Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Non chiederci la parola

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Spesso il male di vivere ho incontrato

    Spesso il male di vivere ho incontrato:
    era il rivo strozzato che gorgoglia,
    era l'incartocciarsi della foglia
    riarsa, era il cavallo stramazzato.
    Bene non seppi; fuori del prodigio
    che schiude la divina Indifferenza:
    era la statua nella sonnolenza
    del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale

      Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
      e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
      Anche così è stato breve il nostro viaggio.
      Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
      le coincidenze, le prenotazioni,
      le trappole, gli scorni di chi crede
      che la realtà sia quella che si vede.
      Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
      non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
      Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
      le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
      erano le tue.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Forse un mattino

        Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
        arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
        il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
        di me, con un terrore da ubriaco.

        Poi, come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
        alberi, case, colli per l'inganno consueto.
        Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
        tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Felicità raggiunta

          Felicità raggiunta, si cammina
          per te sul fil di lama.
          Agli occhi sei barlume che vacilla
          al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
          e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

          Se giungi sulle anime invase
          di tristezza e le schiari, il tuo mattino
          è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
          Ma nulla paga il pianto di un bambino
          a cui fugge il pallone tra le case.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Tempi brutti per la poesia

            Sì, lo so: solo il felice
            È amato. La sua voce
            È ascoltata con piacere. La sua faccia è bella.

            L'albero deforme nel cortile
            È frutto del terreno cattivo, ma
            Quelli che passano gli danno dello storpio
            E hanno ragione.

            Le barche verdi e le vele allegre della baia
            Io non le vedo. Soprattutto
            Vedo la rete strappata del pescatore.
            Perché parlo solo del fatto
            Che la colona quarantenne cammina in modo curvo?
            I seni delle ragazze
            Sono caldi come sempre.

            Una rima in una mia canzone
            Mi sembrerebbe quasi una spavalderia.

            In me si combattono
            L'entusiasmo per il melo in fiore
            E il terrore per i discorsi dell'imbianchino. *
            Ma solo il secondo
            Mi spinge alla scrivania.

            * Con "l'imbianchino" Brecht si riferisce a Hitler.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Ho sentito che non volete imparare niente

              Ho sentito che non volete imparare niente.
              Deduco: siete milionari.
              Il vostro futuro è assicurato - esso è
              Davanti a voi in piena luce. I vostri genitori
              Hanno fatto sì che i vostri piedi
              Non urtino nessuna pietra. Allora non devi
              Imparare niente. Così come sei
              Puoi rimanere.

              E se, nonostante ciò, ci sono delle difficoltà, dato che i tempi,
              Come ho sentito, sono insicuri
              Hai i tuoi capi che ti dicono esattamente
              Ciò che devi fare affinché stiate bene.
              Essi hanno letto i libri di quelli
              Che sanno le verità
              Che hanno validità in tutti i tempi
              E le ricette che aiutano sempre.

              Dato che ci sono così tanti che pensano per te
              Non devi muovere un dito.
              Però, se non fosse così
              Allora dovresti studiare.
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