Poesie personali


Scritta da: Stefano Medel
in Poesie (Poesie personali)

I poeti e la notte

I poeti vivono di notte,
nel silenzio,
nel buio,
di una stanza col neon acceso;
e pensano,
soffrono,
coi loro cuori fragili
e un po' infranti;
cercando le parole giuste,
scrivendo l'umanità,
il dolore,
i giorni;
on the road;
i poeti,
sono personaggi
notturni,
lupi solitari,
mentre gli altri dormono,
cercano pensieri.
Composta martedì 1 settembre 2015
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    in Poesie (Poesie personali)

    Il mio cuore vuoto

    E vuoto il cuore mio sfoglia delicato le pagine del sogno
    ha rivisto quello in cui un gatto nero dormiva
    era per l'addome mio poi sul corpo fioriva
    che nell'anima mia un ragazzo si assopiva
    della malinconia di non esser davvero io
    che del suo arrivo nuotai verso riva a modo mio
    contro onde di uso, costume ed abitudine
    che poi vidi il sole per poco per la sua altitudine
    l'ho sempre desiderato essere un ragazzo...
    l'ho sempre sognato. L'ho sempre saputo di esserlo.
    Il corpo è come il chon. Ho dovuto imparare a condividerci.
    Composta sabato 5 settembre 2015
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      in Poesie (Poesie personali)

      La voce

      Se anche in testa,
      così come nel cuore,
      ti rimbomba forte un tono
      sempre ritmico e musicale
      fermati ad ascoltare
      questa dolce melodia.
      È la tua coscienza,
      portavoce dell'anima,
      che ti spinge a dar senso
      con l'amore alla vita
      nel pensiero costante
      del bene degli altri.
      Si concretizza così
      quel gran divino dono
      a nome di umana sensibilità
      in veste di candido velo
      che accarezza e copre
      la tua splendida anima:
      è questo il sistema spirituale.
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        Scritta da: Serena Mainini
        in Poesie (Poesie personali)

        Scelte

        Aspettare qualcuno
        che non arriverà mai,
        è come fermarsi a metà del viaggio
        e perdersi tutto il seguito.
        Guardare poi l'orizzonte
        e pentirsi della scelta,
        è il primo raggio di sole
        in una giornata piovosa.
        Perché non conta molto la scelta,
        ma il seguito
        di ciò che scegliamo per noi,
        anche dopo molteplice scelte sbagliate.
        Ps. Guarda sempre avanti e sii forte!
        Composta martedì 8 settembre 2015
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          Scritta da: Antonio Recanatini
          in Poesie (Poesie personali)

          L'amore dannato

          Chiudimi la porta e allontanami
          spingimi via, così come ti viene.
          Toglimi il saluto, toglimi lo sguardo
          non leggere più le mie parole,
          non rispondere più quando ti chiamo.
          Sparami come ti riesce meglio
          cospargi di benzina ogni mia idea
          e accendi quel fiammifero risparmiato,
          rilancia le tue occhiatacce e urtami.
          Giura sulla tua inquietudine, sul tuo odio
          e ripetimi ancora che vuoi partire,
          che questo amore non funziona
          che non funzionano più i lamenti.
          Abbandonami per strada sotto il diluvio
          perdimi e mostrami la tua decisione,
          dammi le tue ragioni e dimmi
          "da domani non voglio nemmeno
          sapere che esisti o che respiri da re".
          Ma lasciami le medicine sul comodino
          e lascia un po' di disordine in giro,
          il bicchiere di vino appena assaggiato e
          il pane morsicato e le briciole sotto il tavolo,
          Non chiudere la porta dello stanzino e
          di notte, se piove, se fuori c'è la guerra
          fammi sentire che sei rientrata.
          Non abbassare le serrande e
          non chiudere le tende, mi basta l'ombra,
          mi basta un soffio per sapere del tuo amore.
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            Scritta da: Francesco Camagna
            in Poesie (Poesie personali)
            Il caldo universale
            ha cambiato i ritmi
            e la musica della vita,
            le stagioni, il tempo
            della vendemmia,
            della semina.
            Ha portato con sé
            uomini usciti dalle maree:
            visi scavati da un pianto remoto.

            Naufraga con essi
            un'umanità migrante
            dalla ragione, estranea
            a se stessa, al proprio vivere,
            incapace di riconoscersi
            in quella pelle diversa dalla propria
            rivedervi le sofferenze
            dei propri avi nell'atlantico:
            un dolore atavico.

            Altri uomini
            narrano favole
            che nessuno illudono.
            Tornerà il freddo, dicono,
            finiranno guerre e fame,
            perché l'abbiam deciso noi.
            Non si scioglieranno più
            i ghiacciai. Il contadino
            tornerà a coltivare la terra,
            il ragazzo i sogni.

            Ma io vedo solo
            un bambino senza
            secchiello e paletta,
            il viso affondato nella sabbia,
            le piccole mani protese:
            l'ultima preghiera verso il cielo
            della turchia.
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