Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Cercasi vittima per la notizia di domani

Qualcuno
non ricorda nessuno dei fatti,
perché accaduti tanti anni fa.
Altri
dicono di non conoscerli
quei fatti
perché avvenuti troppo lontano
dal loro punto di vista.
Tutti però sono concordi nel giudicare,
se stimolati,
ma senza impegno,
pareri non vincolanti.
C'è chi parla
ma riporta per sentito dire,
non si assume responsabilità.
Nessuno scioglie il dubbio,
risponde alle domande.
Ognuno dice le sue ovvietà
o inventa viaggi mai effettuati,
nel giorno in cui successe,
questo
per non dover scendere in particolari.
Ed ognuno spara le sue cazzate,
l'unico invece che ha visto tutto
lo ha fatto con gli occhi di un altro,
ma non li vede da anni
non sa dove ritrovarli.
Uno che di certo sa tutto di tutti,
e le loro rispettive versioni dei fatti
non si è ancora autorizzato a parlare.
Ha in testa la verità,
tenuta ben chiusa in un posto segreto.
La tiene pronta per un giornale straniero,
non chiede soldi
solo il diritto di asilo
in un paese diverso,
unica condizione posta,
che non si chiami italia.
Da tutto questo
la stampa ha costruito la verità per i propri lettori,
anche per oggi la prima pagina è fatta,
per chi ha voglia di credere.
Composta venerdì 22 febbraio 2013
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Ci desideriamo

    È quando si muovono le mani
    che opponi quel po' di resistenza,
    (obbligo storico di donna)
    e metti le tue mani sulle mie,
    per fermarmi,
    e tiri indietro il corpo,
    ma non troppo.
    È un attimo però,
    ne tu ne io
    ragioniamo più di tanto.
    In quel momento
    e da quel momento in poi
    lasciamo che ogni parte dei nostri corpi faccia cio che sa,
    e che ciò che è iniziato con la voglia finisca col piacere.
    Composta venerdì 22 febbraio 2013
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      La sera in casa

      Il profumo della pasta rimasta da ieri,
      che salti svogliata
      nella padella pesante,
      con qualcosa aggiunto
      un po' a caso
      per dare sapore di fresco.
      Sullo schermo fatato
      i due che si baciano
      alla quarta puntata
      della solita storia.
      Pagati per godere
      e farti sognare,
      invece ti fanno
      soltanto incazzare.
      A te non accade
      di baciare un attore,
      forse
      non hai gli abiti adatti,
      e le rughe cominciano
      a farsi vedere.
      Pasta e veleno
      gli vorresti cucinare,
      invece continui
      a fare il dovere,
      dovere di moglie
      dovere di donna.
      A volte
      vorresti il diritto di amante,
      ma al corso serale
      ti hanno bocciata.
      Sei solo una donna,
      per giunta
      invecchiata.
      Ma se ci rifletti,
      capisci che è meglio
      non averlo ottenuto
      quel pezzo di carta
      "patente d'amante".
      Così se ogni tanto,
      sempre per caso,
      magari
      con in testa un bicchiere di troppo,
      trovandovi a letto,
      ti chiede qualcosa
      che ricordi un po' il sesso,
      gli puoi sempre dire,
      -non lo posso fare,
      non ho la patente
      per fare l'amante,
      raffreddati caro,
      io scendo in cucina
      a scaldarti l'acqua
      per una buona tisana-.
      Composta venerdì 22 febbraio 2013
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Coppia di fatto

        Il mio primo amore
        fu la piccola bambola bionda
        di mia sorella.
        Quando mi accorsi
        che si era innamorata dell'orso di peluche,
        pazzo di gelosia,
        la murai viva
        in una stanza presa in affitto,
        contratto infinito,
        e la sera
        andavo a prendere il caffè
        al bar lì vicino,
        giusto per sentirla urlare.
        Dopo un po' smise.
        L'esperienza mi fu utile,
        compresi che la gelosia faceva troppo male.
        Le statue dei giardini
        erano più fedeli,
        sempre ferme,
        ad aspettare,
        ma mi accorsi
        attraverso il contatto fisico
        che erano molto sciupate
        fredde,
        invecchiate per lo stare all'aperto
        e le scarse cure.
        E poi tutte quelle piccole crepe,
        quei disegni
        quelle scritte oscene,
        non amavo i tatuaggi.
        Passai ad amori fugaci
        incontrati soprattutto ai mercati
        vasta scelta di ogni genere ed anno.
        Ma restava il bisogno d'affetto,
        di un rapporto più solido
        serio
        che non fosse soltanto di sesso.
        Fino a che
        in una chiesa sconsacrata,
        per caso,
        non conobbi un confessionale
        bello,
        antico,
        era fine 600,
        di noce
        vissuto,
        legno morbido al tatto.
        Esperienze ne aveva avute di certo,
        ma erano quelle di altri.
        Stanco,
        desiderava metter su casa
        ed avere una vita tranquilla.
        Fu amore a prima vista
        Potevo peccare
        nascosto dalla tenda
        nel posto del prete
        ed uscire
        e in un attimo
        essere in ginocchio
        a confessare il peccato
        appena commesso.
        Confessarmi
        ed assolvermi
        per tornare a peccare di nuovo.
        Tutto senza uscire di chiesa,
        di casa.
        Ancora viviamo
        felici e peccanti.
        Composta venerdì 22 febbraio 2013
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          l' utopia

          volevo intorno al mio "povero me"
          un mondo migliore.
          Così per prima cosa ho escluso i disonesti,
          ed ho ristretto il cerchio delle conoscenze,
          poi ho eliminato gli antipatici,
          ho denunciato i furbi,
          ho smascherato gli ipocriti.
          il cerchio si è ridotto così tanto
          da diventare stretto come una camicia di forza
          e stritolarmi,
          ed intorno a me,
          tutti a darmi del pazzo,
          ed avevano ragione.
          Composta mercoledì 20 febbraio 2013
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            il dito snello senza anello

            Sfioro la sua mano nuda
            e ricordo.
            Perse l'anello
            quando eravamo in viaggio di nozze,
            venti anni fa.
            Non ne volle uno nuovo,
            voleva sentirsi libera,
            capii che non mi amava,
            e la lasciai libera.
            Ma mi sono tenuto la mano,
            chiusa in una teca,
            per ricordo,
            ogni tanto la guardo
            la sfioro.
            Una volta l'anno,
            nel giorno della ricorrenza
            la porto fuori,
            a pregare sulla tomba del resto del corpo.
            Composta mercoledì 20 febbraio 2013
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              L'attesa della sera, l'attesa del mattino

              Paola crea castelli di carta,
              quando non ha di meglio da fare,
              glielo chiede la sua mente confusa.
              Paola indossa abiti bianchi
              per non essere vista di giorno.
              Io resto a casa
              e cerco di dormire,
              un po' perché la notte non dormo
              ed un po' per non vederla di giorno
              in giro col suo abito bianco.
              Paola ritorna la sera,
              la prima cosa che fa
              è vestirsi di scuro,
              per intonarsi all'atmosfera di casa.
              Cucina per me
              solo per dovere,
              non ci mette impegno,
              ma a me cosa importa come cucina,
              anch'io ho già mangiato,
              da solo.
              Lei lo fa
              perché lo ha promesso all'altare,
              del resto quando torna ha già cenato,
              col suo uomo di sempre,
              o quello "per caso".
              Oggi ha fatto l'amore,
              lo vedo dai cerchi degli occhi.
              Forse lo ha fatto a casa di lui,
              oppure ha scopato qualcuno
              in un albergo da poco
              o in un'auto in un bosco.
              Non so più niente di lei,
              e forse non voglio sapere.
              A letto la sfioro
              ma solo per sentirne il calore,
              anche da questo
              ho conferma che ha fatto l'amore.
              Si volta di schiena e dorme,
              oppure vuole scherzare,
              ma giusto il tempo necessario
              per farmi stare male.
              Io sto sveglio e penso,
              dormirò da domani mattina,
              quando la vedrò ripartire.
              Composta martedì 19 febbraio 2013
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                Un giorno da svitare

                Il gufo in soggiorno
                ha staccato la testa al cucù,
                odia gli svizzeri di legno.
                Per colpa sua
                non so più che ore sono.
                Forse
                per non farsi odiare
                più di quanto io già lo odi,
                il gufo assassino
                mi ha ricordato
                che compirò gli anni alla fine del mese.
                Ma ho deciso di annullare la data,
                non mi sento pronto.
                Quel giorno non mi farò trovare
                né da amici
                né da fiorai e pasticceri.
                Starò chiuso in un luogo sicuro,
                a farmi curare il mio male inventato
                dalle infermiere del piacere,
                con reggicalze e calze nere.
                Passerò il tempo sdraiato,
                insieme a false coccole
                a pagamento
                e bottiglie vere da vuotare.
                Mi costerà sempre meno
                che farmi derubare ancora un anno dal tempo,
                che con precisione da cucù svizzero
                ogni anno in quel giorno riappare
                e mi impone di subire.
                Composta martedì 19 febbraio 2013
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