Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)

L'era dell'Apocalisse*

Guai a voi terra e mare che ospitate uomini e bestie,
donne fertili e sterili, stelle cadenti e sangue innocente.
I fiumi scendono con estrema violenza dalle montagne,
le frane aprono ferite profonde su volti umani e panorami.
I giorni sono pieni di tuoni e piogge calde piene di lacrime
di occhi aperti al cielo che lampeggia vomitando fumi neri.

Il tempo si allunga come i serpenti strisciando su prati verdi
colpendo con fruste di nervi viscidi le spalle di uomini violenti
che hanno calpestato tutti i civili codici dell'umana esistenza.
Gli animali non ubbidiscono più ai loro padroni né li seguono,
le donne incinte gridano avvolte in scialli di nuvole rossastre,
sull'orizzonte pieno di colori di fuoco l'Uomo Signore appare.

"Un angelo uscì e gridò a gran voce a colui che era sulla nube:
Getta la tua falce sulla terra e mieti: è giunta l'ora di mietere.
Un altro angelo che ha potere sul fuoco, uscì dall'altare e gridò:
Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna.
Poi gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio e ne uscì sangue
fino al morso dei cavalli, per una distanza di duecento miglia".

L'Apocalisse vive in questo tempo, volteggia nell'aria e nelle case,
nei tribunali e negli occhi ardenti che guardano dall'alto in basso,
non si rispettano né vecchi, né bambini, né signore, né signorine.
Nelle strade si vive di droga, di furfanti, ladroni e molti falsi signori.
Siamo giunti alle porte della città terrestre che ormai puzza a sterco.
Siamo all'ultimo, scegliere: vivere per essere veri uomini o perire?
Composta mercoledì 13 dicembre 2017
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Quand'ero alunno delle elementari
    ho avuto un solo grande maestro:
    mi educò con amore e resposabilità
    per lunghi, per me corti, cinque anni.

    Ricordatevi - diceva piano e spesso-
    due cose importanti nella vostra vita:
    boschi e fiumi vanno puliti come casa
    altrimenti il fuoco brucerà il bel bosco
    e l'acqua distruggerà i raccolti e la vita.

    Gli regalavo fasci di fili verdi di ginestra
    che lui seccava appesi al filo in cantina
    per poi agganciare i tralci delle sue viti
    al tempo giusto dirigendosi in collina.

    Era un uomo buono ricco di sentimenti,
    mi teneva al primo banco sulla destra.
    Sapeva che amavo gli uccelli e i boschi
    che passeggiavo solo in cerca di funghi
    e legna secca che serviva in inverno.

    Grande educatore e per me gran signore
    che tutti chiamavamo maestro Dangoia.
    Ogni fine mese mi inviava solo alla posta
    per prendergli la busta della sua pensione.

    Mi educò a studiare e saper sopportare
    la povertà e il triste amaro dopoguerra:
    le cose buone e quelle brutte maturano
    tutti coloro che apprendono a essere uomo.
    Composta giovedì 14 dicembre 2017
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)

      Due bambole

      Un tenue raggio di sole di fine autunno
      carezza i bei riccioli biondi di una bimba
      seduta nel suo giardino mentre osserva
      la sua bella bambola vestita di azzurro.

      Parla da sola con la sua muta bella bambola
      che apre e chiude gli occhi quando la carezza
      per metterla in piedi sotto un albero di alloro
      che ogni tanto fa cadere danzando una foglia.

      Foglia appassita che bacia soave l'erbetta verde
      cadendo quasi in silenzio ondeggiando nell'aria.
      La bimba la raccoglie e la offre alla sua bambola
      che apre gli occhi e la ringrazia senza parlare.

      L'albero osserva attento il dialogo silenzioso
      della foglia, della bambola e della dolce bimba.
      Il cielo si riflette negli occhi azzurri delle due:
      l'innocenza resta il grande miracolo della vita!
      Composta domenica 8 gennaio 2017
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)

        Aspettiamo la neve

        Abbiamo aperto gli cchi anche in questo mese di gennaio
        in attesa che cada la neve per riempirci di messaggi nuovi
        racchiusi in grandi e lievi fiocchi di neve caduta dal cielo.

        La notte si succede al giorno, il sole alla luna e alle stelle,
        le sirene delle ambulanze ai miagolii dei gatti nella notte,
        ma la bianca neve non cade ancora su questa nostra terra.

        Aspetteremo ancora un poco, l'inverno è appena iniziato,
        il freddo è ancora fermo e dorme nei lontani iglò del nord
        mentre noi a sud prendiamo ancora il sole sulle spiagge.

        L'ansia dell'inverno che dovrebbe scatenare le tempeste
        che portiamo dentro gli occhi è rimasta un sogno infantile
        quando la neve cadeva sulle nostre mani piene di sogni.

        Abbiamo abbracciato l'anno nuovo insieme a Babbo Natale,
        il colore bianco e rosso ha fatto sbocciare delle grandi rose,
        ma noi uomini aspettiamo la neve per lavare terra e cielo.
        Composta lunedì 8 gennaio 2018
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Ho passeggiato d'estate sotto un lungo corridoio d'ombra
          che i pioppi in fila mi regalavano nel mio lungo pomeriggio:
          ammiravo, nascosto dietro rovi, i cormorani che pescavano
          nel fiume lento che scendeva silenzioso e solenne al mare.

          Nascondevo nei miei occhi il colore del giorno al tramonto
          che durava poco nel vasto orizzonte che inghiottiva il sole
          mentre la tavolozza dei colori si nascondeva nei miei occhi
          insieme agli aromi e suoni che annunziavano la nuova notte.

          Il passeggio durava ore ascoltando il richiamo degli uccelli
          con voci e note di una sinfonia animale con messaggi corti
          ma pieni di amore e di allegria contenti di far ritorno al nido
          o sui tanti rami per ascoltare il silenzio misterioso della notte.

          La luce del tramonto vacilla sui colori che lenti si inabissano
          aprendo uno spiraglio alla notte che spinge la porta del tempo
          per far riposare tranquilli gli uomini allo spuntare di molte stelle.
          I tramonti sono i musei senza porta dei misteriosi colori di Dio.
          Composta lunedì 8 gennaio 2018
          Vota la poesia: Commenta
            in Poesie (Poesie personali)

            Carissimi Juventini

            Carissimi juventini
            esultate quanto ve pare...
            noi siam spettatori
            restiam a guardare...

            anche se perdiamo
            non usiamo atti di discriminazione,
            mentre voi usate complotti
            come un film d'azione!

            Viviamo nello stesso mondo,
            seppur senza sfondo...
            perché esiste odio
            in questa società
            che uccide senza pietà!

            Accettiamo la sconfitta
            vi aspettiamo al ritorno,
            adorneremo un bel forno
            altro che vesuvio...

            Callejon, Mertens e Milik
            si inchineranno alla platea
            con doppiette e rigorini...

            babà', pizza e mozzarella
            mentre voi, vi perderete nella nebbia!
            Vota la poesia: Commenta
              in Poesie (Poesie personali)

              Intrigo

              Eri lì seduta
              con la tua eleganza astuta,
              bella da morire
              ascoltavo il canto delle tue ire...

              Seducente passione
              tinteggiavi il mio cuore
              non sentivo più dolore,
              ma un soffice odore
              che proveniva dalle tue emozioni!

              Fatale sobrietà
              il tuo sguardo ammirevole
              e non ingannevole,
              oceano immenso
              luce accecante
              che mi colpiva all'istante!

              Diamante puro
              dalla cui lucentezza
              brillava lassù nel cielo
              avvolgendo l'aurora
              che a tutt'or la implora.

              Innato fiore
              i tuoi petali erano divini
              con profumi assassini
              ormeggiavano nella mia mente
              stregandomi interiormente...

              Verso l'infinito ti seguirò
              planando tra le costellazioni dell'universo,
              ed esternandoti ogni mio verso
              in ogni candido e dolce intrigo.
              Vota la poesia: Commenta
                in Poesie (Poesie personali)

                Alibi inventati

                Sempre a puntare il dito
                per fortuna non amo l'infradito...
                questa società è allo sbando
                ama tanto il vaneggiando,

                è una tempesta imperfetta
                si accinge sulla terra con tanta fretta
                a volte fa cilecca
                altre volte le becca
                mazzate all infinito da guerriglie senza rito.

                Quanti alibi inventati...
                seppur affiatati
                in questo mondo di coltelli affilati
                che distruggono dignità
                con tanta ostilità!
                Vota la poesia: Commenta