Poesie inserite da Anna De Santis

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Scritta da: Anna De Santis

Una fiera in gabbia

Cosa sono tutte queste sbarre,
fatte di gelosia, di possessione, di ignoranza,
a cosa serve tenermi per forza legata,
la tua è diventata un'ossessione,
quando capirai che ci sto stretta in questa stanza.
È inutile, non puoi negarmi di pensare,
se è così, con te non voglio più restare,
in questa prigione senza l'aria per poter respirare,
non ci voglio stare.
Io belva, ancora famelica
non addomesticata, faccio finta di stare calma
e sto a guardare, per non farmi frustare.
Quando potrò aprirmi un varco fuggirò,
provami a fermare ....
Inutilmente mi cercherai,
preferisco nascondermi e morire
piuttosto che star qui a guaire
sperando tu capisca col tempo,
che questo non è amore.
La belva si può domare,
non con la frusta ma col cuore,
ogni volta che ti avvicini, rischi di farti sbranare.
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    Scritta da: Anna De Santis

    La mia palma

    La mia casa era circondata da un giardino,
    dove la nonna piantava fiori,
    la gente dei palazzi intorno, si affacciava fuori,
    un po' gelosa, godendo del nostro angolino.
    Una palma al centro, alta e fiera cresceva,
    con la sua folta chioma tanta ombra faceva.
    La nonna sotto aveva messo un tavolino
    lì raccontavamo favole,
    era proprio bello il nostro giardino.
    Su una foglia della palma
    aveva il nido un timido uccellino
    e la mattina si sentiva cantare.
    Un giorno tutta quella gente protestò
    per la chioma dell'albero che a dismisura cresceva,
    la palma per dispetto, fecero tagliare.
    Io disperata la vedevo cadere
    e tra le sue foglie volevo morire...
    Raccolsi il nido del povero uccellino,
    lo posi dentro una gabbia d'oro,
    ma come potevano vincere loro,
    più ci pensavo e più mi arrabbiavo.
    La mia infanzia mi han tolto,
    un pezzo del mio cuore, con l'albero divelto,
    con me cresceva e dalla mia finestra,
    sentivo che cantava l'uccellino.
    Quei maledetti...
    Li avrei seppelliti tutti sotto il mio giardino.
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      Scritta da: Anna De Santis

      Sole d'inverno

      Piove, guardo dalla mia finestra,
      un uccellino infreddolito si posa sul davanzale,
      ha fame e sta male.
      Grondano d'acqua monconi d'alberi
      che il vento ha distrutto,
      il cielo è chiuso, e lì finisce tutto.
      Freddo nella mia stanza,
      danzano i miei pensieri,
      ombre sul soffitto, colori strani e luci,
      e mi rimandano indietro in un mondo irreale
      ancora sento le voci....
      Quando ero bambina, avevo paura,
      tutto quel vento, quell'acqua,
      un tuono, un lampo che squarciava la sera,
      sui muri i miei incubi, ancora disegnati.
      D'un tratto dai vetri brillano lacrime di pioggia,
      ed un raggio di sole apre tra le nuvole un varco,
      proprio in questa stanza, piena di ricordi,
      s'accende di nuovo la speranza,
      ora sono grande, non ho più paura,
      i fantasmi del passato mi hanno abbandonato,
      vorrei venire fuori, ma ancora è tutto bagnato.
      Quell'uccellino che si era posato
      con il sole si è asciugato,
      ha mangiato le mie briciole ed è volato.
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        Scritta da: Anna De Santis

        Così hai deciso

        Così hai deciso, siamo rimasti amici,
        e le nostre strade han preso diversa direzione,
        hai scelto lei senza nessuna spiegazione.
        Non ho saputo mai perché e per quale ragione
        ma se di me avrai bisogno,
        grida forte, fatti sentire,
        se ancora c'è dentro al tuo cuore
        tutto quello che per te era amore...
        fatti vedere.
        Il tempo mi darà ragione, mi cercherai,
        ma ti sarò lontana, i tuoi respiri ascolterò,
        e ti saprò aspettare se ti stancherai.
        Non mi hai voluto credere,
        hai voluto provare,
        sapevi bene che con lei non potevi restare,
        tu prova a gridare, fatti sentire
        chi più di me ti può capire.
        I nostri sogni, dove sono andati a finire,
        ed ora piangi e non ti fai vedere,
        ritornerai, farò finta di niente,
        ti riconoscerò tra tutta la gente,
        nulla ti chiederò, ma griderò con te
        ci faremo sentire, perché io sono l'amore.
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          Scritta da: Anna De Santis

          Fiore tra i fiori

          Era primavera, fiore tra i fiori, al primo chiarore,
          in mezzo a quel prato fu preso sera.
          Si sentì lontano l'eco delle bombe,
          a morire non erano certo pronte.
          Il cielo di rosso si tinse come il prato,
          il cielo s'illuminò
          e non erano stelle, erano fiammelle,
          le mamme confuse tra i veli ed il fragore,
          gridavano chiamandole, le copriva il rumore.
          Nessuno conosceva quei volti,
          ma si sentiva la voce,
          in mezzo a quel prato,
          non c'era stato il tempo di capire,
          quel fiore ancora in boccio proprio non doveva morire.
          Rosso, smembrato, corpo senza fiato,
          le bombe più non brillavano,
          il cielo si fece scuro,
          le mamme stringevano i loro figli e piangevano,
          niente si vedeva sotto quel velo nero.
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            Scritta da: Anna De Santis

            Ma quale amore.

            Amore, dolcezza, micio micio...
            Tu sei la stella tu sei...
            Basta! Sembra un popolo di poveri stolti,
            si diventa tutto e non si arriva a niente,
            poi quando finisce finalmente ci si pente.
            Non si torna più indietro
            e quel che è detto e detto
            e col senno di poi... un cretino perfetto.
            Meno male è finita, sì, ne esci distrutto,
            ma davanti a un bel viso,
            non ti puoi più frenare.
            Ricominci a sclerare, non hai freni e farfugli,
            amor mio, io ti amo, pugli... pugli.
            Sei ridotto a un coglione,
            non hai più l'attenzione,
            la tua mente si è persa in quest'altra avventura.
            Son malato d'amore... ma va là che si cura.
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              Scritta da: Anna De Santis

              Non ci resta che urlare

              C'è chi affoga la rabbia in un bicchiere,
              chi si fa di canne e va a dormire,
              chi si distrugge la vita, continuando a sbagliare,
              chi uccide, convinto di poter guidare,
              a noi non resta che urlare.
              Libera la mente,
              con forza grida, questo si può fare,
              non concludi niente
              ma continua a strillare.
              Urla la mamma che sta per partorire,
              un momento felice che poi deve finire,
              urla il bimbo che nasce,
              e continua a strillare quando cresce.
              Tutta la vita è un urlo da recuperare,
              facciamoci sentire,
              tanto per continuare a vivere,
              quando non avremo più niente da dire,
              saremo morti e non potremo più gridare.
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                Scritta da: Anna De Santis

                Paura di vivere

                Fisso lo sguardo sul soffitto, ed ho paura,
                i fantasmi
                compaiono con le luci della sera,
                e sogno di precipitare, di affogare,
                sempre in cavernosi anfratti,
                da dove non riesco ad uscire.
                La notte cerco di non dormire,
                la luce è sempre accesa,
                ma rimango ad occhi aperti e son sospesa...
                Vorrei tanto tornare a non pensare,
                tutto il male del mondo è nella mia testa,
                e la mia paura ad ogni lacrima si presta,
                ad ogni debolezza.
                Finirà mai questa mia tristezza
                che mi sta distruggendo?
                Il giorno mi do da fare, per cambiare
                ma quando è sera non so dove andare.
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                  Scritta da: Anna De Santis

                  Il Corpus Domini

                  Mi avevano messo due ali,
                  fatte con le piume d'oca,
                  ero piccola ancora,
                  dovevo fare l'angelo dietro alla processione.
                  Si davano tutti un gran da fare,
                  su quella strada i fiori da sistemare,
                  artisti senza fama, Madonnari,
                  con gessi colorati, colla e polverine,
                  avevano fatto una mostra a cielo aperto,
                  dietro la banda del paese in concerto.
                  Io avanti a tutta quella gente,
                  portavo il pane e il vino
                  per la consacrazione,
                  non capivo niente, ma la situazione
                  mi metteva allegria,
                  mi dispiaceva solo che a fine processione,
                  con tutta quella gente che passava,
                  la bellezza dei quadri dei Madonnari
                  più non si vedeva.
                  Tutta quella fatica di ore, per tutti quegli uomini,
                  sacrificata per il Corpus Domini.
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                    Scritta da: Anna De Santis

                    Collage

                    Farò un collage della mia vita,
                    con i nostri momenti,
                    ritaglierò ogni minuto
                    butterò nel fuoco tutto il resto
                    brucerà ma non mi restituirà mai il tempo perso.
                    Abbiamo regalato amore a tutti,
                    non ci siamo mai risparmiati,
                    abbiamo sacrificato le nostre vite
                    senza peraltro essere premiati.
                    Pochi minuti, in tutti questi anni poche ore,
                    che per me erano vita, amore.
                    Abbiamo vissuto come due fiumi in piena,
                    vicini e separati, uniti nella foce,
                    certi di ritrovarsi nello stesso mare.
                    Lunga è la strada e prima di arrivare,
                    mille ostacoli da superare,
                    non hanno mai fermato l'impeto del nostro cuore,
                    che pur dopo tanti anni
                    ancora spera, amore.
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