Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Un pezzo di me, un ricordo

Lui mi segue stanco,
chiuso nel luogo scuro,
chiuso nelle mie mutande.
Prima pronto ad ogni desiderio,
adesso
pronto solamente
a fare quel po' di dovere.
Se lo voglio stuzzicare
ripensando a vecchie storie
o gettando gli occhi addosso
ad un corpo da esplorare
non reagisce ne protesta,
lui mi lascia ai miei problemi.
Li risolva la mia testa,
lui si gode la pensione
e la sua dissociazione.
Composta mercoledì 6 marzo 2013
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    La curiosità non soddisfatta

    Anche oggi è con te.
    Ti tiene per mano,
    ti accompagna
    a fine corsa,
    forse sarà stasera?
    Unica compagna,
    ascolta e non critica,
    ti fa affrontare il tuo essere vecchio
    meglio del tuo essere stanco.
    Ma è inutile
    chiederti di dirci il suo nome,
    neanche tu lo sai.
    Composta mercoledì 6 marzo 2013
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Ieri sera, stasera

      Da una certa ora in poi
      c'è posto solamente per me,
      per me com'ero,
      com'ero ieri.
      Stesse parole
      stesso viso,
      stessi ricordi
      e cuore sempre impantanato.
      Da una certa ora in poi
      abbasso gli occhi
      come cala il sole,
      come cala il sipario,
      e si fa il buio dentro
      mentre è già buio fuori,
      e luna
      e stelle nere come il cielo
      come immagino l'anima,
      se ci fosse.
      Preme una lacrima per uscire fuori,
      la trattengo,
      non voglio che si sappia
      che è già scaduto il tempo dell'esser io
      com'ero ieri.
      Indosso la maschera,
      buongiorno a me.
      Composta martedì 5 marzo 2013
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Fine nottata

        Sui tavoli blu del locale,
        alla chiusura
        sono rimaste tracce di polvere bianca.

        Sull'asfalto grigio
        qualche chilometro più avanti
        sono rimaste le tracce di una lunga frenata,
        sono tracce nere.

        Sui sedili azzurri dell'auto
        ci sono tracce rosse,
        è sangue.

        In strada
        lenzuoli bianchi
        coprono corpi con tatuaggi rossi
        e un pezzo di asfalto con i tatuaggi neri.

        Il blu dei tavoli
        ha dato lavoro al bianco dei lenzuoli.

        Cattiva sorte
        arcobaleno di morte.
        Composta martedì 5 marzo 2013
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Ognuno ha detto la sua

          Un colpo al cerchio
          ed un colpo alla botte
          così fa chi vuol rimanere in politica.
          Un colpo a destra
          e un colpo a sinistra
          per chi vuole demolire la politica.
          Un colpo al cuore
          o un colpo di testa,
          così parla
          chi rimpiange un amore.
          Un colpo alle spalle,
          si lamenta il tradito.
          Un colpo da fare,
          un colpo fallito
          un colpo riuscito
          sfortuna o fortuna
          si racconta il bandito.
          Un colpo in testa
          per chi non ne vuol più sapere
          ne di colpi alla botte
          ne di colpi da fare
          ne di colpi al cuore.
          In fondo sono tutte parole.
          Composta lunedì 4 marzo 2013
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            L'ultimo giorno dell'ultimo mese dell'ultimo anno

            È passato soltanto un secondo
            dall'ultimo minuto che ho indossato,
            e già mi sta stretto il tempo.
            Vorrei poter correre all'indietro,
            continuando a guardare davanti a me,
            fino a sentire il terreno mancarmi ai piedi,
            essere arrivato alla fine del percorso.
            Non più gambe,
            ma ali.
            E la certezza
            che il tempo
            da quel momento in poi
            non mi starà più stretto.
            Composta lunedì 4 marzo 2013
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              Il portavoce

              Ho visto
              ciò che i miei occhi hanno visto,
              ma non è questo che racconto.
              Racconto ciò che voglio raccontare.
              Racconto ciò che voglio,
              ciò che voglio sappiate.
              Perché voi non meritate di sapere
              cosa è veramente successo,
              soprattutto la verità.
              Potessi raccontare ciò che ho visto,
              lo farei soltanto davanti a nessuno
              e sotto giuramento.
              Composta lunedì 4 marzo 2013
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                Natascia, portici, amanti e vetrine

                Sono due giorni
                che tuo marito ti cerca,
                telefona,
                invia messaggi.
                Adesso gli hai risposto,
                sento che ti implora
                che ti perdona tutto,
                pur senza sapere cosa hai fatto,
                o forse si.
                Ripete
                -tutto... tutto... tu... però... noi... non puoi... amo... perché... prego... -
                Mi sento i suoi schiaffi in faccia.
                E tu che ascolti e sbuffi,
                poi mi strizzi l'occhio,
                complicità che non concedo,
                pur stando zitto.
                Hai dato di più a me,
                hai detto,
                in questi giorni,
                che a lui in un anno,
                come se fosse un vanto,
                o un complimento,
                senza che io te l'abbia chiesto.
                Ma forse più che premiare me
                hai voluto punire lui.
                E guardi le vetrine,
                mentre lo ascolti ancora,
                col dito mi indichi gli oggetti,
                poi metti la mano avanti,
                mi chiedi di aver pazienza.
                Col pollice alzato
                mi indichi un minuto,
                un minuto solo,
                ma non è quello il punto,
                io penso fra me e me
                che essere l'amante,
                a volte richiede
                assenza di coscienza
                e "un pelo" che non ho.
                Intanto Bologna ci gira intorno
                ed a me gira la testa.
                Composta venerdì 1 marzo 2013
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                  Scritta da: Alexandre Cuissardes

                  La battaglia elettorale

                  la destra mal-destra
                  ha rialzato la testa.
                  S'è mosso il monarca,
                  ha salvato la (sua) barca
                  dal triste destino.
                  Festeggia il successo
                  lucidandosi il viso
                  e regalando a tutti
                  una promessa e un sorriso.
                  Son contenti i suoi servi
                  che riarrotan la lingua
                  per leccarlo davanti
                  e sparlarne alle spalle.
                  Ma lo sanno e gli brucia
                  che senza di lui
                  non son niente
                  nessuno.
                  Fanno i grossi soltanto
                  di fronte alla gente,
                  ma chinan la testa
                  davanti al regnante.

                  Colpevoli.

                  ed intanto
                  al castello di piddì,
                  mesto mesto
                  ed ammaccato,
                  col cappello in mano
                  riappare
                  pierluigi l'emiliano
                  generale bassopadano
                  che come al solito
                  si è battuto invano.
                  È perdente
                  e furente.
                  Ha tenuto posizione
                  ma poteva far di più,
                  ha sbagliato strategie
                  oppure gli astri erano contro
                  o c'è stata una magia
                  di una maga da tv.
                  Chiede udienza a rosiprima
                  che del regno di sinistra è la regina.
                  Ma lei vuole prender tempo,
                  sta aspettando massputin
                  il suo fido consigliori,
                  che dovrebbe rientrare
                  da una trama elettorale
                  e un inciucio post qualcosa
                  o pre qualcos'altro.
                  Ed intanto
                  c'è la fila degli "aventi diritto al soldo"
                  per avere esercitato come "aventi diritti al voto" il dovere di votare per chi dice "il caporale".
                  Composta venerdì 1 marzo 2013
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