Poesie personali


Scritta da: Marta Emme
in Poesie (Poesie personali)

Aria nuova

Il buon senso non dipende sempre
dal consenso* (referendum), ma tutti,
a quel che sento, hanno perso il senno
e qui se ne fa solo cenno. Il cervello,
quando conta, vede le cose pur da
un'altra sponda. Magari, si è voluto
poggiare sul contesto popolare*
(cassa integrazione), e si è fatta una
scelta di opportunità* (no al 67%) sol,
e sol, perché i vertici si vuol cambiar
e a casa loro rimandar! Alitalia, Alitalia
non puoi aver bisogno sempre di una
balia! Senza esser fenomenale, devi
dimostrare d'esser concorrenziale se
non vuoi pigliar quelle labbrate che
vedi quanto fanno male sul piano
sociale. Se poi ti riprendi è perché
questo, bene, lo intendi. E se i
dirigenti la ripresa non han saputo fare
si devono cambiare, ma pur la loro
buonuscita sia fallimentare; è un dato
che altre compagnie aeree ben san di
che campare; perché qui, dunque, non
s'è saputo fare? Un analisi seria è
salutare. Il cittadino non ha più voglia,
di buttar soldi, nella fogna* (a perdere).
Di sicuro paga di più saper gestir la
cosa* (azienda) che stare sempre in
posa, come gongolare senza utilmente
realizzare, tanto per precisare. Piuttosto,
come proposta alla ripresa, auspicando
una vendita che non sia un'offesa, si
pensi a far dividendi coi dipendenti, in
una parte percentuale, come stimolo
anche il proprio interesse a realizzare,
e da contratto si sigilli questo patto.
Allor si vedrà meglio come e dove
risparmiare e specie se lo stipendio va
a degradare ci sarà un controllo capillare.
E or divago e allungo lo spago* (discorso).
I dividendi, in percentuale, si devono
accantonare anche per il terzo mondo,
per aiutarlo a sviluppare, ch'è un modo
di pagare pegno, perché con l'aereo si va
a inquinare un bene così condominiale*
(Pianeta) che per tutti gli uomini
infinitamente vale. E questa logica ogni
compagnia aerea deve applicare. La
politica e i sindacati mondiali siano su
questa linea schierati, che non è una
pazzia gestir l'economia cambiando
filosofia. Anche così si combatte, in una
società, che sul capitalismo si è saputa
così ben fondar che di umano poco ha.
Di certo la mia soluzione non piace, perché
il mondo sotto una coltre di ipocriti giace,
che come un cane mordace, a ciò,
guarderanno con occhi di brace. Ma questa
equazione è il vero bidone di chi vive
un'amara situazione* (disagio sociale).
Altro che "fatti loro" a chi ci porta in volo!
E non solo all'aereo, anche ad altro va il
pensiero* (impatto di industrie, governi...),
perché lo sviluppo equo è un problema
di molto serio. E se davvero la soluzione
mia è un'utopia, allor si trovi una diversa
via che con l'altra metà del cielo* (chi
soffre) sia in sintonia, perché del domani
ci sia garanzia.
Composta sabato 13 maggio 2017
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    Scritta da: Mariano Ciarletta
    in Poesie (Poesie personali)

    Strade

    Ho percorso strade
    perdendo il conto dei passi,
    ho incontrato occhi
    sfiorato labbra bramose di fuga.
    Mi sono nutrito di menzogna
    e l'ho cucita, su ogni singola membra.
    Ho indossato una maschera su un volto di cera
    annusato profumi di storie non mie.
    Ho stillato lacrime che avrei potuto conservare
    gelosamente, come prismi preziosi
    per rivenderli al miglior offerente.
    Ho assaggiato essenze di vita
    e ho preso a pugni il dolore
    nelle febbrili notti dell'anima.
    Ho custodito sanguinanti ferite,
    che ho ancora qui, sui palmi della vita.
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      Scritta da: Marta Emme
      in Poesie (Poesie personali)

      Salvataggio

      Mentre assorta camminavo
      la strada bagnata osservavo,
      così t'ho notato e t'ho
      salvato, o vermiciattolo*
      (lombrico) che ti muovevi
      perso in quel rigagnolo. Eri
      uscito dal terreno e poi
      d'un tratto ti sei trovato nel
      sole pieno, perché nel
      frattempo è arrivato il sereno.
      Una vita da verme, nell'ombra
      sol può stare perché alla luce
      del sole può solo seccare. E
      così che, alle spalle, ognun
      si deve guardare.
      Composta lunedì 8 maggio 2017
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        Scritta da: Roberto Di Nardo
        in Poesie (Poesie personali)

        Il motivo non cambia

        Metti un piede davanti se l'altro ti regge
        altrimenti finisce che cadi per terra.

        È così che hai iniziato a contarti il percorso,
        che sia dove sei stato o non sei mai arrivato,
        quante volte alle vie da seguire hai pensato,
        ammuchiandoti il dubbio per qualcosa perso.

        Sai, c'è un mondo di cose che hai testimoniato.

        Frasi scritte su muri che restano addosso,
        sia coi significati che col calcestruzzo.

        Scalinate infinite da perderci il fiato,
        o a goderti di botto quel mondo che hai avanti,
        spacca il resto ch'è storia di passi in sequenza.

        Per cercare un parcheggio a manovra di lato.

        Le finestre addensate a guardarti passare
        come occhi che in vicoli ciechi hai lasciato.

        Chè se un uomo di strada, poi al peggio è un barbone,
        per le donne è normale esser solo puttane.

        Nonostante insicuri disegni di crepe,
        e segnali di rigide leggi a seguire,
        perdurare d'ammasso d'asfalto, resiste.

        Col passare del tempo il motivo non cambia:
        se non vuoi ritrovarti a cadere per terra,
        metti un piede davanti se l'altro ti regge.
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          Scritta da: Roberto Di Nardo
          in Poesie (Poesie personali)

          No che non dormo

          No che non dormo,
          se un uomo che soffre in un letto,
          ha di comodo qualche respiro, annaspato.
          se in un cartone gettato, un'anima aspetta ricordi di abbracci felici.
          Se gli occhi di verde smeraldo son diventati rossi di asfalto macchiato.
          La donna che nel fango mi ha segnato la via,
          cerca appigli di sabbia ogni giorno, tra spire di risa e follia.
          La carezza di un condannato, resterà la più pura per sempre nel petto.
          Un pittore, il sudore dipinto sul viso, è sparito tra i passi nel sole.
          Un saggio sembiante di padre è stato rubato dal tempo.
          Ed un sogno di nero colore, insiste a restare nel cuore.
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            Scritta da: Roberto Di Nardo
            in Poesie (Poesie personali)

            Buffone

            Buffone di corte che neanche ti presta attenzione.
            Scrivi e canta canzoni.
            Danza inventando battute rivolte a spazi e momenti di vuoto.
            Fantastica storie che ai piatti del giusto bilanciano almeno il finale.
            E mascherati,
            colorati il volto pagliaccio.

            Usa colori che almeno ricordino quanto di dentro fa parte, ancora,
            del tuo trascinato sentire.

            Un rosso sapore di ferro dolciastro,
            testimone del sangue che vedi,
            sugli occhi.
            Un giallo sacrale d'effimero dorato,
            che risalti il sudore,
            e lo sputo sul volto.
            Ed un nero contorno per ogni fattezza,
            perché al buio nascondi
            ogni volta

            quell'essenza che grida perenne,
            arrivando a creare il silenzio.
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