Festa fasto La mimosa il suo simbolo alberi divelti, non è questa violenza? Consumismo profuso non è questa ostentazione? Quante donne nel mondo sono messe a tacere a causa del potere!... maschile, femminile, sociale, razziale. Non auguri ma idee... per rispettarla a dovere!
Alla ricerca della felicità... insolitamente perfetta alla ricerca di se stessi... inconsapevolmente lunga alla ricerca dei ricordi... inevitabilmente unici
alla gioia della vita al dramma della morte
allo scorrere del tempo a quando l'orologio della vita si ferma
alla ricchezza di una nuova vita al vuoto di una vita persa
Ove tutto tace dolcemente la natura si risveglia. Bucaneve e ciclamini colorano generosamente qua e la il suolo. I germogli fanno capolino e le gemme sul melo tra il bianco e il rosa offrono nuova gioia al mio giardino. Gli uccellini cinguettano festosi mentre timidamente i raggi del sole accarezzano le prime note del mattino. Il profumo nella brezza mattutina, non è di foglie macerate nell'autunno, i germogli e i nuovi fiorellini regalano una deliziosa fragranza che trasmette nuova vita e serenità al cuore.
Vola in alto lontano con la mente oltre le bianche nubi oltre i pensieri profondi oltre i ricordi. Lasciati trasportare laddove i sogni puoi toccare laddove i sogni puoi abbracciare. Vola alta nel cielo laddove brillanti stelle sembrano diamanti laddove luci celestiali possono donare pace al cuore e donarti gioia di sognare. Vola alta con la mente dove i sogni diventano realtà dove la gioia e la pace entrano nel cuore dove i sorrisi è facile donare. Vola alta nel cielo ancor più su laddove gli angeli ti possono ascoltare. Tra le Sue ali Lui t'avvolgerà con tutto quell'amore che solo Lui può dare.
Follia Repressa Da un senso comune Di razional virtù
Impossibil però Limitar la vita Ad un banal flusso dell'essere Costante Coerente Imperturbabile Ai sentimenti Che son per l'esistenza Ciò che era dei venti la rosa Che da sempre guidò Lungo i mari Or calmi e or in tempesta Impavidi marinai Che nell'ingenuità Di uomini semplici Avevan conosciuto e stretto La mano Di chi Tutto governa
Quel divino Che del mondo è il fattor d'ogni cosa l'autor
Ammaina la vela Quando forte Soffia un vento intriso d'amor Soffermati nel cuor Di chi è donator di tal sentimento Vivilo Amalo e quando sarà il momento Non rifiutar di affrontar Di nuovo quel mar Che t'ha condotto alla vita Che t'ha donato la vita
Potrai esser dolce In compagnia o solo Come figlio del Dio nessuno Ma non arrenderti Perché l'irrazional è matematico calcolator d'ogni tuo gesto Compilo col cuor e nulla impedirà Al tuo animo Di raggiunger ciò a cui anelerà
Utopia è impossibile Per chi Arreso Inetto Rifiuta d'esser voluttuoso sentimento Ma divien un sogno Premonitor Per chi ha il coraggio Di divenir attor in quel viaggio in cui la metà sol con la morte sarà raggiunta perché nulla v'è di più ricco se non ogni istante trascorso con occhi spalancati animo desto e cuore vivido in quell'istante infinito chiamato presente.
Prendimi, perché la fragranza del mio alito possa penetrare fin nelle profondità del tuo ardore.
Prendimi, perché se anche mille spine mi circondano non ferirei mai le tue dita, del miele della vita le ungerei.
Prendimi, non temere per me, perché il sole con i suoi raggi mi ha reso forte, destinandomi fragile solo alla magia delle tue mani.
Prendimi, prima che il vento mi porti via, lasciando incompiuto il mio destino di sfiorire dei miei petali sulla tua pelle.
Prendimi, ti prego, non esitare, perché se non mi cogliessi perderei la più dolce opportunità di morire, e tu la più gioiosa occasione di vivere.
Prendimi e portami con te, perché la mia anima sbocciando ha rivelato la mia sorte, appassito, ma felice, custodito gelosamente tra le pagine del tuo domani.
Seduto sulla riva, Lo vidi avvicinarsi da lontano. Gli dissi: "Non ho voglia di specchiarmi nell'acqua che Tu mi dai". Ma Egli, con un sorriso, creò con le Sue mani una lacrima, posandomela fra le ciglia. Sussultai: "Perché mi fai questo?". In silenzio un'altra ne formò, liberandola sulle mie labbra. "Ascolta il sapore" mi disse, "segui il tuo cuore". Pace in quel momento mi invase, con stupore mi alzai e Lo abbracciai, ma Lui non era più. Era dolce, era limpida, era di felicità.
Ho cercato la felicità nel fondo di una bottiglia e ad occhi spenti ho capito che sul fondo c'ero io, ho rovistato invano nelle tasche del tempo cercando di rubare vecchie foto di sorrisi perduti e mai ritrovati. Ho pianto in un angolo al buio chiudendo la porta in faccia al sole stringendo in mano un litro di felicità apparente, fino a non sentir più rumore. Ora so che la felicità non è di questo mondo, cercarla è solo un gioco, nessun vincitore, solo vinti e disillusi.
Il silenzio sacro del bosco mi circonda e mi avvolge, cammino lenta e attonita fra mormorio di vento. Un raggio rilucente, filtrando tra gli alti rami, mi risveglia il core e porta l'eco di risate argentine. Ma chi parla? Chi ride? Io sono come pianta morta tra questi rami vivi. Mi fermo: tre alberi, racchiusi in cerchio, mi accolgono quale piccola, stanca, indifesa creatura, già colma d'anni ma avida di gioia. Mi abbandono tra le verdi braccia, ne respiro il profumo di resina, di pini, di altri tempi lontani eppur così presenti!