Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Si fermerà da sola... questa giostra
forse sarà solo lo sbattere di qualche imposta
o rami che si spezzano al passar della tempesta.
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Si fermerà da sola... questa giostra
forse sarà solo lo sbattere di qualche imposta
o rami che si spezzano al passar della tempesta.
Delle pietre focaie mi piace il colore
le forme bizzarre le scintille l'odore
rinascendo... voglio essere sasso
il colore l'odore poi scintille
il fuoco.
Muovendo ogni passo.
Lento scorrere di nubi nel cielo.
A cambiarne l'aspetto,
di attimo in attimo,
cangianti sfumature in movimento.
Di un artista l'intuizione,
il vento va a comporre
geometrie inedite.
Risaltano al tramonto, si mescolano.
come scherzi del cielo.
A dirigerle un moto giocoso,
alterni stati d'animo
ne ricopiano i passi.
Ombre prendono forma,
rincorre un bimbo il suo aquilone,
il mio cuore corre ingenuo
e perso nell'infinito,
complice il vento.
Il vento già,
respiro della vita.
Poche le sue
soste, non quelle sperate,
arcano cammino del cosmo.
Dirigo i miei passi verso la spiaggia,
sicura di niente, voltandomi al vento.
Incerto, lo sguardo oltrepassa il mare,
ricerca uno spazio all'orizzonte
un limite impraticabile
se non con la mente
A tratti il vento increspa le acque,
ne colgo le forme,
entrarne, sfidarne la forza.
scoprirne il mistero.
Mi avvolge, protegge
stupisce il suo potere,
rivela la mia fragilità.
Al pari della vita, travolge,
conquista, si ritira poi
scoprendo la sabbia,
il nulla, recando con sé
ciò che mi è più caro.
Con fragore, oltre l'orizzonte,
al sicuro, mi dico.
La mente le cerca
mentendo a se stessa,
precario equilibrio
tra cuore e ragione.
Si ferma lo sguardo all'orizzonte,
inganno sottile superarlo,
se non con gli occhi dell'anima.
È inganno la vita:
possedere, e rendere
più di quel che si ha!
Non si ferma un cuore,
vive tra le onde,
a volte sospinto,
talora trasportato,
si oppone loro invano.
Reale il dolore,
sofferte certezze acquisite,
effimero alone di felicità.
Tutto ottiene, tutto perde.
Gioca il tempo contro
il mio cuore.
Ne comanda i respiri.
Solo l'illusione
di ritrovare cose perdute
lo rende ancora vitale.
Lo conduce al sicuro,
lo guida all'orizzonte
a perdersi nel suo stesso inganno.
Camminare a piedi nudi
per non far rumore
calpestando la pigrizia
di un pensiero che riappare.
Le parole dette, in amore
van protette,
assaggiate con pudore,
ascoltate per capire
che un sentimento non espresso
toglie fiato e a volte il senso
di una vita che stordisce
se il tuo cuore poi impazzisce.
Mi nutro di colori
che accarezzano il mio sguardo
e con la punta del mio cuore
dipingerò il tuo ritratto.
La bellezza è un'esplosione
che ti scoppia fuori e dentro
e tu la porti addosso
come asfalto sul cemento.
Il mio scrivere è uno sfogo
non un vizio, un'abitudine:
Amo raccontare il mondo
ma lo faccio in solitudine.
E viene cena
pende un granello
di farro dalla forchetta
perfetta ruggine
di granaglie
tostate
roteano ingrate
tra palati assuefatti
dalle improbabili
porzioni
che
di getto ingolli
le cibarie
e si fa sera.
Siamo diabetici
molteplici
arenati
nell'isola che non c'è
tra un controllo
e una puntura
infusione
dura non dura
a sciorinar
dati
maltrattati
con o senza peccati,
con o senza virtù
ragranellando
un altro giorno in più
da vivere
condire
assaporare.
Semplicemente una complicità
tra due mondi che si somigliano e si completano
e poi si perdono nell'infinito della notte
in cerca di nuovi silenzi
e nuove rotte da percorrere
Un gioco svanito
fra le distanze tra due cuori
che un tempo si incontrarono,
magia interrotta dal volere di un destino
che poco concede e molto toglie
Limpido cielo, di stelle ammantato,
in quella gelida notte, nella quale sei nato,
finanche, da vivida cometa, attraversato,
onde annunciar sublime avvento,
tra paglia, nell'angusto antro,
in miseri panni e solo riscaldato
dal fiato del bue e dell'asinello,
tu, umile e divino bambinello,
dall'eterea dimensione, proveniente,
sull'angosciata terra,
per volontà del padre tuo vivente.
Regali gesti, dalle miracolose mani,
generate per sanare e per donare
ciò che era andato perso,
per un destino avverso,
da chi, nel proprio cammino, ti ha incontrato
ed il tuo verbo, ha fatto suo,
per cui, ogni peccato, gli è stato cancellato.
Carismatiche parole, dalla tua bocca,
di pace, perdono,
speranza, fratellanza,
rivolte alla crescente folla,
che ha barattato il cuore, in cambio del tuo amore,
per mezzo delle quali, mutando triste sorte,
la vita, hai restituito,
sconfiggendo la morte,
su chi, di te, la veridicità, ha recepito.
Tu, come buon pastore,
hai conquistato il cuore,
di chi, di te, ha compreso
che fossi, in verità,
il messia tanto atteso,
del creatore, l'unigenito figlio,
fattosi uomo e, tra i suoi simili, sceso,
per prender su di sé,
del mondo, diabolico peccato.
Ed affinché ciò si avverasse,
fosti straziato ed umiliato,
a seguito di, con un bacio, esser tradito
da chi, al desco tuo, si era seduto
ed aveva, con te, intinto il pane consacrato,
spezzato e dispensato,
come tuo corpo, sulla croce, immolato
ed il vino, dal calice, bevuto,
offerto, al pari del tuo sangue, versato,
per l'eterno patto,
dal dorso, che lo scudiscio ha martoriato,
dal capo, che le spine della vile corona hanno violato
e, appresso che, durante la via,
cadesti, sotto, della croce, il grave peso,
da taluni reietto e disprezzato,
bensì, dai giusti, immensamente amato,
dai piedi e dalle mani,
trapassati dai sacrileghi chiodi
e dal costato,
dove, non ancor paghi del male compiuto,
vigliacchi, ti hanno altresì ferito.
Tu, essere celeste,
che, di alcun male, ti sei macchiato
ed hai, all'inverso, gli stolti carnefici, perdonato,
che, all'insano ordine, hanno obbedito,
senza capir realtà di colui che stavano uccidendo
e che, a Dio, l'innocente suo spirito, rimetteva,
che fosse in ver chi, d'esser, predicava.
"Io sono la via, la verità e la vita.
Chiunque crederà in me non morirà mai"
pronunziò, avanti la sua ascesa,
Gesù, chiamato il nazareno,
o il cristo, dell'onnipotente, l'unto,
il messia, il salvatore...
comunque sia... il nostro adorato signore,
che, per nostro amor, ha donato la sua vita.
Leggero come un ala di farfalla
libero come un gabbiano
dolce come il canto dell'usignolo
il mio pensiero di te
sfiora le mie emozioni:
sussurro... ho paura.