Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Anagrafe

Vorrei un documento con una data nuova,
non di nascita
ma di rinascita.
Vorrei
che quella data fosse un giorno qualunque,
ma che quel giorno fosse il primo giorno.
E da quegli otto numeri vorrei conoscermi di nuovo
per poi potermi riconoscere
ed accettare.
E sopratutto vorrei perdere memoria di chi ero stato.
Composta sabato 6 giugno 2015
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Sappi che

    Ti scrivo da un pensiero da te,
    un pensiero che ci rende distanti.
    La distanza fra noi l'hanno colmata gli altri
    e si sono talmente impegnati
    che non solo hanno riempito il vuoto
    ma hanno costruito una montagna invalicabile.
    Io di qua,
    tu di là.
    Condividiamo solo la poca luce che ci arriva da molto in alto.
    Ed ogni volta che alzo gli occhi
    spero che anche tu faccia lo stesso in quel momento.
    Così almeno avremo qualcosa in comune.
    Composta venerdì 5 giugno 2015
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Resto a letto

      Fa giorno,
      chiudo gli occhi per non vedere,
      tappo le orecchie per non sentire.
      E cerco di dormire
      e sognare che sarà un giorno migliore.
      Stanotte ascolterò in radio il resoconto della giornata
      ma non mi arrabbierò se saranno brutte notizie,
      perché riguarderanno il passato.
      Composta sabato 6 giugno 2015
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Il locale vicino alle campane

        Leggo sul libro che ho aperto nella testa
        di cavalieri spersi
        che qui misero su famiglia.
        Dei loro figli
        che vestiti da assassini
        passano di notte ad avvelenare i morti,
        e dei locali dove servono miscugli
        che fanno traballare anche i più forti.
        E a libro chiuso mi vedo seduto
        ad osservarli tutti in fila al banco,
        presi dal bere
        fino alla mattina.
        Come se dopo notte
        arrivasse il capodanno.
        E il battere di ciglia di qualcuno
        mi porta a giorno fatto.
        E sono tutti intorno a me.
        Spenti e stravaccati,
        sopra divani pazienti
        ad osservare dai vetri del locale
        l'esercito inquadrato di fedeli
        intenti a marciare verso il tempio per pregare.
        Anche per loro.
        Composta venerdì 5 giugno 2015
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Una preghiera

          Non sai quanto detesti quel "anch'io"
          che dici così spesso
          per abbassarti e portarti a pari mio.
          E non capisci
          come quando siamo in fondo
          non si ha bisogno di tanta compagnia.
          Io non lo so
          se ciò che dici lo pensi veramente
          o se è soltanto una frase da infermiera.
          Che tu ti senta complice,
          l'amante o la compagna,
          che il tuo sia amore o cuore buono
          cerca di farne a meno di assentire
          e lasciami da solo al mio schiantare.
          E non fare domande per favore.
          Lo voglio in esclusiva il mio soffrire.
          Composta martedì 2 giugno 2015
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