Poesie personali


Scritta da: Mariacarmela Scotti
in Poesie (Poesie personali)

L'amo, l'amerò

L'amo e l'amerò,
per i suoi occhi,
per la sua pelle,
qui, lì, dappertutto,
e in nessun luogo.
Nel vuoto, nella totalità,
nella luce e nell'oscurità,
l'amerò, nella sabbia, nel mare,
in compagnia o in solitudine.
Perché le notti e i miei giorni,
vivono della sua semplicità.
Perché non so, perché so.
L'amo perché respira,
e mi fa impazzire quando ama.
L'amo per tutto, per niente,
dalla punta dei suoi difetti
fino alla fine dei suoi piedi,
io l'amerò, giuro che lo farò,
perché ogni giorno per me amarla
significa semplicemente rinascita.
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    Scritta da: Racar
    in Poesie (Poesie personali)

    Tristezza

    Il cielo di novembre
    limpido azzurro e chiaro,
    frizzante ma non raro,
    invita a rallegrar,

    ma la stracolma mente
    l'immagine cancella
    e non muove favella
    in giorno da gustar...

    Le foglie variopinte
    ornano lunghi rami
    con fievoli ricami
    i raggi a catturar,

    ma il nero dei pensieri
    che nella mente gira
    il bello non attira
    nel triste girellar.
    Composta venerdì 6 novembre 2015
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      Scritta da: Dora
      in Poesie (Poesie personali)

      Nel ricordo

      Cosa resta di voci
      nel futuro a voi precluso
      e per noi che restiamo
      ormai compromesso
      Che rimane di risate
      pensieri e paure
      di speranze e sogni
      Resta una giovinezza

      che rimane eterna
      indelebile su volti che più avranno
      sorrisi, lacrime, rossore
      e si consumeranno
      mentre, impressi su foto,
      nel passar di stagioni sbiadiranno
      Quell'istante
      dove tutto è finito
      segna un tempo
      su un orologio senza ore
      Dove siete, dove saremo
      quando l'ultimo soffio
      svanirà, lasciando solo
      memorie, immagini fissate
      in un'epoca trascorsa
      archiviata nel presente
      di un ricordo che vive.
      Composta lunedì 2 novembre 2015
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        Scritta da: Domi11393
        in Poesie (Poesie personali)

        Dall'Inferno al Purgatorio o Storia in metropolitana

        Scendo, stamani, altri mille passi
        dal suono ormai metallico,
        corro e fuggo sul carro del bestiame,
        è mattino, e non ci sei.

        Risalgo, verso il quotidiano Purgatorio,
        ignaro delle mie pene da scontare,
        corro, cado e mi dispero,
        non distinguo il falso dal vero.

        Corre il giorno ma corre piano,
        un pezzo di vita vola lontano,
        il mio appoggio è ora un corrimano.

        Ridiscendo all'Inferno, al carro di bestiame,
        risalgo, eccole, pensiline di ferro e rame,
        e lontano il rumore usato d'altre vite grame.
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          Scritta da: Luigi Principe
          in Poesie (Poesie personali)

          Che fare...

          Abbassa il tuo sguardo, Dio.
          Guarda quanto accade oggi
          dalla prospettiva dei nostri occhi
          e osserva i morti riversi a terra.
          Illumina dal basso, più da vicino,
          tutto il tempo e lo spazio che serve
          a consumare, a vivere pienamente
          ogni respiro che ci hai donato.
          Guardaci dentro standoci di fronte,
          dalla prospettiva di chi ci sta davanti.
          Guardati dentro stando dentro di noi,
          spiegaci perché speranza e storia non fanno rima
          e decidi che fare di chi ti uccide in tuo nome.
          Composta mercoledì 18 novembre 2015
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            Scritta da: Mariluce
            in Poesie (Poesie personali)

            Resta lì

            Ssssh... non confondermi.
            È rumorosa la mia malinconia.
            Inquieta, fervida la fantasia
            scorre,
            colma e leviga i vuoti miei.

            Nella notte mi dici "ancora", tu...
            mai satolla d'ogni lacrima versata.
            E cerco allora il cielo,
            che trapassi il muro intorno
            e mi rivesta d'immenso.

            Ti sento viva, dentro me.
            Con intenso battito
            mi sconquassi al centro.
            Lasciami, ti prego.
            Ho l'ali spezzate.
            L'ho per ora custodite
            con sigillo non sicuro.

            M'hai rubato tu la chiave,
            meschina, e non sai
            che non l'ho mai voluta usare...
            non son perdente,
            sei solo un silente rifugio.

            Resta lì, non mi toccare:
            sono aria e sangue,
            inchiostro e pioggia,
            profumo e fango...
            tornerò a volare.
            Composta sabato 30 giugno 2012
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