Poesie personali


Scritta da: Alessandro Lemucchi
in Poesie (Poesie personali)

0ssessione

I giorni
scorrono inesorabili
notti insonni
interminabili
solitarie
cuscino stretto.
Io sento ancora le carezze
il profumo della pelle
vellutata
un petalo di rosa
i baci
ambrosia destinata agli Dei
con ingordigia assaporata.
Sei qui
il ricordo è palpabile
non ho saputo
chi fossi veramente
non importava.
Io volevo
l'estasi della lussuria
aggrappato ai ricordi
una scena rimane
libera come una farfalla,
un sorriso uno sguardo
una porta chiusa.
L'ossessione
nel sogno continua
persiste.
Io aspetto.
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    Scritta da: Alessandro Lemucchi
    in Poesie (Poesie personali)

    Vita

    Stella morente nuova vita anela
    e all'uomo ora palese appare.
    Sotto il riflesso
    dell'argenteo disco
    tocco vibrante
    di candida mano
    il corpo trema
    rosse le gote
    pudico segno
    di purezza
    non ancor violata.
    Labbra tremanti
    timidamente dischiuse
    tenero bacio
    brivido caldo sconvolge le carni.
    Corpi avvinghiati
    luce argentea illumina
    giochi di ombre confuse
    nella radura dell'infinito.
    Gemiti
    canto d'usignoli
    rompono il silenzio
    calda pelle
    nuovi orizzonti
    la bocca esplora
    in avida lussuria
    disseta i sensi alla fonte del piacere
    il caldo nettare della creazione
    riempie il vuoto.
    L'intenso desiderio comanda
    sulle note dell'atavica melodia
    l'antica danza continua
    oscillano volteggiando nell'aria
    anime fuse
    in armonica intesa.
    Nell'attimo luce dorata
    irradia l'universo
    energia si rinnova.
    Un ciclo si completa
    un altro ne inizia.
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      Scritta da: Giovanni Serra
      in Poesie (Poesie personali)

      Percezione Estatica

      Estasi isolata da mutua empatia
      Auto-trascende l'idolatria.
      Viscerale animata visione
      dramma simbolico d'estrema rivelazione,
      lenta danza di luci dorate
      figure eroiche intensamente sperate,
      prosaico scrittore austero immoto
      penetrante dolore tedio cronico.
      Percezione insita da musica modale
      disintegrazione psicologica celestiale.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Revival letterario

        Con la diva di Omero
        a cantar Achille
        furon le gesta a far scintille,
        di poi con le Muse di Esiodo
        furon gli dei a lanciar faville
        sicché dal mar di Lesbo
        emerse d'incanto
        di una sirena il canto
        con la passione di Saffo
        che ancor i versi incanta,
        finanche Alceo l'amante
        mentre Anacreonte cantor
        con il vino brinda all'amor.
        In volo pindarico siamo
        ad Eschilo, Sofocle ed Euripide
        in cui c'è sol tanta tragedia,
        ma da Erodoto, Tucidite
        e Senofonte inizia pure la storia
        con la mitica scrittura di Platone
        che nell'allievo Aristotele
        divien perfin scientifica.
        Dalla filosofia alla natura
        tra i fiori dei campi
        spuntan gli idilli di Teocrito
        ed è poesia bucolica,
        ma è la cura di Callimaco
        a sublimare la poesia
        con la raffinatezza dell'elegia.
        Qui nasce la poesia latina
        con l'odi et amo di Catullo,
        indi dalla Delia di Tibullo
        alla Cinzia di Properzio,
        dopo la ratio di Lucrezio,
        è ars amatoria con Ovidio
        che gli costa la relegatio
        mentre con il labor limae
        la scrittura di Orazio
        assurge ad ars poetica
        e a noi comuni mortali
        rimane Cicerone
        a tediarci con le versioni.
        Da Omero a Ennio si passa
        dal padre della scrittura
        al pater della letteratura,
        ma è Virgilio a sintetizzar
        la classica cultura,
        dove affonda le sue radici
        la feconda lingua italica
        ispirata dall'eccelso Dante,
        padre nostro terreno.
        E così dal dolce stil novo
        spunta l'italica lingua
        a cantar l'amor per il bello,
        quell'idea in Platone,
        che si spiritualizza in Dante,
        si enfatizza in Petrarca
        e si materializza in Boccaccio.
        Nella sintesi letteraria
        vien adesso il Poliziano,
        raffinato poeta docente
        e professor dè Medici
        poi Bembo, Ariosto e Tasso
        sono la propaggine letteraria
        dell'arte rinascimentale e,
        infin, dal barocco di Marino,
        si vola all'infinito di Leopardi
        nei cui versi è dolce naufragar,
        ma è dei promessi sposi
        che non v'è più traccia e qui,
        a mò di don Abbondio,
        è la morale che si lava le mani.
        A concluder la carrellata
        ecco l'irrequieto Foscolo
        a cui tanto somiglio
        perché in me rivive
        quello spirito vitale
        che anela alla quiete
        dopo una vita in tempesta
        tra perigli e battaglie
        e che in versi enfatizza
        l'amore fraterno.
        Lui ebbe Giovanni,
        giocatore morto a Venezia
        nel fiore degli anni,
        io ho avuto Mario,
        il fior fiore dei giocatori,
        venezian d'adozione,
        che da tempo m'ispira
        per farmi diventar
        autentico scrittore
        ma, tra calcio e carte,
        schedine e casinò,
        penso che mi resterà fama
        di enciclopedico giocatore.
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          Scritta da: Enzo Di Maio
          in Poesie (Poesie personali)

          Rose e gramigna

          Ho estirpato la gramigna dal mio campo,
          al suo posto ho piantato una bianca rosa,
          ma la gramigna e ' cresciuta ancora
          ed ha ucciso la mia rosa.

          Ho estirpato ancora la gramigna dal mio campo,
          al suo posto ho piantato una gialla rosa
          ma la gramigna, una volta ancora, è tornata
          ed ha ucciso la mia rosa.

          Ho tolto ancora e ancora la gramigna dal mio campo
          e questa volta ho piantato una scarlatta rosa,
          forte, come non mai, e con spine grandi e arcigne,
          ma la gramigna è tornata e ancora, ancora, ancora
          ha ucciso la mia rosa.

          Del perché ho chiesto al saggio contadino:
          "vecchio, perché la gramigna uccide le mie rose?"
          "E tu", con aria seria rispose al mio dilemma,
          "non uccidi forse la gramigna per far posto alle tue rose?"

          "Se la rosa ha la sua terra la gramigna ha la sua terra,
          dai al tuo seme la giusta terra e questo ti donerà il suo fiore"
          "a tutti in questo mondo è assegnato un ruolo,
          e niente nel disegno del creato e'superfluo o sprecato.
          Se la rosa ti donerà' bellezza ed i suoi odori
          la gramigna lenirà' e curerà il tuo spirito e i dolori.
          Composta sabato 14 giugno 2014
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            Scritta da: C. Veratelli
            in Poesie (Poesie personali)

            il volo

            Metti le braccia intorno
            a me, e mi sentirò a casa
            metti le braccia intorno
            a me, e non sentirò più
            tormento, ma pace
            dentro
            il sole sta riempiendo
            la stanza, la luce ci
            illumina, siamo angeli
            dalle ali spezzate
            stammi vicino, ho problemi
            a respirare ho paura di
            non riuscire a volare
            metti le braccia intorno
            a me... ti darò tutto
            quello che sono
            delicatamente ti darò
            il mio cuore
            cambiamo tutto quello
            che eravamo che siamo
            e insieme, vedrai
            che riusciremo a
            prenderere
            il volo.
            Composta sabato 14 giugno 2014
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              Scritta da: Sir Jo Black
              in Poesie (Poesie personali)

              Cenere tra le mani

              Tutto bruciato, ancora cieli neri,
              è dolore sparso dal cuore rotto.
              Vuoti, incomprensioni, silenzi ancora.
              Muri dove stanco mi scaglio ancora
              ancora a voler graffiar via dolore.
              Cenere tra le mani mentre tu vai,
              guardo quel punto che via s'allontana.
              Urlo cade una lacrima di pietra.
              Composta sabato 14 giugno 2014
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                Scritta da: Linda Reale Ruffino
                in Poesie (Poesie personali)

                Zucchero filato

                Lente trascorrono queste ore
                In cui le lacrime piovono sui giorni
                e verrà un angelo che
                con lieve soffio ti porterà
                oltre quelle nuvole di zucchero filato.
                Sei leggera ormai,
                piuma fra le piume,
                le tue gambe stanche,
                sono fragili ramoscelli,
                le tue mani scarne
                hanno ancora la forza di accarezzarmi,
                i tuoi occhi non nascondono
                il dolore di non potermi stare accanto
                e la tua voce ad un tratto ritorna bambina.
                E in quell'attimo sublime
                in cui pronuncia la parola più bella
                la mano che tanto ti amò prende la tua
                per condurti attraverso i sentieri a te destinati.
                Stagioni più non si alterneranno
                e potrai sederti a riposare
                su bianche rive
                e verdi prati senza spine.
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