Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Sospiro

Io non dovevo nascere,
non ero desiderata,
ma è accaduto,
e io sono un accaduto.
È tutta la vita cerco la ragione
del mio essere,
vivere tra sofferenze, delusioni.
Tutto ciò che faccio si versa in lacrime,
perché tutta questa amarezza?
Perché sono solo un accaduto,
nient'altro.

Passa la tempesta,
e splende il sole su di me,
soltanto su di me,
è bello vivere,
è dolce perdersi nella passione,
che la vita è una poesia.
Composta giovedì 1 febbraio 2018
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    Scritta da: Marilisa Menegatti
    in Poesie (Poesie personali)

    Inquietudine e diffidenza

    L'impeto
    d'un molesto visitatore
    s'insidia nella mente
    senza chiedere il permesso.
    Così inizi a dubitare
    di aver fatto scelte reali
    di aver ragione
    o essere nel torto.
    I tuoi errori
    risuonano insolenti
    con un eco amplificato
    senza accordarsi
    con l'anima che li assorbe.
    Pungente freddo
    in un vicolo di solitudine.
    Avvolgente inganno
    d'un presente ancora instabile.
    Tremo
    sotto le suole
    sotto i capelli
    dentro la pelle.
    Composta venerdì 2 febbraio 2018
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      in Poesie (Poesie personali)

      Geremiade

      Reduce sconfitto e mezzo storpio
      dalle frontiere fumose della vita
      alla mia solitudine natia son ritornato:
      quanto tempo è passato,
      quanto fino ad oggi è accaduto!
      Non tutto è stato obliato
      nutrito e svariato è l'elenco
      delle cose non dimenticate
      tanti i momenti, le ricorrenze
      e i fatti nel pensiero ripetuti.
      Oh la lista di chi è partito
      senza averlo annunciato
      gli anniversari di pene mai confessate
      le tappe ad ostacolo degli anni dileguati!
      Alla mia prigione mi son riconsegnato
      inseguito da ignoranza e infantili paure
      tenute, barando, tante volte a bada.
      La litania di giorni che mi morde
      come eloquente ne è genuina portavoce!
      Dovrò gonfiarmi di calma e rassegnazione
      chiudere i conti con speranze e illusioni
      restare immobile o strisciare come lumaca
      per le poche energie sopravvissute.
      Per quanto è avvenuto o non si è avverato
      non si può far più nulla: auspichiamo
      che almeno si salvi qualche lapillo
      prima che raggiunga il suo punto di cenere
      o più maceria lo seppellisca e nasconda.
      Il buon senso, pervasivo e onesto,
      dice che mai si può ritornare daccapo
      la vita è così: il passato è passato
      il futuro è da un pezzo in frantumi
      e neanche più mi sporgo a guardare
      a occhi aperti l'abisso che conosco.
      Se non si può volare e fuggire
      bisogna subire le ombre che arrivano.

      Vulnerabile effimero corpo
      materia che tendi a scomporti
      inceppato l'ingranaggio ossidato
      del cuore motore, cadute le palpebre,
      senza anima, avvinto alle tue ossa
      finirai immobile e tumulato
      tra le dune silenti del nulla!
      Vivrò controvoglia ancora un poco
      ma non resti io desto fino alla morte
      che ha carta bianca e fa come vuole.
      Composta mercoledì 31 gennaio 2018
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        in Poesie (Poesie personali)

        I colori della vita

        La mia nave a lungo navigare
        ha subito le incrostazioni del tempo
        ora chiede all'alaggio di raschiare
        l'opera ancora viva
        per affrontare il mare
        ma non basta
        superare il tempo
        contro il tempo,
        il concetto di momenti antichi
        contro l'egemonia dei digitali
        reagisce con l'acqua alle narici
        cerca il guado per non affogare.
        ma si muove a rilento,
        perciò per incontrare
        un qualche senso
        e raggiungere in tempo l'altra sponda,
        segue i mostri
        vuoti di profumo
        come fiori di carta senza odore...
        e le vetuste fonti
        che toccavano il porto
        con le stive di sogni e di colori
        ora sono pieni di rimpianti.
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          Scritta da: Carla Vercelli
          in Poesie (Poesie personali)

          Non c'è da stupirsi al passaggio di Cupido

          Il soppalco conduce direttamente al cielo aperto
          e non c'è da stupirsi al passaggio di Cupido
          che trascina per le briglie il destriero
          di Marte, riottoso al viaggio,
          alla guerra restio.

          Cuori palesemente inesatti,
          ventricoli in subaffitto e atri in bilico:
          l'amore talvolta compie la scala a ritroso
          ma presto risale la china, oltre le sbarre, volando

          nel sorriso rinnovato di un'ora o poco più - testardo.
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            Scritta da: Myškin
            in Poesie (Poesie personali)

            Sigaretta

            Accendo la sigaretta.
            La lingua è interdetta
            ma le parole scorrono
            ugualmente,
            sulla carta
            e nella mente,
            come un fiume di cadaveri,
            storpi cercando la riva
            tra i papaveri,
            e le rime si sciolgono
            entrano in conflitto,
            l'ultima parola ferma
            non se ne vuole andare
            altre parole muoiono
            nel capo confitto,
            nella fine insperata
            qualcuna si esaurisce
            sul foglio,
            parola disperata,
            parola di cordoglio,
            per un impeto disilluso,
            rime gettate sul fuoco
            confuso.
            Diventano una parata
            sfiorita,
            e la vita assume le sembianze
            di una sconfinata
            ribalta,
            la cima è troppo alta,
            parole si aggrappano
            cadono, vacillano
            ma non scappano al destino
            deridente e mordace,
            perse tra i denti
            di un mastino vorace,
            zampillano e stridono,
            si contorcono, e sfumano
            tra i vagiti
            offuscando le insegne.
            I giochi sono finiti,
            la sigaretta si spegne.
            Composta lunedì 1 gennaio 2018
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              Scritta da: Marta Emme
              in Poesie (Poesie personali)

              Vera insolenza

              A questo mondo c'è chi
              ha le idee confuse e dà
              per buone le cose astruse*
              (che non stanno né in cielo
              né in terra come uno stabile
              dimorare, qui, di tutti gli
              immigrati, com'è già nei fatti).
              Insomma, la logica deve far
              vedere* (in Europa) oltre la
              propria sponda* (confine) per
              favorir decenza* (sviluppo
              accettabile) ove colà c'è solo
              baraonda* (povertà e
              sfruttamento). Va bene. Dal
              ciel, la luce* (sapienza), questo
              invito produce in una mente
              illuminata* (politici, alti prelati,
              aggregazioni...) che, aihmè!,
              dal prestigio, interesse e
              compiacenza - come danno una
              utile accoglienza - da queste
              parti* (Italia), viene infine
              soggiogata. Così, per il suo fare,
              in una utopica dimensione
              questa par solidamente stare,
              tanto che ai rimpatri
              infinitamente sorda vuol restare.
              Eppur quelle persone* (immigrati
              economici) han menti fiorenti e
              valide braccia, non sono insomma
              una merdaccia, e son "sottratti" a
              un paese che, per forza, di
              sviluppo, poi, non ha pretese. Così
              a ciò* (loro rimpatrio) devon portar
              le sensate e giuste intese. Ma
              siccome noi italiani siam gente
              grulla, piuttosto si mantengon qui
              a non far nulla. Che poi
              l'integrazione col lavoro fa
              comunione, se proprio si vuol fare
              un cantico al Signore. Sicché dove
              manca il lavoro si deve fare a
              modo a modo* (essere saggi) che
              a formar dei disperati ci vuol poco.
              E, perdirindina, siccome non son
              proprio cretina, anche oggi non mi
              va di assecondar la china*
              (gli opportunismi di stolte sirene
              che alimentano anche la tratta
              umana).
              Composta martedì 23 gennaio 2018
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