Poesie personali


Scritta da: Raffaele Feola
in Poesie (Poesie personali)

L'impossibile passato in un assurdo futuro

L'impossibile passato
in un assurdo futuro.

Emaciata e aberrante
una Dea corrosa dal tempo
rintuzza la frenesia di esuberanti
e voluttuosi brividi,
e lacera i lembi di inutili vesti
bianche e trasparenti,
cosparse di profumi
arroganti e minacciosi.

Magro bottino per
la sovrana del piacere,
per lei solo sguardi silenziosi,
e abbracci fragili e bramosi,
persi nell'austero Universo,
dall'assordante buio
e dalle irraggiungibili
e misteriose luci.

Oscuri barlumi di vecchi
chiarori sopiti,
derisi e persi in un presente
avvolgente e stridente,
soffocante e arido,
come un riarso deserto
ricoperto di miraggi
e soffocanti arsure.

Donna e Vita, vita e piacere,
imperterrite fuggono
celate sotto strane
e astute sembianze,
lasciando solo aridi futuri
aspersi di sterili fiori,
di vane speranze
e fragili bagliori
di impossibili felicità.
Composta sabato 7 giugno 2014
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    in Poesie (Poesie personali)

    Il vagito di mio nipote

    Appena nato
    dal grembo strappato
    ebbi un vagito urlato
    ma poi d'incanto
    in un abbaglio di luce
    mi acquietò una voce.
    Eri tu,
    dolce neonatologa,
    che mi visitavi
    ma tanto mi rivoltavi
    e già tra me pensavo...
    dammi tempo
    e per natio desio,
    appena più grande,
    ti strapazzerò io
    con rime baciate,
    atavica mania
    di fare poesia,
    perché la tua dolcezza
    è un fiore
    che inebria le menti
    e intenerisce i cuori,
    ingelosisce le mamme
    e invaghisce i papà
    ma fa tanto ammattire
    quel brontolone di mio nonno.
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      Scritta da: Fragolosa67
      in Poesie (Poesie personali)

      Europa

      Sotto un cielo di blue profondo
      nasce luce di dodici stelle sono
      corona che porta la gloria,
      forza, coraggio e unità di messaggio.

      Fanciulla distinta la indossa e risplende
      lunghi e bellissimi ha mori capelli.
      Scarpe non porta ma bianca ha la veste
      allarga le braccia e raccoglie la gente.

      Comune trattato ci lega lei dice
      Poi arrossisce e sorride.
      Giovine donna di grande coraggio
      regole e leggi con forza sostiene.

      Europa è il suo nome e
      canta speranza
      foglie di euro sparge con grazia
      in un cortile con solo una pianta.

      Raccoglierli vuole ognun che li vede
      ma lei li calpesta e dice a ogni uomo:
      Figlio mio caro ti voglio al lavoro
      questo che vedi è comune tesoro.

      Guadagna, ricava e portane ancora
      per rendermi solida e grande padrona.
      Composta sabato 7 giugno 2014
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        Scritta da: Luigi Berti
        in Poesie (Poesie personali)

        L'oscurità

        Sei sempre stato un grande uomo,
        che tutto il mondo vorrebbe avere,
        un padre da invidiare un marito fedele,
        un amico sempre pronto sincero e leale,
        te ne sei andato non per tuo volere,
        perche il signore ha capito il tuo valore.

        Piangono i nostri cuori lacrime vere,
        bagnano questi fiori sopra il capezzale,
        il paese tutto intero ti ha voluto salutare,
        la dipartita è stata dura combattuta dal male.

        È un tormento sentirsi vivo e morire dentro,
        l'ultimo sospiro che ti porti appresso toglie il fiato,
        il pianto non tocca terra rimane sospeso come una bolla,
        l'oscura falce della morte sopprime la vita senza risposte.
        Composta sabato 7 giugno 2014
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          Scritta da: Caraddia
          in Poesie (Poesie personali)

          Notte

          Discende silenziosa nei meandri
          sinuosa come i lembi della veste
          che si indossano nel buio della stanza
          e nel flusso delle sete
          la luna riflette i suoi spettri
          pallida nel suo candore.
          Tacita e delicata
          fende l'aere immenso
          cinge le umide spalle degli amanti
          di un amore ormai asperso
          bagna le fronde degli animi
          e li purifica.
          Lenta sovrasta sui colli
          fredda scorre sui monti
          e di un dolce sapore consola il sonno aguzzo degli inerti
          il destarsi agitato dei fanciulli
          il calare mesto della vitale luce.
          Dei suoi baci si nutre il pudore morto
          ferito
          leggiadro.
          Ammirata nel suo colore
          l'aurora spezza il vivido cobalto
          desiderio degli affannati respiri che attendono l'amore amaro
          sangue degli infelici soli.
          E poi, lesta e muta
          giunge all'albeggiare morto
          così fugge
          misera e crudele
          così sparisce ai miei sguardi
          inafferrabile.
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            Scritta da: Lorenzo Arcaleni
            in Poesie (Poesie personali)

            Paradiso infuocato

            La spada deve bruciare
            anche se riposta nel fodero.
            La luce splendere
            anche se la nebbia
            attanaglia l'uomo alla propria pietra.
            Il paradiso ha le porte in oro
            per chi ha la pace
            nel cuore e nel corpo,
            e all'Inferno tutti cantano
            di un luogo dimenticato
            che il sole ha illuminato.
            La notte è buia,
            il giorno lontano,
            la vista annebbiata,
            ma la fede arde
            sebbene il fodero sia rotto.
            Composta venerdì 6 giugno 2014
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