Sentire I nostri corpi caldi Febbricitanti di emozioni L'uno accanto all'altro In un nuovo strano contatto, Sentire il brulichio fitto Di quei pensieri che Nelle nostre teste Cercavano di restare nascosti E leggerli poi L'uno negli occhi dell'altro Invariati, bellissimi. Ci siamo regalati di nuovo I nostri occhi luccicanti, Lasciamo che sia così Per ritrovarli di nuovo Ad ogni incontro.
Sul sentiero del vento sto aspettando speranzoso col pollice proteso al cielo. Dove sia finito non so poiché nemmeno un refolo s'è degnato di passare. Con un gesto nostalgico mi scompiglio i capelli immaginando le tue dita. Un passaggio verso l'infinito chiederò al grande carro che transita ogni notte.
Danzo sotto la pioggia muovo in morbidi passi tutto il corpo attraverso le gocce Come un pensiero, come un 'idea che si presentano improvvisi, inattesi così tutto il corpo si muove e gioca con le lacrime dell'universo… queste non lasciano inesplorato neanche un lembo di pelle ne un attimo del magico momento. La ballerina alza il volto irrorato di pioggia inclina il capo deliziandosi del sapore soave che sente sulla pelle Una goccia…fra le gocce! braccia alzate, dita come diadema piedi scalzi, gambe delicatamente abbracciate da un velo che tutto copre…senza nulla nascondere ma solo a sguardo attento è dato di percepire quel miracolo d'amore! Il viso, il collo, il seno…il ventre respirano silenziosi…assorbendo vita. I capelli bagnati accarezzano il volto sulle gote indugiano poi... assetati di vita si lasciano bagnare… ancora …ancora…ancora… Come carezza le mani esplorano le morbide fattezze della danzatrice e… nella consapevolezza di quel dono tornano a congiungersi volte verso l'alto… le dita tracciano affusolate delicate espressioni genesi di un cuore immerso nella fonte …del soffio vitale!
Era un volo ingenuo di bimbo, senza pudore e senza rancore, s'innalzava gonfio e leggero, sospinto dal soffio ardente dell'imprudenza,
hai avuta paura, censurasti le parole ardite dell'incoscienza, contasti i soldi nelle tasche, misurasti il tempo e le distanze, ne hai punito l'arroganza, condannato la stupidità, negato la follia,
l'angelo spogliato, pieno di vergogna, senza la sua bella tunica rossa, confuso, ancora tentò impacciato il suo volo, lottò contro il peso della gravità, cieco per le lacrime che gli oscuravano la vista, sorvolava rasoterra, senza trovare la direzione, senza capire dove stava il calore del sole,
ma ad un tratto sentì lacerarsi la carne in un baleno, cadde violento sul suolo, si toccò, non usciva sangue, sul suo volto non c'erano più lacrime, il dolore non straziava i suoi muscoli, senti il nulla, corse davanti allo specchio, guardò ma non vide niente, perché i sogni, come i demoni, non si riflettono.
Ancora una volta con quello sguardo innocente e crudele bussi alla mia porta, ti impossessi dei miei pensieri, ti nutri del mio sangue, fai battere più forte il mio cuore. Togli forza al mio respiro. Mi sorridi ingenuo, come nulla fosse, mi prendi la mano e mi inviti a danzare di nuovo, mi chiedi abbandono, mi chiedi attenzione, vuoi che ascolti la tua tenera voce narrarmi la fiaba più bella, ancora una volta vuoi che i miei occhi vedano te e che ti ami con tutta me stessa, ma nell'oscurità mi raggiunge l'urlo silenzioso della tua ultima partenza, sanguinano le incomprensibili parole che tentarono di chiarire i perché, Andasti da un'altra parte, ma così sono la vita e la morte, e non c'è nulla da spiegare, e non si possono capire le stelle che disegnano le mie rughe attorno agli occhi, mentre ti sorrido di nuovo, accettando il tuo invito a danzare, e lo farò ancora, fino a che mi girerà la testa, fino a che mi vacilleranno le gambe, fino a che cadrò per terrà e nel riprendere fiato, ad occhi chiusi, senza sapere se ancora mi sarai accanto, ancora una volta ti dirò che t'amo.
Puoi intravedere solo le ombre e sentire il calore della stanza, sentire voci lontane, il riso e il pianto sono solo asettici punti, graffi su un foglio che reagisce alla stessa maniera, non sai cosa sia un urlo o una canzone, ne prendi nota senza emozione, la carta è candida ed imprimi senza giudizi le informazioni. Un battito più forte, un sussulto lontano, ti fanno calcare di più e i colori si delineano nella loro diversità, a tua insaputa, mentri galleggi nella bacinella. È solo una fotografia, la riproduzione di segnali, che assorbi in quell'immenso ovattato spazio vuoto, non conosci il dolore nè la felicità, e poco ti importa se quando accenderanno la luce sarà troppo presto e la foto brucerà o come per magia potrai vedere ciò che hai stampato sul foglio e accorgerti di quanto bianco ancora rimane.