Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione, in Proverbi e in Diario.

Scritta da: Alexandre Cuissardes

Il sogno da sveglio un mattino che piove

Strada di sanpietrini,
il bagnato per terra,
dietro di me si apre un portone,
esce un uomo,
va di fretta,
non mi nota,
o forse sono invisibile.
Mi si apre davanti una piazza con tre chiese,
altissime,
mattoni rossi ma color pietra,
ho la vista confusa.
Alla fine
mi rendo conto che non sono tre
le chiese,
ma una che mi si para sempre davanti.
Io sono nel mezzo di qualcosa,
intorno c'è il vuoto di un posto che ancora resiste a cemento e ponteggi,
ma ha gli anni contati,
la lebbra è in arrivo.
Mi si annebbia la vista
o forse è la nebbia
che mi para alla vista.
Non hanno porte per farmi entrare
le tre chiese,
o forse una.
Non ha uno sbocco da dove farmi uscire
la piazza.
Mi si è chiusa intorno,
morirò di preghiere,
dentro il sacro anello.
Composta domenica 17 febbraio 2013
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Il lunedì mattina in paese

    È un mercato fatto di voci,
    offerte strillate.
    Intanto i gatti ignorano i topi.
    Sotto banchi di verdure e semi,
    di salumi e formaggi
    cani accucciati
    ignorano gatti e topi
    in attesa del banchetto dei resti.
    Tacito accordo
    con chi deve pulire la piazza
    un'ora d'attesa
    senza nulla toccare,
    perché cani gatti e topi possano banchettare.
    Ma intanto tutto è in piena funzione,
    "venghino venghino" a toccare con mano
    da noi trovate i prodotti migliori,
    i prezzi più adatti alle tasche di tutti.
    I capannelli davanti ai più bravi,
    gli incontri per caso
    come spesso succede.
    Venditori di tappi
    per bottiglie vuote.
    Suonatori di posate
    vendute in tre pezzi.
    Non ha interesse al mercato,
    non vuole camminare
    la mia compagna di oggi,
    sta seduta a bere,
    e parlare.
    Parla con un clandestino invisibile,
    la sua nuova conquista,
    parla da sola
    ed anche ai suoi piedi.
    Gli succede spesso negli ultimi tempi
    ma solo se arriva al secondo chinotto.
    Io sto attento a non provocarla
    e la riporto a casa ubriaca,
    la metto sul letto
    e chiudo la porta
    la lascio a finire i discorsi iniziati.
    So che domani
    sarà in piedi di nuovo,
    pronta a farsi il suo primo chinotto
    direttamente dalla bottiglia.
    Ma intanto stanotte
    dormirò sul divano,
    ho già preparato il sogno più adatto,
    uno di quelli che tengo in cantina
    e stappo soltanto per le occasioni speciali.
    Composta domenica 17 febbraio 2013
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      La fissazione del ritorno. Forse

      Lo so che ormai non ci fai caso,
      accetti il mio camminare stanco
      ed il mio ritorno dopo avere consumato l'ultimo peccato.
      Lo so che dici a tutti quanti
      che ti basta che io ritorni.
      Lo so che aspetti sempre,
      e basta un mio ritorno
      per poter dire
      a chi ti vive intorno che io comunque
      vadano le cose
      a casa torno.
      Tutta la tua vita gira intorno
      alla parola "ritorno".
      Composta domenica 17 febbraio 2013
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        l' asta al ribasso...morale

        In campagna elettorale
        c'è la sagra del parlare,
        a uno sparo di cazzate
        altre cento rilanciate.
        Io ti offro
        lui non può
        io di più poi ti darò
        c'è chi crede e abbocca sempre
        chi lo vota e poi si pente,
        c'è chi invece sta in disparte
        e quel giorno
        prende e parte,
        ma non certo per il seggio,
        ma per posti dove solo,
        disperato guarda in basso
        e si chiede cosa ha fatto
        lui di male per avere
        a guidare la sua vita
        i peggiori che ci sono,
        i più indegni di guidare.
        Composta domenica 17 febbraio 2013
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          La pulizia

          Alle undici di sera
          era tutto già finito
          ventiquattro marinai
          occupavano il partito.
          I templari del Salento
          in senato e parlamento
          provvedevano a bruciare
          le parole dei comizi.
          La brigata degli alpini
          già scalava i piani alti
          per portare giù da basso
          chi trovava sul suo passo.
          Ci fu un accordo fatto in fretta
          con lo stato vaticano
          per far suonare tutte insieme
          le campane del paese.
          Ed intanto l'aviazione
          bombardava di letame
          quella classe dirigente
          incapace ed arrogante.
          Il proclama era ben chiaro.
          -Il giudizio su chi ha fatto
          il servitore dello stato
          è affidato a chi ha avuto
          ingiustizia dalla vita-.
          Risultati assicurati,
          tutti quanti condannati.
          E domani si festeggia
          il repulisti nella reggia.
          Bentornata monarchia
          ma del popolo sovrano.
          Composta domenica 17 febbraio 2013
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Il biglietto

            Cosa dire ad un destino
            che ha deciso anche per me.
            Grazie tante
            arrivederci,
            ci vediamo chissà dove,
            lascio il posto a chi è in arrivo.
            Vaffanculo a chi rimane
            maledico tutti quanti
            e speriamo che in futuro
            ricordiate con terrore
            come arrivano a destino
            gli accidenti di qualcuno.
            Composta domenica 17 febbraio 2013
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              L'escursionista a vuoto

              Io sono stanco del mio tempo perso
              e sono stanco del mio tempo preso,
              a non so chi.
              Forse rubato a chi ne ha sempre troppo,
              io non sopporto questa mia stanchezza,
              che mi sta addosso come una mantella,
              porto i miei dubbi nella sacca a spalla,
              ma sono stanco di portarla.
              Composta domenica 17 febbraio 2013
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                Il servo di milano

                Il tavolo lungo
                quello del refettorio,
                stasera è prenotato.
                Sono già pronti
                al fresco in cantina
                gli avanzi di quell'altra cena.
                Il prezzo è,
                vino incluso,
                trenta denari a testa.
                Ci saranno onorevoli
                a farsi onorare
                e ruffiani a farsi notare.
                Ma solo dodici
                i più fidati,
                saranno al tavolo lungo
                insieme a lui.
                Lui
                che dopo l'ultimo tradimento
                e la brutta fine fatta dal sosia
                gira sempre armato,
                sta con le spalle al muro
                e vuole veder bene tutti.
                È già qui da un po'
                il ritrattista ufficiale
                della serata,
                è un tipo un po' strano
                dai lunghi capelli,
                ha un pennello in mano,
                lo punta ai muri,
                lo batte di punta sui tavoli,
                ci prende la mira.
                Gira intorno ed osserva,
                si siede e beve vino.
                Dice che
                dalle sue parti,
                in toscana,
                il vino è il migliore.
                Sembra che sia molto bravo
                ed è un pozzo di scienza.
                Ha già dato il nome
                al suo dipinto di stasera.
                L'ha chiamata ultima cena.
                Lo scriveva l'altro giorno il corriere,
                sempre ben informato,
                sulla pagina arte ed eventi.
                Un critico ha spiegato
                che il titolo sta a significare
                che poi passerà
                a fare soltanto paesaggi
                e sculture.
                Chi conosce bene il genio toscano
                sa che è anche un veggente.
                Dopo avere saputo del titolo
                ha fatto gli scongiuri,
                preparato le valigie
                e prenotato il primo volo
                verso il non so dove ma so quando,
                subito.
                Altri sono stati visti in fila,
                a bussare ad altre porte.
                Io aspetto stasera,
                per fare il mio lavoro,
                servire tutti al meglio,
                fare il mio mestiere,
                guadagnarmi il pane,
                il resto non m'importa.
                Composta venerdì 15 febbraio 2013
                Vota la poesia: Commenta