Scritta da: Giuliana Z.
in Poesie (Poesie personali)
È un dolce sospiro l'oggi
quando il domani non sai dov'è
e il passato si è perso dietro di te.
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È un dolce sospiro l'oggi
quando il domani non sai dov'è
e il passato si è perso dietro di te.
Tu, ragazzo che leggi,
volgi gli occhi verso il sole
che sorride al tuo passaggio
perché sa che sei speciale
per ciò che sei, per ciò che puoi fare.
Sappi che sei unico, originale
non imitabile, non ripetibile,
una combinatoria non duplicabile,
terribilmente forte e terribilmente fragile.
Sappi che in questo pazzo e
meraviglioso mondo,
non nascerà mai più un altro come te...
è questa la preziosità che ti è stata destinata.
Per questo gioca sempre, non fermarti,
non smettere mai di amarti,
non lasciare che ti cambino
nel profondo del tuo cuore,
e se tenteranno di cambiarti
nonostante il tuo dissenso
vai altrove,
dove c'è luce
perché hai le ali per volare.
Rifletti bene, esprimi un verso,
anche se non ti ascolteranno
perché le parole, se ponderate,
non sono mai granelli al vento.
Ed ama, ama sempre,
ad ogni passo,
affinché l'odio appassisca
nella sua radice bieca.
Costruisci sempre e ovunque,
anche quando tutto è spento,
perché il cambiamento
è inevitabile ma lento,
e prende colore e forma
nelle azioni e nei tuoi sforzi,
splende della stessa luce
che possiedi negli occhi.
Tu, ragazzo che leggi,
sii compagno di te stesso,
perché solo chi si ama
potrà amare a piene mani.
Della semplicità
fanne sempre la tua bandiera,
come il fiore che sul ramo
splende di schietta freschezza.
Non fermare mai il pensiero
perché è ciò che fa volare,
ti dona braccia forti
per costruire il tuo domani.
E catturando, lassù, le stelle
potrai sognare e realizzare,
e coi colori della bellezza
potrai dipingere il tuo mondo,
ma fai in fretta
perché è già pronto il tuo biglietto
per il domani...
soltanto tu lo puoi comprare,
con la tua buona volontà.
Sono nato
in un prato
d'infiniti fiori e colori,
soavi sinfonie
perpetue erano
cantate dalle brezze
che non conoscevano
la violenza del vento.
Poi i colori sfumarono,
i fiori appassirono
e tutt'intorno stonavano
risa acidule e ghigni.
Seppi d'esser
precipitato nella vita!
Ma ancora i miei occhi
vogliono vestire quei colori
e le mie orecchie
trovar quiete in quelle sinfonie,
e un senso
d'inadeguata colpa mi lacera:
ma chi sono io
per correggere il tratto
che sin dall'alba
delinea i miei confini?
Dighe immense ho eretto
dove l'anima
fluisce tra cuore e mente.
Dighe immense,
nutrici di convenevoli,
sviliscono i sogni ad
onta d'una quotidiana
mediocrità.
Dighe immense
su cui parole e vocazioni
si ammassano,
boccheggianti e morenti.
Osando, concedo ad
un sospiro di speranza
la forza di trafiggere
l'immensa chiusa,
ma soltanto un rigagnolo
bituminoso e frigido
vedo riversarsi nella valle
culla dei miei futuri.
Presente, passato e futuro gridati,
sussurrati dai venti, vera anima
di tutti i luoghi vissuti o sfiorati,
tutti differenti nel ricco aroma:
essi possono essere seducenti
come la donna che si vorrebbe sposare
o come la Dea dagli amplessi violenti
e dei vizi che rifuggono l'altare;
rassicuranti come la mano del Padre,
che non si può deludere, sulla spalla
che trema: si sa capace d'azioni ludre (1)!
Venti che ti carezzano da fratello,
che ti ricoprono d'oro quando l'ombrello
sconsigliano. Venti anima, delizia, fardello
d'un mondo malato d'uomo.
Quando la solitudine da fiera vetta
diviene rancida gabbia soffocante
puoi ben dire che le tue scelte son sbagliate.
Tu stesso altro non sei che una disdetta!
O demonio, incatenato nel profondo,
tu sei la mia parte più vera ma lontana,
affondi gli artigli nella membrana
del mio cuore per trattenere il più fecondo
mio sangue dall'esser avventatamente
sprecato in miserevole compiacenza.
T'imploro, anima mia, danza solerte
così altri orizzonti il mio sguardo
accoglieranno, ed il futuro si
rivelerà come musica al sordo.
Sono importanti i padri
per i figli,
anche quando i padri non ci sono.
Anche
quando ci sono stati
e basta.
E sono tutto i figli
per i padri.
I figli ci sono sempre,
anche quando
un padre non li vede più
e si domanda ogni giorno
come questo possa essere accaduto.
Palloncini son i miei pensieri,
liberi,
leggeri,
volano in alto,
costellando l'immenso azzurro
di sfavillanti colori.
Non hanno meta, nessun timone
il vento, sospiro d'amanti li guiderà
oltre il mio sguardo andranno.
Toccheran le stelle
si impiglieranno alla punta della luna che si leva
dall'oceano della mia anima
resteranno a fissare
la luce abbagliante
di ardenti desideri
e attese non sopite.
Sempre più piccola la mano alzata in un saluto d'addio
nella distanza crescente,
sempre più forte il mare in tempesta dentro di me,
smarrita nel diluvio di amarezza
cercando di arrivare alla porta.
Tra cielo e terra la strada è lunga e faticosa
piangendo nel cuore,
e singhiozzare nell'anima sospiri.
Ma dopo lo sfogo della selvaggia tempesta
ed emergendo dalle profonde acque di tristezza,
torna azzurro il sereno
e la distanza cambia con la vicinanza,
e il grigiore con la voglia di un abbraccio,
una porta che si apre
e l'immenso fedele amoroso,
con gioiosi salti scodinzolando,
il affettuoso benvenuto di mio adorato tesoro
Milo.
Pietre nel nostro cammino
ci giochi sin da bambino
si trovano lungo un percorso
si usano in modo diverso
servon per ogni cosa
per costruire una chiesa o una casa
ma c'è, chi del mondo ha paura
e le usa, per innalzar delle mura.