Non trovo le parole,
per far scattare,
la serratura del tuo cuore,
chiusa e silenziosa stai;
e non parli,
non dici;
non trovo le parole,
per farti pensare,
per farti tornare a me;
se potessi,
se potessi,
far breccia nel tuo cuore
chiuso,
e farti ricordare,
i giorni,
di noi due,
se potessi.
Mentre il mulino
macina il grano dei giorni
sfoglio ultimi petali
di rosa d'autunno
che lascio cadere
per non smarrire
la via del ritorno
Nascondo in spirali di vento
frammenti di luce
Giovani sandali
che dal nulla
sollevano polvere di sogni.
Pelle nuda di speranza
L'emozione del primo turbamento
Percorro la strada
che ti ha portato
tra le mie braccia
Senza respirare
con la testa nell'acqua
prima che il tempo lentamente
mi soffochi la vita.
La notte corre,
e io cerco di lasciare dietro,
i ricordi tristi,
e le parole pesanti,
e le brutture e
la polvere nella mia vita;
la notte corre,
e non m i aspetta;
la inseguo come posso,
ma và via in fretta;
e mi lascia,
con le mie ferite;
che devo portare con me,
portarmi dietro,
per sempre.
Quando ritornerai,
non lo so,
so solo che ti aspetto,
so solo che ti penso;
e il cuore piange,
di malinconia e tutto si fa
monotono, intorno a me;
quando ritornerai,
sarà come prima,
come ai vecchi tempi,
e rideremo,
e parleremo,
e ascolterò quello
che dirai,
e capirò i tuoi problemi,
e i tuoi guai;
quando ritornerai.
La notte,
tutto ricomincia di notte,
vecchi pensieri,
di come era ieri,
i bei tempi andati;
tutto ricomincia di notte,
silenzio,
rumori ovattati,
luci flebili,
pallore dei lampioni,
macchine illuminate a notte.
La spider azzurra
diluisce passioni
nel giallo
di flute e candele
la tua collana di perle
nei castelli di luci
incendia i tuoi occhi
i gigli freschi
incorniciano la scena
la cena e le fragole
la notte ancora lunga
la spider azzurra
che ci aspetta.
Desideri accarezzati
da timidi sorrisi
calde passioni,
d'immobili respiri
sguardi profondi
ormai nudi e indifesi
passi leggeri
a legati destini
stringono le mani
a traguardi lontani.
Nel bosco dei desideri
seduto
sul tronco della speranza
rivedo la mia vita.
Mentre gocce di lacrime
cadono
asciugandosi ai piedi
dell'arcobaleno
libero
antiche emozioni
che come polline
volano nel vento.
Strangolato dall'ansia
il respiro si blocca
come statua di gesso
fisso nel vuoto
non sento rumori
asciutta è la bocca
la testa un macigno
centrifuga pensieri
scavo un buco
senza fondo
nella mente
nell'immotivata ricerca del niente
aperta la finestra
su i giorni che scorrono
riflesso nel vetro
spettatore di me stesso.
Nella pianura addormenta,
il nostro desiderio d'amore
chiuso in una goccia di rugiada.
Alba dolce madre della vita
con l'ultima manciata di stelle
scioglie la brina del mattino
portando alle tue labbra
la mia sete.
A piedi nudi
camminando sul trifoglio
raccogliamo granelli di luce.