Scritta da: Patrizia Esposito
in Poesie (Poesie personali)
Figli
Gocce d'amore
incontratesi per caso
nel ventre delle madre.
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Gocce d'amore
incontratesi per caso
nel ventre delle madre.
Quante di te.
Hai vissuto tante gioie, tanti dispiaceri, tanti dolori.
Quante di te.
Ti sei fatta una corazza, a nessuno è permesso oltrepassare.
Quante di te.
Tutto quello che vivi, che ti circonda,
la vivi come se guardassi un film con la vita di altri.
Quante di te.
Distaccata, vivi come se ogni giorno fosse l'ultimo.
Quante di te.
Guardi questo film, e vorresti scrivere il finale.
Quante di te.
Vivi tra ansia, panico, e paure.
Quante di te.
Vivi la vita, è una grande partita.
Vivila intensamente.
Quante di te,
una sola ce né,
quella sei te,
vivi.
Un'ombra intona l'inno dell'ignoto
come vita avvolta dal velo dell'invisibile.
E l'illusione di ascoltare il mistero
diviene stupore e poi piacere.
Attraverso geometrie temporali,
l'impotenza sostiene l'incapacità,
mentre l'estasi d'una circostanza ammutolisce gli specchi.
Il fiore sboccia dal fiore
come essenza dell'apparenza.
L'inconscio asperge le consapevolezze dell'umana natura
e nel silenzio ne ricalca contorni.
Casa dolce casa è un rifugio
nell'immenso,
è un tetto sotto l'infinito
e dentro le vecchie mura
c'è il calore del focolare.
E c'è la finestra dalla quale affacciarsi al mondo
e una tavola profumata di pane e di vino,
e l'acqua pura nella boccia,
un letto morbido dove distendere e chiudere gli occhi
mentre la luna con la sua magia
incanta il sonno
e le stelle illuminano argentea il volo libero
della fantasia.
L'autunno è qualcosa di straordinario
sbalorditivo, strabiliante, prodigioso, fenomenale, inaudito,
lo spettacolo delle foreste è inimitabile, il colore del tempo che cambia,
prodigiose sono le sensazioni che regala, a chi osserva la natura colorata.
Osservare le foglie che cadono, nell'acqua di un piccolo ruscello,
o il vento che strapazza gli alberi, dona pace e saggezza,
l'autunno parla a tutti, fa riflettere, fa meditare, esce in noi
assennatezza, buonsenso, raziocinio, discernimento, prudenza,
che l'estate aveva nascosto nel nostro profondo,
in autunno esce da ogni spirito la sofferenza, desideri, aspettative,
tutta la nostra fragilità, dell'autunno della nostra vita,
dobbiamo armarci di coraggio per affrontare, a testa alta,
le nostre fatiche, dispiaceri, incomprensioni quotidiane,
camminiamo nei boschi, in piccoli sentieri, respiriamo purezza,
nell'intimità di noi stessi e dell'amore della natura,
nel nostro piccolo mondo, in una stagione della nostra realtà.
C'è un posto, un'isola
dove il profumo del mare cristallino
si fonde con l'aroma
della pineta e delle numerose piante e fiori
che con i loro colori
tingono d'allegria le giornate.
Le spiagge ti rilassano con la melodia
delle onde del mare che si tuffano
dolcemente sulla riva.
Il vento fresco ti accarezza la pelle
come una mamma accarezza il proprio bimbo.
I delfini ti salutano con i loro grazianti tuffi e
i maestosi, con la loro chioma verde
creano un paesaggio unico, insieme
all cinguettio degli uccellini.
Questo posto non è frutto di
immaginazione di uno scrittore o di un poeta
esiste si chiama Ischia.
Tu per me eri speciale
eri una cugina meravigliosa
ma ora sei andata nell'immensità.
Azzurra vestita di bianco,
con due ali ricoperte di morbide
piume bianche che insieme al tuo
sorriso portano la felicità nel
mondo.
Quando osservo il cielo azzurro
unirsi con l'immenso mare blu
e il sole che brilla sul mare
mi viene in mente il tuo smisurato sorriso.
Ma ora che non ci sei più
il mio dolore è immenso come
il mare blu
come le lacrime che ho versato per la tua morte.
Oh chiara tu quando te ne sei andata
nell'immensità blu
hai distrutto il mio cuore
come un fulmine distrugge
il silenzio di una notte calma.
Un mondo senza guerre
è un mondo migliore
dove tutti sono più felici
e le lacrime non versate
dalle vittime della guerra
non riempiono il mare
della tristezza nel
cuore dell'anima.
Vorrei tornare fanciullo spensierato
e non crescere più,
vorrei tornare agli anni
in cui nessun pensiero avevo,
non mi importava quello che facevo
e i genitori sempre mi perdonavano
vorrei tornare agli anni
quando la vita era un gioco,
e il mio mondo
era piccolo e libero.
Vorrei tornar ai giorni
che giocavo nella mia stanzetta
senza pensar niente
vorrei tornar alle elementari
quando la scuola era un gioco
e imparar era un piacer
vorrei avere quegli anni
dove l'otto era il massimo
e il cinque il minimo
vorrei tornar in quei anni
quando viaggiar di fantasia
era un volo di lusso
in quei anni quando
ero un fanciullo senza pensieri
ne problemi
un fanciullo tranquillo
un bimbo che aspettava Babbo Natale
e nell'attesa della befana.
Sotto le coperte si nascondeva
un fanciullo in cui i suoi giochi
erano i suoi amici e l'orsacchiotto
il suo miglior amico.
Vorrei tornar fanciullo spensierato
e non crescere più.