Scritta da: Girolamo Lampasona
Respiro di te
Una carezza
emoziona
uno sguardo
e...
respiro di te.
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Una carezza
emoziona
uno sguardo
e...
respiro di te.
Un giorno intero passato a guardar la pioggia,
ricordando un bacio
e un tempo d'acerbo amore,
fu ingrato quel tempo,
un travaglio sotto l'eterno cielo,
tutto restava fermo,
immobili paesaggi bagnati
nude sofferte vellutate sensazioni,
uccelli fermi sugli alberi
un'aria che a fatica si respirava,
cadevo!
sembrava un dolce cadere
nei precipizi delle memorie.
"Com'era sottile l'amore quel giorno"
aggrappata al senso dell'impotenza
si immergeva in torrenti di dolore
esplodeva in mille mutamenti,
profonde lacrime
ricordano quell'incontro perduto,
fu un tempo d'amore
un misero benvenuto dei miei occhi sui suoi occhi;
fra le foglie inzuppate sul marciapiede,
che sembrava sostituissero l'asfalto,
e un tappeto di nuvole nere
che buttava violente gocce
oscurando ogni particolare di quei momenti;
si scioglievano i capelli sotto la pioggia;
le poche parole dette
avevano il sazio sapore
della sorte ormai decisa.
Non so chi eravamo in quel momento,
"una foglia o una goccia"
le foglie sull'asfalto non ricordano il loro colore
vivono tormentate dal tempo,
mutano cupe,
ingenue ed esauste
a loro non gli è dato il paradiso,
solo nebbiosi tormenti
un crudele sfiguramento
nella quiete grigia e umida del mancato universo,
le pazienti gocce
scolpiscono i loro visi
la loro pretesa innocenza,
fa sì, che l'acqua sia legge,
fa sì, che l'acqua costruisca proiettili
uccidendo labbra e braccia;
"come potevamo pretendere un bacio d'amore!"
se tutto veniva bagnato, lavato, gelato,
non vi era più calore,
l'acqua separava i corpi
con brutalità e disperazione
i sentimenti lieti affondavano tristi
nelle crepe agonizzanti dell'asfalto
dove così nera era la finzione.
non so se io ero l'acqua o la foglia
non so se tu eri l'acqua o la foglia.
C'è un'unica fiamma
e brucia un'unica volta.
Le altre sono luci
promesse di sogni
speranze di fuochi
riflessi di ricordi.
Tu bruciasti la mia
ed io mai la tua
che già consumata
cullavi d'inganno e
alimentavi di me
di lei, di un'altra,
nell'illuso tentativo
di inseguire un te stesso
sempre giovane
affamato d'amore
assetato di vita
splendente d'oro.
Caduta dalla tua mano
spenta d'ogni calore
m'incamminai al buio
delusa da un'alba
tardiva tiepida sbiadita
in un autunno perenne.
Soffiai piano
urlai forte
cantai ad occhi chiusi
piansi a cuore muto
morii e risorsi.
Nacqui da me.
Impastai sentimenti
scavando l'anima
mi riempii di emozioni
mi colorai di sensazioni
mi consegnai al vento
alla terra e al mare.
Conchiglia che contiene
che colma, che vuota
che prende e perde.
Conchiglia che vive e muore
che racconta e tace
e conserva, ancora, un cuore.
Succederà che nel sonno della notte
griderò il tuo nome e cercherò la tua voce
e il buio del silenzio
si frantumerà nell'abisso dell'infinito.
Succederà che al mio risveglio
il cielo avrà spento tutte le sue stelle
e le mie ali
avranno perso tutte le loro piume.
Succederà che volerai tanto in alto
da non poter tornare
ed io,
scivolerò in quel mondo in cui
non potrò più tenere la tua mano.
Vette imbiancate
che si stagliano in un mare blu
l'usignolo gorgheggia e sgambetta
ancora implume,
un camino che fuma
una nuvola bianca si eleva,
lenta, ieratica, eretta
di un bio conclave
il prato verde brilla di rugiada
mentre un merlo ardito
raspa arruffato la zolla appena arata
e qualcosa si muove,
il dono della terra, un invito
che col becco estrae piano
con cautela, è il suo pasto quotidiano
un vermetto roseo gli attorciglia
il becco quasi avesse capito che
il suo percorso di vita fosse
ormai finito!
Una rondine tardiva e solitaria
torna al suo nido ormai
vuoto nel cascinale avito
pensa con nostalgia la nidiata
aviaria che petulante e assillante
pigolava ma ormai volata
in attesa del pasto di semi o insetti
che imbeccava impastati con la bava.
Ma il generale inverno è ormai alle porte
restar ancora per lei è rischiar la sorte
Decolla lanciando l'ultimo strido
diretta a est al suo prossimo lido.
La libertà,
non è vera libertà dell'essere,
ma è il vuoto assoluto,
o meglio l'inganno,
di un vivere illuso.
La libertà,
resta lontana,
prigioniera e serva,
di un cieco sistema.
La vera libertà,
è il vivere libero,
nella capacità di scegliere,
come si vuole scegliere.
La vera libertà,
significa non avere,
l'illusione di averla,
ma essere padroni di se stessi.
Viene fuori
la sera
per mangiarmi
malvagia
avida
non l'ho mai sfiorata
ma è bellissima
non l'ho mai sentita
bisbigliare
ma si era nascosta
sotto il letto
e adesso
è affamata e si dimena
e fa rumore sulle mie ossa
saziati, dunque
lacerami la pelle
scava
carne
cruda
sbrana ogni centimetro della mia anima
bevi il mio amore liquido
consumami e poi nasconditi ancora nella notte
senza lasciare alcuna traccia
o miei brandelli.
E domani, all'alba
farò fatica a riconoscermi
e a ricordarti.
Viaggia il pilota sulla sua vettura
sentendosi come l'albatro in cielo
guardando nuda la città senza velo
solitudine tra freddo e calura.
Il pilota ripensa al sogno vissuto
nel silenzio sorge l'alba a levante
sulla città che ancora è dormiente
d'improvviso s'accorge dell'incompleto.
Ecco! Arriva! La scena ha rapita
il viaggio riprende, tutt'or'al suo posto
il copilota! L'attesa è finita!
Gli sorride senza dir parola alcuna
parlare è rumore senza più gusto
voci di due menti divengono una.
Nessuna la meta, nessun'il programma
tutto ha già senso nell'occhio felice
traguardo non conta s'è il viaggio che piace
fortezza ci diamo, nient'è più un dramma.
Vibra il vento assieme alla cassa
il fedele compagno non s'abbonda
litiga, picchia... m'ancor prima perdona
uniti contro uragan'e mambassa.
Grazie fratello ché l viaggio accompagni
grazie di tutto oh amico sincero
grazie amore che m'hai tolto cordogli.
Copilota addolcisce la salita
copilota è il rapporto più vero
copilota sulla strada della vita.
Cade una lacrima
e nel suo luccicante sfarfallìo
ricordo ali di farfalla rincorrersi
per sprofondare
nel seno di un fiore
dischiuso sotto un empireo di nuvole.
Riapro gli occhi
ed è già sera,
mi son persa tra intuito e immaginazione
un altro sole va via.
Ci sono donne
che col cuore fotografano
l'immensità della vita
e che con una lacrima
fanno sbocciare le anime più gelide
proiettando con uno sguardo
l'immensità del loro amore.
E poi ci sono donne
schiave dell'altrui disonore,
che affogano nella
miseria umana.
Fiori recisi,
senza ruoli e valori...
dove si nasconde
un cuore che urla?