Scritta da: Aurora Sisi
in Poesie (Poesie personali)
Germogli
di speranze,
al calar della sera,
faran nascere
nuovi sogni.
Composta giovedì 12 ottobre 2017
Germogli
di speranze,
al calar della sera,
faran nascere
nuovi sogni.
Gocce di pioggia
cadono,
scivolando,
dolcemente
accarezzano il viso,
come lacrime.
Come rugiada
gocciolano appese
sulle foglie,
misteriose
scendono giù.
Sono tante,
sono instancabili,
nessuno raccoglierà
queste "gocce di ricordi".
Da una rosa sbocciata nel giardino
esce il giorno frustrato da fantasmi
con mani piene di notizie nuove
e un volto di donna senza parole.
Sbocciano anche i sogni del domani
in occhi pieni d'argento fuso;
la luna girovaga nel cielo rosso
come cane abbandonato in agosto.
Resta sola la rosa aperta nel giardino
accarezzata da una mano di nonna,
rileggendo il suo diario di illusioni
su petali rossi e spine d'illusioni.
Il sole avanza distruggendo le ombre:
le nuvole giocano con gli orizzonti,
il cuore dell'uomo si chiude in una rosa
e sboccia un mondo senza più rancori.
Battiti d'ali,
leggere e variopinte farfalle
sfiorano delicati e colorati petali,
accarezzano vellutate corolle,
adagiandosi lievi
su profumati fiori,
tutto si ripete
un volo sempre uguale
e pur sempre nuovo.
Avevo scritto una poesia che parlava di me...
parole che ad un tratto non trovo più.
Frugo in ogni angolo della mia mente
ma non trovo più il resto di niente.
Scendo un po' più giù
nel punto in cui ciò che si scrive
rimane immerso nel blu.
Un tuffo e splash...
scruto qualcosa...
davanti ai miei occhi appare una stella luminosa...
dono di un cielo che si è privato di un tesoro
pur di mostrarmi meglio che la mia vita
vale più dell'oro.
Avevo scritto una poesia che parlava di me
ma l'ho stracciata e non ho capito il perché!
Un essere vivente è un essere vivente.
E così, tanto per entrare nelle dinamiche
dell'esistente, da Dio è stato creato, che
certo non si stupisce se da qualche
altro* (vivente) viene divorato, per dar vita
anche a chi, della vita, non l'ha mai
ringraziato. Non è il mondo degli uomini*
(onnivori), quello* (vega), non facciamo errori,
è il mondo degli imbroglioni* (l'uomo non è
erbivoro) e pur un po' semplicioni nel dare
soluzioni* (agli allevamenti intensivi...).
Che per ingannar la verità, sull'argomento,
ci fanno, dunque, interessanti
dissertazioni, soprattutto quando si
soffermano sulle necessarie integrazioni*
(di nutrienti nella dieta). Poi, siccome per
ciò che dici, la gente prende foco, succede
che a forza di contestar diventi fioco. Ma
vogliamo dire che pur le piante hanno una
vita da custodire? Se proprio si vuol l'uomo
intenerire, specie quando a lor pensiamo
come meglio ingozzarcene possiamo. E
dall'uomo or si devono schermire, che le
vuole in distese coltivazioni confinare e
intristire. Ma quando arriva la rota grossa*
(mietitrice o coltello) nessuno pensa
quanto disagio possa e che, "magari", pur
loro ricevono una grande e micidiale
scossa* (caput) anche se non hanno ossa
e non gridano a più che dir si possa.
Siccome, come loro, campare d'aria non
possiamo a questa vita rassegnare ci
dobbiamo. Sarebbe come dire che il
creato è ingiusto, sol perché le leggi della
natura non son di nostro gusto. Le piante
hanno sensi e percezioni, è stato
evidenziato e questo proprio non lo
discutiamo; già, ma siccome sono esseri
inferiori, per questo, quelle, mangiare le
possiamo e pur col massimo degli onori*
(ricette prelibate). Vega* (stella), del ciel la
tessitrice e pur sulla Terra star incantatrice*
(nella dieta vega-na), ma sol di chi non ha
salda la radice* (base del sapere)
sull'evoluzione della nutrizione, che non è
dell'uomo un'appendice.
Sono due linee parallele i nostri desideri
non si incontreranno mai
neanche all'orizzonte
solo un timido saluto da lontano
Un luccichio un bagliore che si spegne in un sorriso
Vivo sul mio scoglio davanti al mare la vista spazia lontano alla ricerca del tuo sorriso mentre un gabbiano
si tuffa sulla sua preda
penso che di fronte all'infinito il mio scoglio sarà l'unico approdo sicuro
Nell'alternanza di vita e sogno nell'alternanza di sogno e realtà.
Nessuno tocchi i bambini
perché è sacrilegio.
Nessuno posi la propria mano
su di loro se accompagnata da
gesti o sentimenti poco nobili.
Nessuno osi sfiorarli se non è
una carezza colma d'amore
che deve raggiungerli.
Nessuno deve permettersi
di privarli dei loro sogni
della loro vita.
Nessuno tocchi i bambini
perché in loro, è riposta
la speranza di un mondo
migliore.
Nessuno li tocchi, mai!
Oscillano piatti
di una batteria
e corde virtuose
di un basso.
Pensieri radicati
in oscurità irraggiungibili.
Paure pronte
a prendersi il loro
carnefice.
Vittime disgustate
da parole non dette.
Infernale delirio
dell'anima condannata.
Sogno un cielo,
in cui si uniscano tutti i colori della pelle,
dando forma a luminose stelle.
Sogno un mare,
dove se per sbaglio bevi e sei in difficoltà,
senti dolcezza sulle labbra e grande solidarietà.
Sogno tavole gremite,
pronte ad accogliere l'intero mondo e a saziare persone infinite.
Sogno un pensiero
uguale per tutti,
che, nonostante una fede differente,
ci si abbracci serenamente.
Queste chimere volano libere nella mia mente;
le lascio vagare,
io nel contempo continuo a sognare.