Le migliori poesie inserite da Giuseppe Catalfamo

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Scritta da: Giuseppe Catalfamo

Canzoni e poesia. Guccini.

Ti ricordi quei giorni?
Tango per due, ti baciavo le labbra.
Canto alla luna
vorrei radici, quattro stracci,
stanze di vita quotidiana, canzoni d'amore...
l'albero di Natale.
Io non vorrei
l'isola non trovata
la Genesi avvelenata.
Su in collina ho difeso il mio amore,
piccola città (bastardo posto) ho ancora la forza. Per quanto è tardi il disgelo.
E un giorno due anni dopo...
incontro le ragazze della notte
piccola storia ignobile ballando con una sconosciuta. Opera buffa la nostra signora dell'ipocrisia.
Pugni chiusi per fare un uomo.
Osterie di fuori porta, canzoni di notte.
Vedi cara, noi non ci saremo.
Dio è morto.
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    Scritta da: Giuseppe Catalfamo

    Colpo di reni

    Sentiero a monte
    arrampico, lo sgretolo
    la vetta.
    Allargo le braccia
    disegno una croce
    volo.
    Ammicco ombra di distonica pece...
    mio padre che fu croce lustri fa.
    Ammicco volti sapienti
    urlano silenti
    ridono i sorrisi addomesticati.
    Ammicco femmine
    ceste di frutti lucenti
    ripieni di carne solitaria.
    Ammicco le folte ciglia di mio figlio
    Vigore, prolungo il volo.
    Composta giovedì 11 giugno 2009
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      Scritta da: Giuseppe Catalfamo

      Briciole

      Ho morso la vita sempre con decisione e forza impavida,
      comunque in ogni frammento con grande umiltà,
      che a volte giudicandomi con occhio triangolare pareva viltà,
      in realtà l'aggettivo consono è "disincanto".
      Mordere tutto sì, rispettando anche chi per essere felice gli bastava un portachiavi in pelle.
      Osservo con stupore dietro le spalle,
      è inconsueto perché della vita vivo il giorno,
      non ieri e non conosco la parola "domani"
      eppure sto guardando.

      Vorrei ci fossero pagliuzze d'oro del tuo cuore
      vorrei le tue lacrime che dettero vita a fiori nel bosco
      vorrei ascoltare tue parole per stimolare la percezione del domani
      vorrei bere l'acqua di quel fiume che ha posseduto il tuo corpo
      è il tuo ventre rigonfio che vorrei carezzare.
      Quel germoglio potrebbe dare scariche elettriche alla mente,
      eventi dinamici, chimiche adrenalitiche per la psiche.
      Potrebbero tradurre il "mai domani" in "c'è un futuro",
      non mio, potenzialmente migliore e unico.
      Vivere in un'amorevole memoria.
      Tollerante con le mie scelte miro, scruto, guardo, osservo, ammicco, con fatica discerno, ma solo briciole dietro me.
      Composta nel 1999
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        Scritta da: Giuseppe Catalfamo

        La valigia

        Riempire questa dannata valigia.
        Che mettere? Sincero, non so!
        Penso a lungo come colmarla,
        ma spesso è ingannevole
        un giorno appare colma,
        l'altro tristemente vuota.

        Il tempo della partenza è all'orizzonte...
        ed io non so cosa infilarci per partir sereno.

        È l'alba d'un ennesimo giorno,
        tutto è molto chiaro.
        I tuoi occhi... Vivi
        Vivi... i tuoi occhi colmeranno la valigia.

        Parto sereno nel cono di luce,
        l'ultimo viaggio con te.
        Composta mercoledì 17 giugno 2009
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          Scritta da: Giuseppe Catalfamo

          Guarda... meglio

          Strette di mano, un eroe, al centro del campo.
          S'allontana da solo, sulla fascia, l'ennesimo incontro.

          Alza un braccio al cielo, sembra toccare il sole, è giallo.
          Guardo in alto, cerco il divino, peccato, io non credo.

          Alza un braccio al cielo, un condottiero, è una bandiera.
          Guardo accanto, non sono solo, nessuno è patriota.

          Alza un braccio al cielo, come fosse ormai generale.
          Tutti lo assecondano, immobili, il suo influsso è ancestrale.

          Senti un po', è la terza volta che non è fuorigioco.
          Guardalinee di merda!
          Composta martedì 29 marzo 2011
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