Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
Alla fine di maggio il cielo del mattino
si presenta vestito di seta pura.
Un venticello pieno di eleganza
muove con delicatezza le tante pieghe
dell’eleganza femminile.

Il pomeriggio arriva vestito da marinaio
con nuvole bianche e azzurro oscuro.
In poche ore il cielo è nero:
cadono goccioloni dal cielo.

Sui vetri limpidi del balcone
iniziano fuochi d’artificio.
Raffiche di mitra con palline di ghiaccio
uccidono foglie, rami e fiori
trasformando il mio bel giardino
in cimitero di fiori muti.

I petali dei gerani di vari colori
hanno formato un tappeto macchiaiolo
insieme alle foglie verdi e a bacche gialle
di alberi che non conosco chi sono.
Non avevo immaginato
che la dolce fanciulla primavera
mi avrebbe distrutto l’incanto
dei colori dei suoi fiori
per uno scatto di ira
con un forte raffreddore!
Composta sabato 26 maggio 2018
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Le verdi foglie insieme ai fiori
    cantano allegri l'inno della vita
    accogliendo sui loro teneri rami
    una sinfonia di canti di uccelli
    sotto i primi raggi di un tenue sole
    che veste d'oro i mesi primaverili.

    In questo ambiente di luce e colore
    la terra invita l'uomo a essere signore
    per vestirsi di luce ogni mattina
    salutando il sole che nasce
    le ombre che si dileguano
    nel cielo che si veste di azzurro.

    Tutti noi esseri viventi
    leggiamo ogni giorno il nostro libro della vita
    ma a sera quando ci avvolge il buio
    spesso scriviamo in fretta solo l'indice
    per paura che quel tal capitolo
    vissuto in fretta
    sia uno schiaffo a noi stessi.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)

      Concerto de Aranguez

      Nella quiete di un giardino di città
      all'ombra di un salice piangente
      con un cielo prossimo al tramonto
      un giovane con occhi chiusi
      abbracciando una chitarra
      riempie la sera con musica
      per abbellire la notte.

      Chiudo gli occhi per captare le note:
      rivedo il maestro Rodrigo
      meditando nel suo silenzio
      ascoltare il canto degli uccelli
      l'acqua che zampilla sulle sue mani
      la tristezza della natura
      cullando un bambino non nato.

      Le note della chitarra penetrano nel cuore
      mentre la sera scende lentamente
      insieme alle note che cullano
      tristezza, gioia, serenità
      amore e silenzio.
      I fiori del giardino
      odorano a incanto
      di magia in festa.

      Si nasconde lenta la luce dietro l'orizzonte:
      la melodia l'accompagna sommessa
      nascosta in una chitarra
      accompagnando un cieco contento
      verso l'eterna luce di una musica celeste.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        La luce del giorno che muore
        s'inabissa nei colori del tramonto.
        Spariscono le ombre della mente
        mentre l'uomo rimasto solo
        s'incammina verso casa
        con un messaggio
        pieno di ricordi.

        Gli ultimi sospiri del giorno
        si perdono nella luna che appare
        da una nuvola nera vagante
        in attesa di salutare una stella
        che aprirà la finestra
        su una notte chiara.

        È una tavolozza in bianco e nero
        la notte che avanza leggera
        con il suo velo trapunto
        di lontane stelle
        su una terra con esseri viventi
        in attesa di una pace fraterna.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Una sinfonia di note musicali
          trasforma i nostri sogni
          in petali leggeri
          in voci perdute nel cielo
          aspirando gli odori dei fiori
          di un giardino multicolore.

          S'innalza nell'aria
          su ali di mistica ebbrezza
          la voce di un canto gregoriano
          captando le note celesti
          di esseri senza peso terrestre.

          La musica continua il suo ritmo
          aprendo varchi tra gocce di rugiada
          mentre voci bianche
          maturano il silenzio celeste
          in occhi umidi
          di uomini vecchi.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Si sgretolano le illusioni nate nella notte
            quando la luna comanda sotto le stelle
            il cuore viene trafitto da sguardi di civette
            mentre negli occhi sboccia
            un silenzio umano senza parole
            rimpiangendo il tempo che ci divora.

            Nella notte senza sonno in attesa dell'aurora
            i tarli nascosti nel buio
            perforano le ore corte
            dove la luce riposa
            per aprire le finestre
            al nuovo sole.

            La vera voce della notte parla sommessa
            non ama il chiasso del giorno
            né il sole che brucia le idee
            sotto un cappello oscuro
            che nasconde il cielo
            con le idee perdute
            fra nuvole nere.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Il sorriso di un bambino è un fiore che sboccia
              spontaneo nel giardino della famiglia.
              È sempre una medicina senza ricetta
              che il cuore sempre accetta.
              È un regalo aperto senza cartone
              non ha bisogno di lacci e fronzoli
              per aprire tutte le porte dei cuori.

              Un sorriso puro e schietto è un dono
              che solo i bambini sanno regalare
              anche all'uomo più burbero
              che maledice tutto il bello e il brutto.
              Davanti a un volto sorridente
              di un bambino senza storia
              ci si scioglie come un gelato
              sotto il sorriso innocente
              di un neonato.

              Si nasce alla vita per sorridere e amare:
              per ascoltare i canti degli uccelli
              la libertà di tutti gli animali
              per specchiarsi nel volto della mamma
              camminare mano nella mano
              di un papà fiero
              ascoltando le fiabe della nonna
              insieme alla storia della vita del nonno.

              Il sorriso spontaneo di un bimbo
              elimina gli ostacoli di gente adulta e triste.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                La tormenta di grandine e acqua
                ha rotto la mia ombra
                insieme ai fiori del giardino
                vestiti di primavera
                con colori caduti
                dal cielo.

                Dieci minuti di raffiche di invisibili fucili
                caricati dal freddo
                racchiuso in grandine
                bianca e violenta
                sono bastati per uccidere
                la bellezza
                racchiusa in gigli
                offerti dalla madre terra.

                Una breve tormenta primaverile
                saluta l'inizio di giugno
                trasformando in pozzanghera
                un'aiuola fiorita
                baciata dai vivi colori
                della vita.

                Toccherà a tutti noi gli Adamo ed Eva
                usciti a testa bassa dall'Eden
                riprendere il cammino
                lavorando con le mani
                e con la testa
                per rifare il mondo
                sempre più onesto
                e bello.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Vorremmo essere come gli aironi azzurri o cenerini
                  per sfilare alteri ed eleganti sulle piste della moda
                  accompagnati da fenicotteri rosa come dame di compagnia
                  per vivere tranquilli in comunione fraterna
                  in acque tranquille.

                  Alcuni giorni restiamo soli sul ramo della vita
                  osservando un martin pescatore
                  con le sue chiazze azzurre tuffarsi da campione
                  nelle acque correnti del fiume
                  ingoiando un pesce per sopravvivere nella vita.

                  Spesso i nostri sogni di esseri uccelli
                  si chiudono nel canto monotono
                  di un cuculo dalla lunga coda nera
                  vivendo come un eremita solitario
                  con le note ritmate del cu-cu-cu.

                  Quand'ero bambino insieme al nonno
                  contavamo il ritmo monotono del suo canto
                  per sapere quanti anni di vita avremmo avuto:
                  lui ha superato i novant'anni.
                  Io ancora aspetto l'ultimo avviso
                  del mio cuculo che un giorno canterà.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    in Poesie (Poesie personali)
                    Anche oggi ci visita il vento
                    padrone assoluto dei nostri giorni
                    in questa terra aragonese
                    piena di bei panorami
                    di fiumi che serpeggiano
                    dai monti al mare.

                    Il vento chiamato "cierzo" in aragonese
                    è stato lo scultore prediletto
                    di questa natura austera
                    di rocce levigate come torri
                    superando gli scultori
                    dal romanico ad oggi.

                    Il vento taglia e pota come vuole
                    alberi vecchi e giovani
                    scaraventando in faccia
                    fiori e foglie.

                    Gli occhi degli aragonesi sono abituati
                    a convivere con questo amico
                    che culla i loro sogni
                    nelle lunghe ore del giorno
                    mentre di notte
                    si cena e beve per maturare
                    il nuovo giorno.
                    Composta lunedì 30 aprile 2018
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