorza del gentiluomo fango Sulla bella faccia ipocrisia nei neri occhi fuliggine dentro il cervello malignità. Ti amavo, ora ti ignoro "piccolo" ma, veramente "inutile" uomo.