Poesie personali


Scritta da: Racar
in Poesie (Poesie personali)

Il temporale improvviso

Da poco il forte vento s'è calmato
e il cielo, da scure nuvole tenuto,
pone il creato, ombroso ed estasiato,
in assordante silenzio, sparuto,

e strani cinguettii dall'appagato
sonno mi distolgon, mentre il temuto
tuono, vicino e forte, è rimbombato,
sconvolgendo il mondo silente e muto.

Or ecco un ticchettio, lento e ritmato,
picchiar sul tetto e già dopo un minuto
l'arido campo è tutto penetrato.

Nell'aia, del tutto ignaro e impegnato
a ricercar il cibo, un pennuto
corre verso il riparo, trafelato.
Composta sabato 18 aprile 2015
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    Scritta da: Martina Boselli
    in Poesie (Poesie personali)
    La guerra era finita.
    Avevamo deposto le armi
    avevamo smesso di cercarci,
    di capirci, di mancarci.
    La guerra era finita.
    Nessun sopravvissuto
    nessun vincitore
    ma la guerra era finita.
    Ora tra i macigni
    raccoglievamo pezzi di cuore
    sparsi qua e là
    era il prezzo da pagare
    per aver mandato avanti
    questa guerra
    forse
    o forse per averci creduto tanto.
    La guerra era finita.
    Ma non ci restava più niente
    non ci appartenevamo più.
    La guerra era finita.
    E quando la guerra finisce
    non ti resta che leccarti le ferite
    e aspettare che tutto
    cicatrizzi da solo
    perché la guerra era finita davvero.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Nuda

      Nuda,
      color dell'ebano
      Guardami!
      voglio sondar negli occhi tuoi scuri
      l'anima ebbra
      d'ardore
      mentre socchiudi la bocca,
      rossa di piacere.

      Umida,
      con brina calda
      Inondami!
      Voglio il tuo sentor di more,
      a cespugli tra le labbra,
      per assaporarne ogni singola goccia,
      piccola molecola d'amore.

      Tremanti,
      in questo letto bagnato,
      non abbiamo futuro
      siamo senza passato,
      solo i nostri corpi
      adesso si appartengono
      incastonati tra loro
      come diamanti.

      Ansimante,
      esala l'ultimo respiro
      e rivolgilo a me,
      sulla mia pelle,
      il tuo unico dio
      in questo attimo infinito
      in cui ti ho reso mia.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Il risveglio

        E fu così che mi destai.
        Il mio corpo embrionale giaceva ora
        avvizzito,
        nel bianco ordine d'ospedale,
        tra facce vacue
        e odore acre di disinfettante.

        Mi destai così.
        Con il cuore d'un epilettico,
        lo sguardo d'un folle,
        e la forza di un sano, spumavo
        rabbiosa
        per il commesso sopruso.

        E come Frida Kalho
        rividi il mio ventre
        aperto, stracciato, derubato.
        Mani anonime
        celate da guanti in lattice
        vi succhiavano via i primi aneliti d'un figlio.

        Quale atto d'incoscienza,
        Quale sentore di paura
        (o codardia?)
        avevo permesso a me stessa?

        Mi destai
        come si destano i morti
        poiché deceduta era in me
        ogni vana illusione di vita.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Anticipo

          Hai preparato per anni il tuo lasciare casa.
          Hai convinto te stesso,
          gli amici ed anche il vostro cane
          che era la cosa giusta.
          Ogni giorno eri ai nastri di partenza,
          sempre pronto,
          ma per il giorno dopo.
          Quando lei se n'è andata
          non hai accettato di essere lasciato.
          Non hai accettato quel colpo a tradimento.
          Ma lei ha fatto tutto in silenzio
          non ha detto niente a nessuno,
          solo lei e l'altro sapevano.
          Ai depositari del tuo segreto poco importa di come è andata la cosa.
          L'unico a meravigliarsi è il cane
          che ha visto andare lei e non tu.
          Ma ci farà caso per poco.
          Sa che neppure con te morirà di fame.
          Composta sabato 24 ottobre 2015
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            in Poesie (Poesie personali)

            Ditkon effe

            Te la scattai con gli occhi
            e le dita messe a cornice
            quella foto con le nostre figure
            ed il futuro che già spariva sullo sfondo.
            Ma la scattai quel giorno.
            Per questo è ancora qui,
            vive con noi,
            nelle nostre teste.
            Ma a me non sembra vera.
            Almeno
            io non mi ci vedo.
            Come se l'avessi scattata
            a qualcun altro.
            Composta sabato 24 ottobre 2015
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              in Poesie (Poesie personali)

              L'appuntamento immaginato

              Vorrei che mi accogliessi
              come se non fossi mai partito,
              ma ci fossimo salutati la sera prima
              dandoci appuntamento per il giorno dopo.
              Vorrei che non me lo chiedessi
              perché me ne sono andato,
              perché ci siamo persi,
              ma che ci abbracciassimo stretti a lungo.
              Vorrei sentire la pelle di te cresciuto,
              così diversa da com'era quando me ne andai.
              E vorrei finalmente poter piangere sulla tua spalla
              e sentire le tue lacrime sui miei capelli.
              Ma sono davanti alla porta di casa tua,
              è chiusa.
              Sono venuto da lontano nel tempo,
              e sono così stanco.
              Non ho il fiato per chiamare,
              chiedere di te a qualcuno.
              E non ho cuore per pensare che non vuoi aprirmi
              e non ho testa per cercare soluzioni.
              Sono sperso.
              Composta sabato 24 ottobre 2015
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