Poesie personali


Scritta da: Stefano Medel
in Poesie (Poesie personali)

Nastro

Poter riavvolgere il nastro
Daccapo,
tornare indietro,
rivivere di nuovo,
tornare ai vecchi tempi,
avere un'altra chance,
correggere gli errori,
rivedere gli amori,
cogliere le occasioni perdute,
rivedere gli amici partiti,
e mai più rivisti;
ricominciare di nuovo,
come qaundo si era bambini,
col sapore del mare,
il sale e lo jodio nell'aria,
la spiaggia,
le cabine da piccoli,
le bandierine rosse
per il mare mosso,
la gioia e
la felicità di quegli anni.
Ricominciare.
Composta lunedì 1 febbraio 2016
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    Scritta da: ines sansone
    in Poesie (Poesie personali)
    Non mi fermate
    lasciatemi andare
    verso un portone,
    verso una casa,
    verso una strada,
    verso un sentiero
    pur di muovermi farei di tutto.
    Vorrei esplorare cuori limpidi
    e sentire che non sono sola
    vorrei entrare in anime che hanno cancellato la parola offesa,
    vorrei immergermi in pozzi di verità.
    Perché sono stanca
    io che soffio ogni giorno
    coriandoli di allegria nella vita di chi amo,
    io che Dico sempre e comunque
    credete nei sentimenti positivi e puliti
    vengo ostacolata da un male di fondo,
    una cattiveria innata nelle persone.
    Ma ecco una svolta
    il voler essere sempre la stessa
    questa è la mia forza
    ho deciso vado avanti comunque
    e le porte, la casa che vorrei è il mondo
    che mi aspetta...
    è il mio sentiero.
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      Scritta da: Stefano Cardarelli
      in Poesie (Poesie personali)

      In viaggio con... George Dennis

      Il Canuto viaggiatore
      guarda le colline speziate di ginestre
      l'odore della terra bagnata da una lieve pioggia
      entra nella sua pelle
      la sua matita ferma l'immagine del tempo
      i suoi passi rompono l'attonito silenzio secolare
      George Dennis si trova davanti
      le spoglie opime di Veio
      l'antagonista della stirpe di Romolo
      il viaggiatore del tempo
      si ferma... il suo sguardo spazia verso l'orizzonte
      che prende la forma di montagne a oriente
      e intorno fertile terra, orgiata da messi dì grano
      Dennis chiude gli occhi
      ode ancora il canto sommesso dell'etrusco
      che si perde in un mare di papaveri rossi
      un piccolo bambino lo guarda curioso
      gli corre incontro, lo accarezza con tenerezza
      gli sorride e poi sparisce
      io sono tornato sulle ombre di George Dennis
      ho chiuso gli occhi
      ho preso la matita... e ho fermato il tempo
      Il tempo dei ricordi, di sorrisi arcaici
      di terre lontane al di là delle stelle, e delle colonne d'ercole
      si è fatta sera, la terra sa di bagnato e di storia antica.
      ripercorro il sentiero che da Campetti porta alla cascata del Piordo
      ritorno con i pensieri al racconto di Dennis
      e al ricordo del bambino di Veio
      forse quel bambino... ero io.
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        Scritta da: Stefano Cardarelli
        in Poesie (Poesie personali)

        Infine... Monte Mario

        Mi ricordo ancora il cartello
        con la scritta Roma sulla via trionfale
        dì fianco correva la linea ferroviaria
        una trincea tra la periferia e la campagna
        Monte Mario per gli occhi dì un bambino era il balcone su Roma
        Le strade che penetravano tra i spazi vuoti
        lasciati da un'edilizia della domenica e dei pochi soldi
        un anderivieni di regioni e di dialetti sulle strade e sui balconi
        fili di panni colorati spaziavano nel cielo di carta
        angoli dì negozi, dì visi che ti sembravano immortali
        come le storie che narravano
        sentivi verso sera l'odore di legno buono
        l'odore di farina e pomodoro dell'osteria di Peppinella
        questa era Monte Mario negli occhi di un bambino
        nelle giornate di giochi sotto il cortile
        nel cambiare delle cose
        di un pallone di cuoio orfano del suo campetto
        nel girovagare con gli amici, in cerca della luna a via Torrevecchia
        nel rintoccare delle campane che ricordavano che era domenica
        sul ciglio dell'Insugherata verso notte
        a mirare lanterne di lucciole su Roma lontana
        quando tornavi con il bus dal centro
        tornavi a casa.... sì a casa
        cara Monte Mario ti ho amata, sedotta, ma non ti ho mai abbandonata.
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          Scritta da: Stefano Medel
          in Poesie (Poesie personali)

          Dannati poeti sentimentali

          Di notte,
          il momento dei poeti,
          degli scrittori,
          dei ribelli;
          ore nel silenzio,
          nel nascondiglio
          tra le tenebre,
          luci soffuse del neon,
          a cercare parole, pensieri,
          idee fugaci e chimere perdute,
          amori infranti,
          donne perdute,
          dimenticate,
          primi amori lontani,
          che non torneranno più,
          ma che non si scordano mai,
          la notte dei poeti maledetti,
          con le loro penne,
          intinte nella memoria e nel ricordo,
          di cose perdute,
          di rabbie sopite,
          di dolore
          e di ferite mal lenite;
          poeti e il loro mondo,
          che scrivono
          un po' per se stessi,
          e per gli altri,
          per tutti,
          anche per te.
          Composta sabato 30 gennaio 2016
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            Scritta da: Stefano Medel
            in Poesie (Poesie personali)

            Sono qui, sono qui

            Sei scostante e distratta con
            La testa lontana,
            chissà dove;
            stai con me
            e pensi ad un altro;
            ed io perdo terreno
            e non so che fare
            per farti capire,
            per dirti che sono qui,
            sono qui,
            ma tu pensi ad altro,
            sono sempre stato con te,
            ma tu non mi senti,
            non capisci,
            non mi senti;
            io che ho sempre dato,
            che ho sempre fatto,
            ma tu non mi senti,
            non mi senti.
            Composta mercoledì 27 gennaio 2016
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              Scritta da: Stefano Medel
              in Poesie (Poesie personali)

              Addio al paese

              Addio al paese,
              dicevi,
              mentre la mano
              mi tenevi,
              e non puoi stare ferma,
              devi sempre andare,
              partire
              al diavolo il paese fetente,
              sei una girovaga,
              una nomade;
              addio al paese dicevi,
              tu ci credevi,
              e adesso,
              anch'io
              che sono qua,
              e chissà dove sei,
              che fai;
              e siamo sempre qui,
              con desiderio
              di andare via,
              da questo posto fetente,
              da questo paese perdente,
              cambiare,
              andare,
              bisogna sempre andare.
              Composta martedì 26 gennaio 2016
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                Scritta da: Stefano Medel
                in Poesie (Poesie personali)

                La notte è un baratro

                La notte è un baratro oscuro,
                di infinite ore insonni,
                dove il tempo si ferma
                e perde di significato,
                dove i pensieri volano
                alle porte della notte;
                quando i poeti scrivono,
                nel silenzio,
                in compagnie delle muse
                benigne della poesia,
                notte,
                nascondimento,
                fatta di ricordi,
                di atmosfere soffuse,
                di silenzi immani,
                notte,
                pensieri,
                ricordi.
                Composta giovedì 28 gennaio 2016
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